venerdì, Maggio 23, 2025

Il corallo che cammina. Lo straordinario Cycloseris Cyclolites e la sua strategia di sopravvivenza

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SORPRENDENTE SCOPERTA DELL’UNIVERSITÀ DEL QUEENSLAND, IN AUSTRALIA. IL CYCLOSERIS CYCLOLITES, UNA MINUSCOLA E AFFASCINANTE SPECIE DI CORALLO FUNGO, È IN GRADO DI MUOVERSI LUNGO IL FONDALE MARINO ALLA RICERCA DELLA LUCE. QUESTA ABILITÀ RIVELA UN NOTEVOLE ADATTAMENTO A UN AMBIENTE OCEANICO IN CONTINUA EVOLUZIONE

“Corallo: alzati e cammina” 

Quando si pensa ai coralli, l’immagine che viene in mente è quella di organismi fissi, ancorati al loro habitat nei pressi di barriere sottomarine. Tuttavia, questa visione tradizionale è confutata dal Cycloseris cyclolites, un minuscolo membro della famiglia dei fungidi. Dotato di una struttura discoidale e da una caratteristica “asocialità”, questo organismo non è ancorato al substrato come accade per molti dei suoi simili, ma si sposta lentamente alla ricerca di luce, indispensabile per la sopravvivenza delle zooxantelle (microrganismi fotosintetici unicellulari) simbiotiche che ospita.

Uno studio, pubblicato su PLOS One nel 2025 e guidato da Brett Lewis dell’Università del Queensland, in Australia, ha documentato questo comportamento attraverso video in time-lapse (tecnica di ripresa e montaggio video creativa che permette di manipolare la frequenza dei fotogrammi). Durante l’esperimento, uno degli esemplari ha percorso 43,73 millimetri in 24 ore.

Il meccanismo alla base di questo movimento è complesso e affascinante. Il processo inizia con il rigonfiamento dei tessuti esterni, che sollevano la parte centrale dell’organismo dal fondale. Successivamente, una contrazione dei tessuti trasferisce la forza a una sorta di “piede” situato sotto la struttura discoidale. Questo ciclo di espansione, contrazione e torsione genera un movimento pulsante, simile a quello delle meduse, permettendo al Cycloseris cyclolites di avanzare gradualmente verso una sorgente luminosa.

La luce come guida: una questione di sopravvivenza

Il movimento del Cycloseris cyclolites non è casuale, ma strettamente orientato alla ricerca della luce ottimale per la fotosintesi. Come molti polipi, questa specie vive in simbiosi con i dinoflagellati, minuscoli organismi fotosintetici che producono energia dalla luce solare e la trasferiscono al corallo. Ma quale colore preferiscono?

Inseguendo il blu: il fascino luminoso dei coralli in movimento

Gli esperimenti hanno mostrato che l’86,7% di questi organismi sceglie con decisione il bagliore blu rispetto alla luce bianca, spostandosi lentamente ma intenzionalmente verso questa specifica sorgente luminosa. Solo una minoranza, il 13,3%, sembra orientarsi diversamente.

Questa preferenza non è casuale, ma radicata nell’habitat naturale di questi polipi. A profondità maggiori, dove vivono, le lunghezze d’onda della luce blu (tra 420 e 510 nanometri) penetrano con maggiore efficacia rispetto a quella bianca, che viene assorbita quasi completamente negli strati superficiali del mare. Il blu, dunque, non è solo un colore, ma un esempio straordinario di adattamento evolutivo, che sottolinea ancora una volta la complessità e l’intelligenza nascosta negli ecosistemi marini.

Implicazioni ecologiche e cambiamenti climatici

La capacità del Cycloseris cyclolites di spostarsi potrebbe rappresentare un’importante strategia di sopravvivenza in un mondo in rapida trasformazione climatica. Le acque superficiali, sempre più calde a causa del cambiamento climatico, stanno causando fenomeni devastanti come lo sbiancamento dei coralli, una condizione in cui i dinoflagellati (alghe microscopiche che rappresentano uno dei più importanti gruppi del fitoplancton) abbandonano i tessuti del polipo, portandolo spesso alla morte.

Il nostro corallo, migrando verso zone più profonde e fresche, potrebbe evitare gli effetti più gravi del riscaldamento globale. Come ha sottolineato Lewis, «le strategie di movimento di questi coralli potrebbero aiutarci a prevedere come alcune specie marine si adatteranno alle variazioni ambientali, aumentando le loro possibilità di sopravvivenza in condizioni estreme».

Una sofisticazione neurologica inattesa

Il movimento coordinato del Cycloseris cyclolites rivela una complessità neurologica sorprendente per un organismo che, fino a poco tempo fa, si riteneva privo di comportamenti sofisticati. Il confronto con le meduse, parenti lontane del corallo, suggerisce che esiste una connessione evolutiva che consente a entrambi gli organismi di muoversi in modo simile, utilizzando pulsazioni ritmiche per navigare nell’ambiente marino.

L’importanza della ricerca: un passo avanti nella conservazione

Lo studio sul “corallo che cammina” non è solo una curiosità scientifica, ma offre informazioni cruciali per la conservazione degli ecosistemi marini. La capacità di adattamento di questo corallo potrebbe ispirare strategie per proteggere altre specie più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. Inoltre, comprendere meglio i meccanismi che regolano il movimento e l’interazione con la luce potrebbe portare a nuove soluzioni per mitigare gli impatti sulle barriere coralline.

Come ha spiegato Lewis, «le conoscenze acquisite da queste osservazioni possono essere applicate per capire come le specie marine risponderanno a sfide future, come il riscaldamento delle acque e la riduzione della luce a causa dellacidificazione degli oceani».

Numero verde ONA

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