martedì, Settembre 17, 2024

Il suolo: una soluzione al cambiamento climatico

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MENTRE IL MONDO SI CONFRONTA CON LA CRESCENTE MINACCIA DEL RISCALDAMENTO GLOBALE DI 1,5ºC, GLI ESPERTI CHIEDONO CHE IL “SUOLO SANO” SIA VISTO COME UNA SOLUZIONE E NON COME UNA “VITTIMA“. UN SUOLO SANO POTREBBE, INFATTI, ESSERE LA CHIAVE PER AFFRONTARE IL PROBLEMA DELLA CRISI CLIMATICA, FUNGENDO DA SERBATOIO DI CARBONIO VITALE PER PROTEGGERE IL NOSTRO PIANETA DA UN AUMENTO DI TEMPERATURA DI 2°C

Un suolo sano per un ambiente in salute 

Recenti risultati del servizio Copernicus sui cambiamenti climatici dellUE ci hanno consegnato una realtà sconvolgente.

Stiamo già violando il limite di 1,5°C, di riscaldamento globale. Il mondo è in crisi e i sistemi alimentari attuali sono complici di questa emergenza climatica: contribuiscono a 1/3 delle emissioni globali di gas serra.

In questo contesto, il suolo viene spesso definito come “vittima”. Di fronte a questa sfida, gli esperti sollecitano un cambio di paradigma nellatteggiamento globale verso la salute dello stesso.

Secondo una recente analisi, un suolo agricolo ben curato potrebbe infatti sequestrare fino al 27% delle emissioni necessarie per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di quella soglia critica. Ad affermarlo Praveena Sridhar, Chief Technology Officer del Movimento “Salva il Suolo”, sostenuto da UNEP, UNCCD e WFP, secondo cui  «un suolo sano ci darà la possibilità di lottare per evitare che il riscaldamento globale raggiunga i 2°C e di invertire i risultati del riscaldamento a cui stiamo assistendo». 

Urge un cambiamento

Sridhar ha altresì sottolineato l’urgenza del cambiamento. «Alla luce di questi nuovi dati del Copernicus Climate Change Service, ci troviamo al crocevia di molteplici sfide ambientali. Questi risultati dimostrano esattamente questo e rafforzano il ruolo critico del suolo vivente come soluzione per la mitigazione del cambiamento climatico».

«È giunto il momento di cambiare paradigma nel modo in cui percepiamo e trattiamo i nostri suoli, non solo come risorsa ma come potenti alleati nella nostra battaglia contro il riscaldamento globale. Accendendo i riflettori sulla crisi globale dei suoli e sul loro potenziale di essere una parte sostanziale della soluzione alla crisi climatica, ci daremo una possibilità di combattere per impedire che il riscaldamento raggiunga i 2°C».

Di conseguenza, è tempo di abbandonare lidea di adattamento” e di abbracciare il suolo come uno strumento di mitigazione” dei cambiamenti climatici, consentendo così laccesso a finanziamenti significativamente più consistenti.

«La Terra e il Suolo sono una soluzione importante contro il cambiamento climatico, in particolare per il sequestro del carbonio, insieme alla riduzione dell’inquinamento e al ripristino della biodiversità. È necessario concentrarsi molto di più su di esso. Come possiamo vedere da questa analisi, c’è un enorme potenziale per evitare l’aumento delle temperature globali a 2 gradi».

Questo il commento del Dr. Muralee Thummarukuddy, Direttore dell’Ufficio di coordinamento dell’Iniziativa Globale per la Terra del G20 della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione.

In che modo il suolo può diventare una preziosa risorsa ?

L’agricoltura rigenerativa come soluzione alle sfide ambientali

Gli esperti concordano che una transizione verso un’agricoltura rigenerativa non solo attenuerebbe limpatto ambientale dei nostri sistemi alimentari, ma potrebbe anche giocare un ruolo chiave nel sequestro del carbonio atmosferico.

Secondo le analisi, essa potrebbe sequestrare fino al 27% delle emissioni necessarie per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 °C.

