venerdì, Marzo 21, 2025

Kolymbethra, l’oasi ritrovata. Patto tra FAI e il Parco Archeologico Valle dei Templi

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UN ACCORDO VENTICINQUENNALE TRA IL FAI E IL PARCO ARCHEOLOGICO VALLE DEI TEMPLI CONSOLIDA IL GIARDINO DELLA KOLYMBETHRA COME SIMBOLO DI CULTURA E SOSTENIBILITÀ. RESTAURAZIONI, SCAVI ARCHEOLOGICI E NUOVI SERVIZI PROMETTONO DI ARRICCHIRE QUESTO GIOIELLO SICILIANO, GIÀ META DI 80MILA VISITATORI L’ANNO

La Kolymbethra: un gioiello tra storia e natura nel cuore della Valle dei Templi

La Valle dei Templi, di Agrigento (anticamente chiamata Akragas), Patrimonio UNESCO dal 1997, è un complesso archeologico di inestimabile valore che testimonia la grandiosità della città greca di Akragas, fondata nel VI secolo a.C. Proprio qui, all’ombra di templi monumentali come quello di Giunone e della Concordia, si apre la Kolymbethra, un’antica valle il cui nome, dal greco “κολυμβήθρα”, significa “piscina” o “bacino d’acqua”.

In epoca classica, questa area ospitava un complesso sistema idrico, progettato per alimentare la città e irrigare i suoi campi. I resti di questo ingegnoso sistema, costituito da condotti sotterranei e cisterne, sono ancora visibili e aggiungono ulteriore fascino a un paesaggio già di per sé straordinario.

La Kolymbethra non è solo un luogo dove la natura rigogliosa incontra la storia ma anche un simbolo di rinascita. Dopo secoli di abbandono, questo spazio è stato riportato al suo antico splendore grazie all’intervento del FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, che dal 1999 ha avviato un progetto di recupero e valorizzazione. Oggi, il giardino accoglie visitatori da tutto il mondo, offrendo uno spettacolo unico di agrumeti profumati, mandorli fioriti, ulivi secolari e specie autoctone.

Un importante accordo 

Il recente accordo firmato tra il FAI e il Parco Valle dei Templi Agrigento, che garantirà la gestione della Kolymbethra per i prossimi venticinque anni, rappresenta un nuovo capitolo per questo angolo di paradiso. La nuova intesa, strettamente legata all’anno di Agrigento Capitale Italiana della Cultura e al cinquantenario del Fondo per l’Ambiente Italiano, segna l’inizio di un ambizioso percorso per valorizzare ulteriormente il Giardino.

Oltre a consolidare le attività di conservazione già avviate, il progetto prevede interventi innovativi che spaziano dal restauro di spazi storici di grande valore all’ampliamento delle aree accessibili al pubblico. Grazie a nuove indagini archeologiche, si cercherà di approfondire la conoscenza delle origini di questo luogo straordinario, mentre servizi moderni saranno introdotti per rendere la visita ancora più immersiva e piacevole.

Preservare la biodiversità

Uno degli obiettivi principali dell’accordo è preservare e valorizzare la ricchissima biodiversità che caratterizza la Kolymbethra. Il giardino non è infatti soltanto un luogo di bellezza naturale, ma un vero e proprio scrigno di specie botaniche autoctone e colture tradizionali che raccontano la storia agricola della Sicilia.

Gli agrumeti profumati, gli ulivi secolari, i mandorli fioriti e le numerose piante aromatiche convivono armoniosamente, offrendo uno spettacolo di colori, profumi e sapori che cambia con il ritmo delle stagioni. La cura di questo patrimonio vegetale rappresenta un atto fondamentale per preservare un ecosistema che affonda le sue radici nella tradizione agricola millenaria della regione.

L’ingegnoso sistema idrico 

A rendere il giardino ancora più affascinante sono i resti dell’ingegnoso sistema idrico dell’antica Akragas, progettato dai Greci per alimentare la città e irrigare i suoi campi. I condotti sotterranei e le cisterne che un tempo portavano l’acqua alla Kolymbethra testimoniano la maestria ingegneristica di una civiltà che ha saputo trasformare una valle arida in un paradiso rigoglioso. Oggi questi elementi architettonici non solo arricchiscono il valore storico del sito, ma rappresentano anche un’importante fonte di ispirazione per le pratiche di gestione sostenibile delle risorse idriche.

