Gli effetti “collaterali” della pandemia
Ormai ce lo stiamo ripetendo da tempo, questo Natale sarà diverso da quelli vissuti nell’infanzia e poi durante la nostra maturità.
Sarà diverso per i bambini, come per gli adulti, gli anziani, la gente comune, i lavoratori, per i settori della nostra vita quotidiana; per i medici e gli operatori sanitari.
Natale sottotono
Vuoi anche per le norme anti-covid19 emanate dal governo le celebrazioni del Natale 2020 dovrebbero essere sottotono. Niente abbracci e tavolate, shopping ridotto al necessario sia per evitare gli assembramenti – anche se le immagini in tv mostrano il contrario però -, sia perché la crisi economica causata dalla pandemia ha lasciato pochi soldi nelle tasche della gente.
Secondo la rivista USA Esquire, la pandemia ha colpito 171 Paesi – con almeno mille casi di infezione accertati, pari al 90% di tutte le nazioni al mondo.
Conseguenze psicologiche del Covid19
Sul lungo periodo – afferma il magazine americano – la pandemia, con tutta probabilità, avrà anche conseguenze psicologiche su molte persone.
A causa del lockdown le famiglie stanno vivendo una forma di stress diversa da tutte le altre – afferma sul periodico Nancy Sin, psicologa e ricercatrice all’Università della British Columbia -. Oltre che la paura per la propria salute, la gente sta avendo a che fare con la situazione economica, con i cambiamenti nel lavoro, con le relazioni familiari.
In Cina – scrive Esquire – il 35% della popolazione ha subito lo stress psicologico causato dalla pandemia. Cioè diversi milioni di persone.
Tra la gente, sottoposti a forte stress sono gli anziani – afferma la ricercatrice -, a causa del virus che colpisce in numero maggiore e più duro chi è avanti con l’età. Questo frangente provoca uno stato di paura per sé e per i propri amici, partner e coetanei.
A Natale anziani soli
Per ragioni sociali o economiche molti anziani vivono soli. Ma questo Natale si preannuncia per loro più doloroso del solito. Infatti, l’idea di stare da soli quando gli altri stanno insieme fa sentire vulnerabili, afferma Luca Salmieri, insegnante di sociologia della famiglia e della cultura all’Università La Sapienza di Roma. «È l’idea, non la certezza, di passare soli il momento in cui tutti gli altri sono in compagnia che fa male».
Il Covid19, i bambini e Babbo Natale
La pandemia ha angosciato anche i bambini di mezzo mondo. Come sta Babbo Natale? Porterà i regali a tutti anche quest’anno? A rassicurarli ci ha pensato Anthony Fauci, il super esperto americano in malattie infettive. «Sono andato al Polo Nord e ho vaccinato personalmente Babbo Natale così può consegnare i regali». Ha rassicurato Fauci, nel corso di un’intervista sulla tv americana CNN.
Maedici, infermieri e paramedici a rischio burnout
Una menzione particolare la meritano medici, infermieri, paramedici, che da quando è scoppiata la pandemia sono a rischio burnout, cioè di esaurimento psicofisico ed emozionale.
«Il burnout è una risposta cronica alle condizioni sanitarie», scrive, su Scientific American, una delle più antiche e prestigiose riviste di divulgazione scientifica, Colin West, internista che ha studiato benessere medico presso la Mayo Clinic. «Questa è una crisi acuta senza precedenti… Alti livelli di professionalità che possono provocare burnout».
Il coronavirus ha stravolto il sistema sanitario
Tagli alla Sanità hanno lasciato molti ospedali senza le risorse per rispondere con rapidità ed efficacia al flusso di pazienti in condizioni critiche colpiti dal Covid19.
Wendy Dean, psichiatra e co-fondatrice dell’associazione no profit Moral Injury of Healthcare, parla di “danno morale”. Moral Injury, appunto.
Questo termine è stato preso in prestito dai militari al rientro dalle missioni di guerra.
Il Moral Injury «si verifica quando una persona fa qualcosa che va contro le sue convinzioni morali profondamente radicate», afferma Dean.
Medici difronte a una scelta difficile
Nei medici, si può scatenare nel momento in cui, per esempio, non ci sono ventilatori sufficienti per curare tutti i pazienti Covid19 che ne hanno bisogno. Infatti i medici si sono trovati difronte alla scelta di chi ha dovuto ricevere il sostegno salvavita e chi no.
Jessica Gold, psichiatra presso la Washington University School of Medicine di St. Louis, e altri esperti – riporta il mensile scientifico – ritengono che gli operatori sanitari come gruppo potrebbero sviluppare alti tassi di ansia, depressione, problemi di uso di sostanze, stress acuto e, infine, stress post-traumatico come risultato di ciò che stanno vivendo in prima linea in caso di pandemia. Poiché questo evento è senza precedenti, Gold teme che anche i danni psicologici saranno senza precedenti.
Gli effetti collaterali del Covid19
Un sondaggio condotto su 1.257 medici e infermieri durante l’apice della pandemia COVID-19 in Cina ha rilevato che circa il 50% degli intervistati ha riferito sintomi di depressione, il 44% ha riferito sintomi di ansia e il 34% ha riferito di insonnia.
Sono tanti, troppi, anche i medici che il coronavirus ha spazzato via. A cominciare da Li Wenliang, il giovane medico che per primo lanciò inascoltato l’allarme sul coronavirus in Cina. In Italia sono 263 i medici che hanno perso la vita a causa del Coronavirus. L’ultimo è stato Giulio De Luca, deceduto il 24 ottobre scorso, di medicina generale come altri 93, otto erano in pensione e si sono offerti volontari.
Personale sanitario “vittime del dovere”
«Il Covid19 ha ricadute non solo sanitarie e sociali – afferma l’avv. Ezio Bonanni presidente dell’ONA – ma anche economiche e nel mondo del lavoro. Per questo motivo, l’ONA, consapevole della concreta realtà dei fatti, auspica che ci siano allo stesso tempo misure di prevenzione e protezione e un rafforzamento del sistema sanitario. in particolare di quello territoriale. Auspica che tutti i medici, infermieri e paramedici siano riconosciuti non solo come vittime di malattia professionale ma anche vittime del dovere».