mercoledì, Gennaio 22, 2025

Il Rinascimento del luppolo. Innovazione sostenibile e tradizione locale per la birra “Made in Italy”

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A FINE NOVEMBRE, CARLSBERG ITALIA E IL CREA (CONSIGLIO PER LA RICERCA IN AGRICOLTURA E L’ANALISI DELL’ECONOMIA AGRARIA) HANNO SIGLATO UN ACCORDO STRATEGICO PER INCENTIVARE LA COLTIVAZIONE DEL LUPPOLO IN ITALIA, PROMUOVERE LA SOSTENIBILITÀ E INAUGURARE UN “RINASCIMENTO” DEL MADE IN ITALY NEL PANORAMA BRASSICOLO INTERNAZIONALE. L’INTESA SI COLLOCA ALL’INTERNO DEL PROGETTO LOB.IT, UN’INIZIATIVA CHE MIRA A INTEGRARE RICERCA SCIENTIFICA, INNOVAZIONE TECNOLOGICA E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE AGRICOLE LOCALI, PER DAR VITA A UNA FILIERA BRASSICOLA ITALIANA SEMPRE PIÙ SOSTENIBILE, EFFICIENTE E COMPETITIVA

Il Rinascimento dell’agricoltura brassicola italiana

La birra, da sempre simbolo di convivialità e celebrazione, racconta una storia millenaria che ha attraversato epoche e civiltà, evolvendosi insieme all’umanità. Le sue origini risalgono all’antichità, quando i popoli mesopotamici scoprirono che la fermentazione dei cereali poteva generare una bevanda al tempo stesso nutriente e inebriante.

Tuttavia, fu nel Medioevo che questa bevanda iniziò ad assumere le caratteristiche che conosciamo oggi, grazie all’introduzione del luppolo. Questa pianta, con le sue straordinarie qualità aromatiche e conservanti, donò al prodotto un equilibrio perfetto tra amarezza e profumi complessi, rendendola più stabile e gustosa.

In Italia, tuttavia, la produzione birraria ha sempre occupato una posizione marginale rispetto ad altre nazioni europee, come Germania, Belgio o Repubblica Ceca, dove la birra è profondamente radicata nella cultura locale.

In queste nazioni, monasteri medievali e corporazioni artigiane hanno infatti avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo di tecniche produttive all’avanguardia. Al contrario, in Italia la produzione di birra è rimasta a lungo confinata a piccoli laboratori artigianali, senza mai evolversi in un’industria strutturata e capillare.

Inoltre, anche fattori geografici e climatici hanno ostacolato lo sviluppo di una filiera brassicola (tutto ciò che riguarda la produzione della bevanda) strutturata e competitiva.

Italia “Patria” del vino

Dal punto di vista geografico, l’Italia, con il suo clima mediterraneo e la sua varietà geografica, si è rivelata un territorio ideale per la coltivazione della vite, cosicché il vino è diventato il protagonista indiscusso della tradizione enogastronomica nazionale. Di contro, la birra, è stata percepita come un prodotto meno sofisticato e culturalmente distante dalla sensibilità italiana.

Anche le condizioni climatiche hanno avuto un peso rilevante. La produzione birraria richiede materie prime come l’orzo e il luppolo, che crescono rigogliose in climi più freschi e umidi, tipici del Nord Europa. 

In gran parte del territorio italiano, il clima più caldo e secco ha reso difficile lo sviluppo di coltivazioni autoctone su larga scala, costringendo i produttori a importare queste materie prime. Questo ha comportato costi maggiori, ragion per cui, la birra italiana è meno competitiva rispetto a quella dei Paesi nordici.

Negli ultimi decenni, tuttavia, il panorama è radicalmente cambiato. L’esplosione dei birrifici artigianali ha dato nuova vita al settore, trasformando la birra in un prodotto di grande valore culturale e gastronomico. I birrai italiani hanno iniziato a sperimentare con ingredienti locali, come spezie, castagne, agrumi e miele, così da creare birre uniche che riflettono la biodiversità e l’identità del territorio. Ma veniamo al progetto relativo al “rinascimento” nostrano del luppolo. 

Il progetto LOB.IT: innovazione e sostenibilità per una filiera tutta italiana

Carlsberg Italia, attraverso il marchio Birrificio Angelo Poretti e il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) hanno dato vita al progetto LOB.IT, un’iniziativa volta a costruire una filiera brassicola autenticamente italiana, improntata a sostenibilità, innovazione e valorizzazione del territorio.

Questo accordo strategico si pone l’obiettivo di introdurre tecnologie di precisione per la coltivazione del luppolo, favorendo l’adozione di pratiche agricole che rispettino le risorse naturali e ambientali. Parallelamente, l’intesa prevede un importante impegno nella formazione degli agricoltori, che saranno supportati nello sviluppo di competenze innovative per ottimizzare la resa delle colture e migliorare la qualità del prodotto finale.

Il percorso intrapreso si inserisce perfettamente nella strategia ESG (Environmental, Social, Governance) del Gruppo Carlsberg, che promuove un modello di agricoltura a basso impatto ambientale, strettamente integrato con le specificità del territorio locale.

Come ha sottolineato Serena Savoca, Marketing & Corporate Affairs Director di Carlsberg Italia: «La valorizzazione del luppolo coltivato in Italia è una priorità per noi e rappresenta un tassello fondamentale per sostenere il made in Italy e la crescita della filiera produttiva nazionale».

Il luppolo italiano: il rinascimento e le nuova opportunità per l’agricoltura locale 

Il luppolo coltivato in Italia non è solo una sfida agricola, ma anche una grande opportunità economica e culturale. L’Italia, famosa per la sua biodiversità e il suo patrimonio agroalimentare, ha le carte in regola per diventare un punto di riferimento per la produzione di luppolo di alta qualità.

Il coinvolgimento diretto delle imprese agricole e il supporto di istituzioni come il CREA garantiscono che questa transizione avvenga in modo sostenibile e vantaggioso per tutti gli attori della filiera.

«La ricerca e l’innovazione sono essenziali per creare ecosistemi produttivi in grado di competere sui mercati internazionali – ha commentato Andrea Rocchi, presidente del CREA –. Questo accordo rappresenta un modello di sinergia virtuosa tra industria e ricerca». 

Un brindisi al futuro della birra italiana 

La collaborazione tra Carlsberg Italia e CREA non è solo un progetto industriale, ma un simbolo di come il connubio tra tradizione e innovazione possa portare a risultati straordinari. La birra italiana, arricchita dal luppolo coltivato sul nostro territorio, si candida a diventare ambasciatrice del made in Italy nel mondo, celebrando il lavoro di agricoltori, ricercatori e imprenditori. In definitiva, in un boccale di birra italiana, non ci sono solo sapori e aromi, ma anche la passione di un Paese che guarda al futuro senza dimenticare le sue radici.

Numero verde ONA

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