Nuove misure per la tutela degli impollinatori: il WWF raccoglie firme
Negli ultimi decenni abbiamo perso oltre il 70% della biomassa di insetti impollinatori. La Corte dei conti europea ha tratto le sue conclusioni, le misure adottate per la protezione delle api e di altri insetti sono inadeguate. Non hanno garantito un’efficace protezione della specie. Occorre un intervento maggiore, come evidenzia il rapporto presentato dalla Suprema corte UE il 9 luglio da parte della Commissione UE e dei 27 Paesi membri dell’Unione.
Cosa sono gli impollinatori e perché sono importanti
Gli impollinatori (insetti come le api, vespe, bombi, sirfidi, farfalle, falene, coleotteri) sono fondamentali per proteggere la biodiversità.
Attraverso l’impollinazione, cioè il trasporto del polline da una pianta all’altra che avviene grazie a loro, si verifica la fecondazione e la riproduzione delle piante.
Secondo uno studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Botanica dell’Università di Zurigo, gli impollinatori influiscono anche sull’evoluzione delle specie vegetali.
Dopo aver osservato l’impollinazione di alcune piante di rapa, i ricercatori hanno dimostrato che, a seconda dell’insetto impollinatore, le piante risultano diverse.
In questo caso, dopo nove generazioni, le piante di rapa impollinate con i soli bombi sono più grosse, colorate e profumate di quelle impollinate con i sirfidi.
Quindi, un cambiamento di vario genere nelle popolazioni di insetti impollinatori in un habitat naturale potrebbe portare una trasformazione nelle piante. E non sappiamo quale potrebbe essere.
Purtroppo, gli impollinatori, come le api, sono in grande pericolo a causa dei pesticidi utilizzati per l’agricoltura.
Impollinatori a rischio anche per i cambiamenti climatici
Non solo il miele ma anche frutta e verdura sono a rischio se gli impollinatori non saranno adeguatamente tutelati.
Uno studio pubblicato a fine dicembre 2019 su Nature Ecology & Evolution ha messo in luce come la maggior parte degli insetti impollinatori abbia anticipato il proprio periodo di attività di quasi una settimana in risposta ai cambiamenti climatici.
Gli studiosi hanno analizzato oltre duemila specie di insetti europei fino al 2016. Gli impollinatori quell’anno si sono attivati tra i cinque e gli otto giorni prima rispetto al 1960, vivendo però 1,8 giorni in meno rispetto a cinquantasei anni fa.
In Europa i ricercatori hanno osservato il comportamento di imenotteri (api e vespe), dipteri (mosche e zanzare), scarabei (scarafaggi e coccinelle) e lepidotteri (farfalle e falene). Gli impollinatori hanno mostrato come i cambiamenti climatici stiano alterando la distribuzione stagionale dei servizi di impollinazione in tutta Europa. Tranne nella zona più nord-orientale. (Phenological shifts alter the seasonal structure of pollinator assemblages in Europe)
Gli insetti potrebbero scomparire
“Oggi più del 40% delle specie di insetti si è ridotto e un terzo è in pericolo. Il tasso di estinzione di questi è otto volte più veloce di quello di mammiferi, uccelli e rettili. Ogni anno, negli ultimi trent’anni, abbiamo perso il 2,5% della loro massa totale. In realtà il termine giusto sarebbe “cancellato”. E in questa sorta di estinzione silenziosa l’uomo ha tutte le responsabilità del caso. L’analisi, pubblicata sulla rivista Biological Conservation, afferma che la causa principale dietro questo declino sia l’agricoltura intensiva. In particolare, l’uso massiccio di pesticidi. Oltre, ovviamente, anche i costanti processi di urbanizzazione e il cambiamento climatico”.
Il rapporto della Corte dei conti europea
Il 9 luglio la Corte dei conti europea ha pubblicato una relazione sulle azioni della Commissione UE per tutelare gli impollinatori selvatici. Questi insetti sono fondamentali per la nostra alimentazione, sia dal punto di vista della quantità sia della qualità. Infatti, il 75% della produzione agricola dipende dal servizio ecosistemico dell’impollinazione.
Secondo il rapporto è necessario aumentare gli sforzi e le risorse per tutelare gli insetti impollinatori. Purtroppo, negli ultimi dieci anni, oltre il 70 % della biomassa di insetti è stata persa a causa dell’agricoltura intensiva che fa uso di pesticidi.
Le azioni introdotte dall’Unione Europea, secondo il documento, non sono state efficaci a causa dell’ostinazione di mantenere un modello di agricoltura intensiva da parte dei politici. Nonostante questa rappresenti una grave minaccia per la tutela degli impollinatori, ma anche per la salute umana.
Per Franco Ferroni, responsabile Agricoltura del WWF Italia, «questo rapporto conferma l’urgenza di azioni per conciliare agricoltura e biodiversità e l’importanza degli obiettivi annunciati dalla Commissione UE con le due Strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”. Con l’impegno a ridurre l’uso dei pesticidi del 50% e dedicare il 10% della superficie agricola ad aree naturali utili per la tutela degli impollinatori, entro il 2030».
Programmi dedicati alla protezione degli impollinatori
Sono molti i programmi dedicati alla tutela degli impollinatori. Per questo, il rapporto della Corte dei conti UE, elenca alcuni di questi: il Programma LIFE, i progetti di ricerca Horizon 2020 o i programmi per l’apicoltura.
Lo strumento fondamentale dell’Unione Europea, a livello finanziario, è la Politica Agricola Comune. Questa, oggi, impegna il 38% del bilancio comunitario. La PAC conferma che gli impollinatori non sono adeguatamente considerati.
Per questo, prosegue il responsabile agricoltura dell’associazione del Panda, «la proposta di riforma della PAC post 2020, che sarà definita nei prossimi mesi, dovrà garantire maggiori impegni vincolanti e risorse per la tutela degli insetti impollinatori da parte degli Stati membri. Preoccupano – aggiunge – le posizioni dei ministeri dell’agricoltura di molti Stati membri, compresa l’Italia, in difesa dell’agricoltura intensiva avvelenata dai pesticidi».
Il WWF ha già raccolto oltre 420mila firme in tutta l’UE
L’iniziativa dei cittadini di salvare gli impollinatori “Save Bees and Farmers” è stata promossa in Italia anche dal WWF. L’associazione ha già raccolto oltre 420mila firme in tutta l’UE.
Lo scopo è quello di chiedere alla Commissione Europea di eliminare gradualmente i pesticidi sintetici nell’agricoltura, ripristinare la biodiversità sui terreni agricoli e sostenere gli agricoltori nella transizione verso l’agroecologia.
È possibile sottoscrivere questa petizione sul sito web del WWF Italia