sabato, Dicembre 7, 2024

Ischia: la tragedia che ha colpito l’isola sia un monito per tutto il Paese

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ISCHIA: NEL 2018, SU CIRCA 27MILA CASE SULL’ISOLA, LA METÀ AVEVANO CHIESTO IL CONDONO EDILIZIO. DI QUESTE, CIRCA 600 ERANO DEL TUTTO ABUSIVE. LEGAMBIENTE AFFERMA CHE NEI COMUNI DI CASAMICCIOLA TERME E LACCO AMENO, COMUNI CON CIRCA 13MILA ABITANTI, LE PRATICHE DI CONDONO SONO OLTRE 6MILA, UNA SU DUE ABITANTI

La metà delle case di Ischia aveva qualcosa che non andava. Forse per alcune di queste case era solo la ringhiera del balcone, oppure un qualche muro di poca importanza spostato di qualche metro. O per qualche altro dettaglio insignificante.

Ma, di fronte a questi numeri, sproporzionati, capiamo bene che almeno una parte di queste 27mila case deve aver avuto problemi importanti, che ne hanno messo in discussione l’integrità.

Leggo di Casamicciola: “Frana a Ischia: Genitori e figli sotto il fango, due famiglie cancellate”, scrive l’ANSA. “I vigili del fuoco: Straziante il ritrovamento del neonato”.

Leggo di neonati trovati sotto il letto, di bambine con il pigiama rosa, di commesse dai capelli neri innamorate che si erano appena sposate.

Tutto questo non è accettabile! Né ad Ischia né altrove.

L’Italia è un Paese fragile.

Bello e fragile.

Occorre capirlo questo.

Furbizie e il “che vuoi che sia” non portano lontano

Terremoti, frane, alluvioni, alta densità abitativa, archeologia. A tutto ciò va sommata la scarsissima manutenzione dei luoghi e la scarsità di controlli seri.

Regole e vincoli ambientali esistono per un motivo. Ma puntualmente sono disattesi.

Non è che lo Stato o il Comune o i geologi sono cattivi a prescindere o che lo sport nazionale deve sempre essere cercare di contravvenire le regole. È che a volte davvero non è appropriato farle certe cose, come appunto costruire a casaccio.

Essendo il Sud, so già che qualsiasi tentativo di regolarizzare le cose nel corso degli anni sarà stato osteggiato da politici che temono di perdere popolarità e da un popolo che non riesce proprio a capire che le furbizie e il “che vuoi che sia” non porta lontano. Dopotutto, ogni governo che si rispetti propone il condono e tutti sono felici.

E invece no. Tutte quelle 600 case, o quel che resta di esse, devono essere abbattute con coraggio e ci deve essere una politica di zero tolleranza per le costruzioni non a norma e non in sicurezza.

Fare i furbi e costruire dove non si deve forse non porta a conseguenze immediate ma, prima o poi, i conti si pagano. Infatti, dopo anni di abusivismo, sono bastate piogge torrenziali per distruggere tutto. E hanno pagato non in denaro ma in vite umane.

Per costruirle hanno sradicato gli alberi che tenevano il suolo. E ad un certo punto la collina non ha retto più. Secondo me non è un caso che la frana parta da sotto una villa in cima alla collina e non da sotto gli alberi che tendono a contenere terreno con i loro intrecci di radici.

Basta guardare video e foto del disastro per rendersene conto. Il fiume di fango scende giù per la collina e si vedono case, case e altre case, quasi a sfidare la fiancata della collina. Non so quante e quali di queste case fossero abusive. Ma ce ne sono tante, tutte appiccicate, improbabili, brutte.

Ischia campanello d’allarme per tutto il Paese

Questa è Ischia, oggi. Ma potrebbe essere qualsiasi altra parte d’Italia. Quante volte vediamo il cemento ingoiare i fiumi? Quante volte si costruisce lungo pendii pericolosi, in aree idrogeologicamente fragili, in aree sismiche, franose, a rischio alluvione? Con materiali non adeguati? Abbattendo alberi e pompando cemento?

Tanto poi arriva il condono.

E chi si è visto si è visto.

Non funziona cosi.

Alla fine qualcuno, con il pigiama rosa e che della vita, e dei condoni, e delle frane non sa ancora niente, muore.

Non è il destino, non è la natura, non è Dio.

Siamo noi.

Numero verde ONA

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