Oltre alla conservazione e alla ricerca scientifica, il progetto mira a rendere il Giardino della Kolymbethra un punto di riferimento per l’educazione ambientale e la sensibilizzazione culturale. L’accordo prevede lo sviluppo di percorsi tematici e didattici, pensati per coinvolgere un pubblico eterogeneo che va dagli appassionati di archeologia alle famiglie e alle scuole. Ma non finisce qui.

I progetti di riqualificazione 

Uno degli interventi più attesi e significativi del FAI riguarda la riqualificazione di un angolo prezioso della Valle dei Templi: l’antico complesso di edifici conosciuto come Case Montana. Questi ruderi, sulla sommità di uno dei costoni rocciosi che delimitano la conca naturale dove cresce il “Giardino della Kolymbethra”, si trovano proprio di fronte al tempio dei Dioscuri (figli di Zeus e di Leda). Edificati a metà del Settecento, sono stati abitati fino alla metà del Novecento da generazioni di contadini che lavoravano i terreni circostanti.

Le Case Montana erano originariamente costruite in pietra di tufo, un materiale locale che conferisce agli edifici un caratteristico aspetto rustico. Il tetto, realizzato con coppi, cioè tegole in terracotta dalla forma arcuata, aggiunge un tocco di tradizione e si armonizza perfettamente con il paesaggio circostante. Inoltre, questo tipo di copertura svolge una funzione pratica: favorisce il deflusso dell’acqua piovana, proteggendo efficacemente la struttura sottostante.

Nel corso dei secoli, queste case hanno svolto una funzione vitale per le famiglie di braccianti che vivevano e lavoravano in relazione di mezzadria con i proprietari terrieri. Il centro delle attività agricole era costituito da un vasto territorio che includeva l’agrumeto, il mandorleto, gli uliveti e le vigne, nonché l’allevamento di animali da cortile, essenziali per il sostentamento quotidiano e per il lavoro nei campi.

Con l’acquisizione da parte del FAI, queste costruzioni sono destinate a un profondo recupero che mira a preservare la loro autenticità storica, pur introducendo nuove funzioni di valorizzazione. Dopo il restauro, l’antico complesso diventerà altresì un punto di accoglienza per i visitatori del “Giardino della Kolymbethra”, guidandoli attraverso le tappe storiche della valle, dalla civiltà greca all’epoca contemporanea.

Inoltre, una radura nei pressi degli edifici, sarà trasformata in uno spazio dedicato ad attività didattiche e eventi, in particolare per le scuole.

Ricerca e scoperte archeologiche

Un altro pilastro dell’accordo è rappresentato dagli investimenti in ricerche scientifiche e archeologiche, realizzate in collaborazione con il Parco della Valle dei Templi e l’Università degli Studi di Milano.

Nel 2024, la prima campagna di scavi ha portato alla luce risultati sorprendenti, tra cui un condotto ipogeo, dal greco antico hypó (sotto) e (terra), dunque un tunnel sotterraneo, finora sconosciuto e un muraglione in blocchi di pietra largo 6,5 metri, probabilmente parte di un muro-diga utilizzato per creare un grande bacino artificiale.

Questo straordinario ritrovamento sembra confermare le descrizioni degli autori antichi, che attribuivano alla Kolymbethra una funzione di riserva d’acqua realizzata dal tiranno Terone intorno al 480 a.C.

Daniela Bruno, direttrice culturale del FAI, ha sottolineato l’importanza di queste scoperte: «È solo linizio. Le campagne di scavo ci consentiranno di risalire alla storia più antica di questo luogo, svelando le sue funzioni originarie e arricchendo lofferta culturale per il pubblico».

Un esempio di collaborazione virtuosa

Il direttore del Parco della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta, ha descritto la Kolymbethra come «una risorsa straordinaria non solo per il suo valore storico e archeologico, ma come esempio tangibile di come lintervento di privati possa contribuire al recupero del patrimonio».

Anche Francesco Paolo Scarpinato, assessore dei beni culturali e dell’identità siciliana, ha elogiato l’iniziativa, definendola «un passo importante per la valorizzazione e tutela di un patrimonio storico vivo, che rappresenta una risorsa di sviluppo reale per la Sicilia».

Parole condivise dal presidente del FAI, Marco Magnifico, che ha definito il Giardino «uno dei luoghi più belli al mondo, un piccolo paradiso terrestre che rappresenta una sfida: crescere senza perdere la poesia unica di questo luogo ricco di luci, profumi e silenzi».

Numero verde ONA

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