L’ITALIA E’ ARRIVATA A CONTARE 4.300 ALBERI MONUMENTALI NEL SUO RICCO TERRITORIO. ALL’ELENCO AGGIORNATO SI SONO AGGIUNTI ALTRI 320 PATRIARCHI VERDI
In Italia ci sono quasi 4.300 alberi monumentali (4.288 per la precisione). Il censimento è stato fatto dal Masaf (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) che ha pubblicato l’elenco completo, ordinato per regioni, la scorsa settimana.
Sono 320 i patriarchi verdi che nel 2023 entrano a pieno titolo nell’elenco come singoli alberi monumentali o come sistemi omogenei di alberi. Le nuove proposte sono arrivate da Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria, Trento, Valle d’Aosta e Veneto.
Alberi monumentali, patrimonio naturale di tutti
Gli esemplari in elenco si contraddistinguono per l’elevato valore biologico ed ecologico: i fattori riconosciuti sono l’età, le dimensioni, la morfologia, la rarità della specie oppure la funzione di habitat per alcune specie animali; ma anche l’importanza storica, culturale e religiosa per il territorio in cui sono situati; per il loro stretto rapporto con elementi di tipo architettonico e per la capacità di caratterizzare il paesaggio sia in termini estetici che identitari.
Tra le new entry ci sono diversi alberi davvero imponenti, splendore della natura e patrimonio storico. C’è ad esempio il millenario Acero di Caronia (ME), con una chioma di circa 550 metri quadrati; e poi il maestoso Castagno di San Francesco da Paola, censito nel Comune di Presilano di Celico (CS) e riconosciuto monumentale per l’età e le dimensioni (1285 cm di circonferenza), l’alto valore ecologico e la rarità botanica per fascia fitoclimatica. Altri esempi, il Tiglio Sacro di Ospedaletto d’Alpinolo (AV), punto di riferimento per i pellegrini diretti al Santuario di Montevergine; e la sughera di Montalto di Castro (VT), ragguardevole per le sue dimensioni, sia per la circonferenza (520 cm) sia per l’ampiezza della chioma rigogliosa (19-20 m).
Alberi come opere d’arte naturali da tutelare
“Tuteliamo e valorizziamo lo straordinario patrimonio arboreo che contraddistingue l’Italia da Nord a Sud. Il censimento e l’inserimento degli alberi monumentali d’Italia nell’Elenco ufficiale rappresenta un’azione fondamentale di riconoscimento e tutela, che invita a conoscere il nostro territorio anche per far visita a questi ‘patriarchi verdi’, così importanti e caratterizzanti per il nostro paesaggio e le nostre comunità e di cui siamo orgogliosi“. A dirlo è stato il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.
Il ministro ha anche ricordato il recente protocollo d’intesa siglato con l’Associazione Nazionale Forestali che contribuirà, tra gli altri obiettivi, anche alla conoscenza e alla tutela degli alberi monumentali.
Tra le specie più diffuse, roverella e faggio
Sono la roverella e il faggio le specie arboree monumentali più numerose. La roverella, che è il tipo di quercia più diffuso in Italia, conta in elenco 598 esemplari. Il faggio arriva secondo in classifica, con 226 esemplari. Le altre specie di alberi monumentali censiti sono il platano comune, al terzo posto con 200 esemplari; il leccio con 198, il castagno con 126 alberi, il larice con 122 e il cedro dell’Himalaya con 115.
Sul podio delle Regioni, salgono il Friuli Venezia Giulia con 455 alberi monumentali, la Sardegna con 407 esemplari e la Lombardia con 366. Seguono il Piemonte e la Campania, rispettivamente con 319 e 305 esemplari.
I Comuni d’Italia con il maggior numero di patriarchi verdi sono Napoli con 52 alberi, Caserta con 51, Priverno con 48, Palermo con 46 alberi e Roma con 42.