Sono alcuni tra gli argomenti del convegno la “Geologia nel bicchiere nelle terre di Federico II”
I paesaggi, i vigneti e la geodiversità nelle terre del “puer Apuliae”
Il seminario del 17 maggio 2019, a partire dalle ore 08:30, presso la Pinacoteca comunale ex Convento dei Domenicani nella Città di Ruvo di Puglia, è una iniziativa dell’Ordine dei Geologi.
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«È una iniziativa che mira a far capire quali sono i legami diretti che ci sono tra la Geologia, il suolo e le trasformazioni vitivinicole, quindi la qualità dei vini, soprattutto dei vini nostri, quelli eccellenti», spiega Salvatore Valletta presidente dell’Ordine dei Geologi della Puglia (Org).
L’obiettivo dell’incontro è evidenziare lo stretto legame tra vino e contesto geo-pedologico. È valorizzare le produzioni, importanti sul piano vitivinicolo e spiegare che senza la Geologia, lo studio del suolo, la pedologia, non si otterrebbero certi risultati. E che il suolo, i terreni vanno protetti dai vari dissesti. È quindi fondamentale il rapporto tra geologia e vino.
L’incontro è inserito in un ciclo di eventi voluti dalla Sigea, Società italiana di geologia ambientale, che si è svolto in più tappe a partire dal 2017,
Quello che mettiamo nel bicchiere è soprattutto Geologia
«A noi come Geologi interessa evidenziare tutte le caratteristiche dei terreni. Quindi, se un terreno è calcareo, oppure argilloso; sulle terre rosse la qualità di un vino è diversa da altri» continua Valletta al nostro telefono. «L’esposizione dei versanti: a nord, a sud, a est, oppure ovest; l’inclinazione dei declivi, la quota, l’umidità, la climatologia, la granulometria, sono tutti elementi essenzialmente di tipo geologico, che influenzano la qualità del vino. La tipologia del vino».
La coltivazione della vite è strettamente collegata alla conoscenza del territorio, con il suo elemento caratteristico che vede nella Geologia dei luoghi l’elemento che determina le caratteristiche del vitigno.
«Lo stesso terreno esposto a nord dà un bicchiere di serie A, esposto a sud dà un bicchiere di serie B», spiega ancora il geologo e assaggiatore di vino dell’ONAV. «Noi siamo tecnici del vino, siamo inclini alla valutazione del vino, che punteggio gli diamo».
Conoscere questi aspetti, conoscere la biodiversità del luogo associata all’attività di coltivazione dei vitigni, può assicurare un futuro alle eccellenze del nostro territorio, affermano i geologi.
La scienza che studia il suolo è la Pedologia, una materia che sta a cavallo tra la Geologia e l’Agronomia.
Il convegno intende anche evidenziare perché l’attività professionale dell’esperto in Pedologia, che concentra le discipline del geologo, dell’agronomo, del paesaggista, dell’enologo e di altre figure professionali, non sempre è valorizzata.
Salvaguardare e preservare quei suoli sui quali la produzione vitivinicola costituisce la produzione di eccellenza dei nostri territori, è un «obiettivo può essere raggiunto solo attraverso strategie di mitigazione del rischio geo-idrologico», continua il presidente dell’Org.
«Se cerchiamo di approfondire il rapporto tra la viticultura e il territorio», afferma Antonello Fiore, presidente nazionale della Sigea, «ci rendiamo conto che sono la morfologia stessa, le caratteristiche geologiche del substrato, il clima o microclima di quei luoghi, l’esposizione dei versanti e le fasce altimetriche, a dare forza e vigore alla coltivazione delle vigne e al delizioso prodotto da esse derivato».
Per raggiungere l’obiettivo comune di progettazione, gestione e valorizzazione del paesaggio agricolo e rurale, per Giacomo Carreras, presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Bari, è importante fare rete tra i professionisti dediti al territorio. La cui «espressione più nota e apprezzata anche all’estero, che viene evidenziata ancora una volta, in un contesto storico-culturale-paesaggistico unico» è quello «delle Terre Federiciane» e «nell’opera di Castel del Monte».
La Geologia nel bicchiere
La giornata prevede anche la visita a due cantine locali «per divulgare la loro attività, per mostrare l’impegno che i produttori stanno mettendo per valorizzare il prodotto, descrivere la filiera, che parte dal terreno, fino a quello che mettiamo nel bicchiere» conclude Valletta. «Per questo l’abbiamo chiamata la “Geologia nel bicchiere”. L’iniziativa parte dai Geologi, con l’obiettivo di coinvolgere la componente agronomica, che sta accanto alla geologia, perché un buon vino viene dalla Geologia e dall’Agronomia».
La visita tecnica agli stabilimenti delle cantine Crifo e Mazzone vale come aggiornamento professionale, per geologi, agronomi/forestali o guide dell’Associazione italiana guide ambientali escursionistiche (Aigae).
Il convegno si svolge il 17 maggio 2019, a partire dalle ore 08:30, presso la Pinacoteca comunale ex Convento dei Domenicani a Ruvo di Puglia. Clicca qui per vedere il programma
L’evento è stato organizzato da Società italiana di geologia ambientale (Sigea), Ordine dei geologi della Puglia (Org), Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della Provincia di Bari e Sigea Toscana, nella persona del referente Francesco Stragapede.
Il meeting ha ottenuto il patrocinio del Consiglio Nazionale delle Ricerche, del Consiglio Regionale della Puglia, del Comune di Ruvo di Puglia, del Centro internazionale di alti studi agronomici mediterranei (Ciheam) di Bari, dell’Istituto di istruzione superiore R. Lotti – Umberto I del Comune di Andria, dell’Università degli studi Aldo Moro di Bari e del Collegio degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati di Bari-Bat.