Utile precisare che questa pratica olistica, nata agli inizi degli anni ’80, consiste in una gestione del territorio che sfrutta il potere della fotosintesi nelle piante per chiudere il ciclo del carbonio e costruire la salute del suolo, laresilienza delle colturee ladensità dei nutrienti.

Applicando questa tecnica,i terreni agricoli che emettono carbonio, potrebbero trasformarsi in vere e proprie spugne di carbonio, rendendo così i terreni non solo neutri, ma addirittura negativi dal punto di vista delle emissioni di carbonio.

Ovviamente, questa trasformazione non riguarda solo il cambiamento del nostro atteggiamento verso il suolo, ma richiede un sostegno politico e investimenti che favoriscano la transizione verso sistemi alimentari sani per le persone e per il pianeta.

E qui casca l’asino…

Una disparità di fondi

Passare a pratiche agricole rigenerative, come coltivazioni di copertura, rotazioni delle colture e pratiche no-tillage (evitano la lavorazione del terreno che distrugge la struttura del suolo), richiede sostegno finanziario per gli agricoltori.

Tuttavia, il rapporto di finanziamento non è cambiato drasticamente nel tempo ed è ancora ben lontano dalla parità auspicata dall’Accordo di Parigi.

Il trattato internazionale stipulato tra gli Stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, riguardo alla riduzione di emissione di gas serra e alla finanza, raggiunto il 12 dicembre 2015 e che riguarda il periodo a decorrere dal 2020, tarda a sortire effetti concreti.

Nello specifico, il rapporto tra i fondi stanziati per ladattamento e quelli destinati alla mitigazione è di circa 1:10. Questo divario significativo, che nel 2019 -2020 si traduceva in 46miliardi di dollari per ladattamento e 571miliardi di dollari per la mitigazione, evidenzia la necessità di un cambiamento di paradigma. 

Ad affrontare la questione dei finanziamenti, Hunter Lovins, presidente e fondatore di Natural Capitalism Solutions. «Il problema non è che non ci sono abbastanza soldi– il trucco è far uscire i soldi dal sistema finanziario per portarli agli agricoltori – quando si fa questo, tra laltro, si costruisce anche la capacità politica».

COP28 non menziona il suolo tra le priorità

È sorprendente notare che né il suolo” né l’agricoltura” sono state citate come strategie di mitigazione nel Global Stocktake Report della 28ª conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 28) che si è svolta dal 30 novembre al 13 dicembre 2023 a Dubai. 

A prendere la parola sulla questione alcune “voci fuori dal coro” come ad esempio il famoso yogi indiano Sadghuru, fondatore di “Salva il Suolo”, intervenuto il 4 dicembre 2023.

«La fonte di ogni vita e sostentamento è un Suolo ricco. Senza affermare e attuare delle misure di conservazione del suolo, ci saranno devastanti ripercussioni senza precedenti sui mezzi di sostentamento degli agricoltori, sui cambiamenti climatici e sulle migrazioni non pianificate. Il momento è ora». 

L’importanza del suolo

In un mondo in cui l’ambiente è sempre più minacciato, il movimento Salva il Suolo si presenta insomma come un faro di speranza. Con il sostegno di organizzazioni internazionali come UNCCD, UNEP, UNFAO, IUCN e il World Food Program, il movimento lavora per sensibilizzare e mobilitare governi e individui per adottare politiche e pratiche che proteggano e rigenerino il suolo.

Non possiamo, dunque, che concordare con il commento della dott.ssa Rosa Maria Poch, presidente del Gruppo Tecnico Intergovernativo sui Suoli, la quale ha sottolineato l’importanza di prendersi cura del suolo come risorsa preziosa. «È tempo di riconoscere che occupandoci del suolo, il più grande ecosistema vivente del mondo, e prendendocene cura, potremmo trovare le risposte che abbiamo sempre cercato».

Per ulteriori informazioni e per unirti al movimento, visita Savesoil.org/COP28.

Numero verde ONA

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