L’APPLICAZIONE DELL’INNOVATIVA METODOLOGIA È FONDAMENTALE PER SALVAGUARDARE L’AMBIENTE E GARANTIRE UN’ECONOMIA CIRCOLARE
La prima fattoria acquaponica d’Europa nasce in Italia, nella nostra bella Puglia. In particolare è a Castellana Grotte (BA) che le acque depurate dall’Acquedotto Pugliese (AQP) saranno utilizzate per la produzione agricola e l’allevamento di pesci.
Questa tecnica può aiutarci a ristabilire l’equilibrio tra le esigenze dell’uomo e quelle della natura. Infatti consente un risparmio idrico del ben 90%.
«Veder realizzato nella nostra Castellana un progetto tanto importante sotto molti punti di vista non può che rappresentare un motivo di orgoglio per la nostra comunità – dichiara l’onorevole Ubaldo Pagano -. Grazie ai fondi europei del programma Horizon Europe, sarà il nostro Paese a realizzare il primo impianto di acquaponica di tutto il continente che utilizza le acque reclamate. Siamo fiduciosi che questo progetto pilota potrà diventare un esempio in tutta Europa, sia per il carattere fortemente innovativo, sia come punto di riferimento nell’ambito dell’economia circolare».
Tutti i vantaggi di realizzare la fattoria acquaponica
L’acquaponica, cioè la coltivazione in acqua, è un sistema tecnologicamente all’avanguardia ed estremamente efficiente. Permette di produrre molto di più rispetto all’agricoltura tradizionale, utilizzando, però, molta meno acqua rispetto alla coltivazione nel terreno.
Infatti, come spiega dettagliatamente il consigliere dell’Autorità Idrica Pugliese (AIP), Gianluca Vurchio, l’acqua viene riciclata e riutilizzata. Anche il consumo di energia elettrica è limitato, restituendo un bassissimo impatto ambientale e l’eliminazione di reflui e trattamenti chimici tossici (pesticidi, diserbanti, fertilizzanti). Si garantisce così un prodotto ultimo sicuro e sano per il consumatore e per l’ambiente.
«Questo è un campo nuovo e di grande importanza perché riduce l’impatto ambientale di queste attività, partendo da acque affinate, cioè acque reflue depurate – spiega il professor Gian Pietro Di Sansebastiano di UniSalento -. Abbatte completamente il consumo di acqua e alimenta invece tutte quelle produzioni che hanno più bisogno di acqua. Potenzialmente sull’ambiente ha una ricaduta benefica enorme: scarto zero e consumo bassissimo».
Un ulteriore vantaggio dell’acquaponica è che questo tipo di coltivazione può attuarsi in qualsiasi parte del mondo. Infatti l’agricoltura idroponica può essere praticata in diversi climi e zone, comprese le aree aride.
«È una novità assoluta in Europa – conferma Fabio Ugolini di INNOVA-Eu e coordinatore di progetto – che anticipa, per il futuro, la trasferibilità dell’esperienza e della sperimentazione di coltivazione in acquaponica ovunque si possa realizzare. Dobbiamo essere convincenti rispetto alla classe politica europea per fondare le basi per l’utilizzo delle acque reflue nell’acquacoltura. Vogliamo dimostrare che questo è possibile».
Il protocollo d’intesa per il progetto AWARE
Il progetto si chiama AWARE (Aquaponics from Wastewater Reclamation). Per realizzarlo nasce un protocollo d’intesa tra diverse realtà della provincia di Bari: INNOVA-Eu, l’AIP come coordinatore istituzionale, l’AQP come gestore dell’impianto di depurazione e affinamento, e il Comune di Castellana Grotte. A questi si aggiungono altri partner nazionali e internazionali che sostengono l’iniziativa, tra cui l’Università del Salento, aziende private, organizzazioni no profit e istituzioni governative.
«Sono convinto che AWARE possa aprire le porte a una serie di positive ricadute anche dal punto di vista turistico e produttivo per il territorio di Castellana – sostiene il sindaco della città, Domi Ciliberti -. Soprattutto, sono convinto che a partire da Castellana Grotte possa generarsi una buona pratica, particolarmente significativa dal punto di vista ambientale».
Il progetto è stato approvato il 28 giugno 2022 dalla Commissione Europea. La sperimentazione terminerà il 31 ottobre 2026 e sarà sviluppata nell’impianto di distribuzione delle acque di Castellana Grotte.
«Siamo orgogliosi di aprire le porte degli impianti di depurazione e affinamento per questo progetto pionieristico in Europa – dichiara il consigliere di amministrazione di AQP, Francesco Crudele -. Gestiamo 184 impianti di depurazione, con tecnologie avanzate e sostenibili, e ci stiamo concentrando molto sull’economia circolare con un progetto di riuso dell’acqua depurata. Proprio l’impianto di Castellana Grotte ha contribuito, nel 2022, a recuperare quasi 600mila metri cubi di risorsa idrica affinata da destinare all’irrigazione».
La storia dell’acquaponica ha origini antiche
Ma quando nasce precisamente l’acquaponica? Questa tecnica, che combina la coltivazione di piante con l’allevamento di animali acquatici in un ambiente a ciclo d’acqua chiuso e continuo, ha in realtà origini molto antiche. I primi a utilizzarla furono addirittura i Babilonesi. A perfezionare questa metodologia furono poi le culture dell’Asia meridionale e gli Aztechi. Questi ultimi, in particolare, costruirono le “Chinampa”, cioè piccole aree di terra fertile create sul fondo del lago Xochimilco. Le “Chinampa” consentivano sia la coltivazione di piante e sia la pesca, creando un sistema simbiotico.
L’acquaponica viene poi pian piano dimenticata, fino agli anni ’70, quando si inizia a discutere di sfruttamento dei terreni e del rischio di esaurimento delle risorse naturali.
Il settore dell’acquacoltura doveva però affrontare il problema dello smaltimento dei rifiuti e delle acque reflue, nonché il costo dei macchinari di depurazione. Sono così state condotte alcune ricerche per studiare l’efficacia delle piante acquatiche nel filtrare e consumare i nutrienti nell’acqua. Ed è proprio così che l’acquaponica è diventata, nel tempo, una metodologia efficace e sostenibile.
Lo sviluppo della pratica nel tempo
La pratica dell’acquaponica si è evoluta e perfezionata nel tempo. La produzione di prima generazione prevedeva che l’acqua passasse dalle vasche dei pesci a serbatoi di sedimentazione, che filtrassero l’acqua, la quale poi arriva al sistema idroponico delle piante (Deep Flow Technique) e, infine, ai pesci.
Successivamentesi uniscono le vasche per la coltivazione in acqua profonda, raddoppiando lo spazio di coltivazione. Poi, con l’acquaponica di terza generazione, si iniziarono a elaborare sistemi più complessi, in cui sono integrati circuiti di areazione agli impianti e sono aggiunte vasche di de-solidificazione e chiarificazione. Infine ulteriori sviluppi hanno portato a introdurre l’ossigeno puro al 95% all’interno dell’impianto, il trattamento dell’acqua, un sistema di de-solidificazione più elaborato e di mineralizzazione dei nutrienti solidi. Si è riusciti, così, a garantire la massima efficienza dell’uso dell’acqua e nessun fertilizzante supplementare.