ALCUNI COMUNI SARDI PIÙ COLPITI DAL FUOCO RIENTRANO TRA LE ZONE ELEGGIBILI DEI BANDI EUROPEI SUI DANNI CAUSATI DA EVENTI CATASTROFICI.
L’incendio di vastissime proporzioni che recentemente ha devastato la Sardegna, ha sollevato diversi dubbi sugli interessi intercorrenti tra gli incendi boschivi e i bandi europei.
Un argomento scottante che abbiamo trattato pochi giorni fa e sul quale ritorniamo per aggiungere nuovi particolari.
Sembra esistere una “strana” sovrapposizione tra gli incendi boschivi e i bandi europei del Piano di Sviluppo Rurale per il “sostegno alla prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici (Misura 8, sottomisura 8.3)”.
In Sardegna, il bando è stato prorogato più volte e attualmente la scadenza è fissata per il prossimo 31 ottobre. Ora, tramite alcune notizie di stampa, è emerso che alcuni dei comuni più colpiti dal fuoco rientrano tra le zone eleggibili del bando.
La situazione è analoga a quella verificatasi in Calabria nel 2017, in cui, a causa del mancato aggiornamento obbligatorio del Catasto delle aree percorse dal fuoco ex L. 353/00, i bandi rischiavano di finanziare chi appiccava il fuoco per usufruire dei fondi del successivo imboschimento o di opere idraulico forestali.
Il commento del presidente del Fondo Forestale Italiano

Emanuele Lombardi, presidente del Fondo Forestale Italiano
Emanuele Lombardi, presidente del Fondo Forestale Italiano, interviene con un commento sul nostro articolo, affermando che «se l’assenza di incendi boschivi fosse economicamente più conveniente del loro spegnimento, allora si lavorerebbe di più sulla prevenzione.
Attualmente, per le attività di spegnimento degli incendi boschiv,i Stato e Regioni impiegano, oltre a personale dipendente delle varie amministrazioni, apposito personale stagionale e ditte private. In questa situazione, più sono numerosi e vasti gli incendi, tanto più numeroso e retribuito è il personale stagionale e maggiori sono le risorse economiche da destinare alle ditte private».
Meno incendi ci sono più si guadagna
Sarebbe auspicabile rovesciare tale aberrante logica e passare dal concetto “più si spegne più si guadagna” al concetto “meno incendi ci sono più si guadagna”.
«In questa nuova visione – continua Lombardi – chi lotta contro gli incendi boschivi è pagato per fare prevenzione e per spegnerli, ma guadagna di più quando essi non succedono. In questo modo le attività più redditizie sono quelle di prevenzione e non quelle di spegnimento.
Chi si assume l’incarico AIB di un certa zona riceve un compenso determinato a priori, ma pagato a posteriori e decurtato in base al numero degli incendi avvenuti e alla superficie boschiva andata distrutta dal fuoco.
In pratica – conclude il presidente – il compenso viene erogato al 100% solo se nell’anno non ci sono stati incendi boschivi e scende in base al numero di incendi eventualmente avvenuti e alle superfici boschive andate distrutte dal fuoco. Il compenso si trasforma in rimborso allo Stato in caso di incendi particolarmente disastrosi che chi aveva l’incarico AIB non è riuscito a contenere».