NEL CANAVESE, IN PIEMONTE, SU UN’ALTURA CHE FA PARTE DELLA STRAORDINARIA BARRIERA MORENICA DELLA SERRA DI IVREA, SI ERGE MAESTOSO IL CASTELLO DI MASINO, UN SIMBOLO DI STORIA, ARTE E NATURA CHE HA ATTRAVERSATO MILLE ANNI DI VICENDE
Il fascino del Canavese e l’incontro con il Castello
Il Canavese, una regione piemontese di rara bellezza, si distingue per la sua ricchezza paesaggistica e naturale. Tra le sue gemme si trova la Serra di Ivrea, uno dei più grandi e meglio conservati cordoni morenici d’Europa. Questa imponente formazione glaciale, originata durante l’ultima era glaciale dal movimento del ghiacciaio Balteo, si estende per circa 25 chilometri, creando una barriera naturale di straordinaria imponenza.
Le morene, accumuli di detriti lasciati dal ghiacciaio durante il suo avanzamento e ritiro, modellano infatti il territorio con colline dolci e terreni fertili, che rendono il paesaggio unico e di grande valore geologico.
In questo contesto idilliaco, il Castello di Masino si erge maestoso su un’altura che domina la pianura sottostante. Da questa posizione privilegiata, lo sguardo spazia su un panorama che unisce la bellezza incontaminata della natura a una storia millenaria.
Questo luogo incantevole non è solo una testimonianza del glorioso passato della famiglia Valperga di Masino, ma anche un esempio di accessibilità e inclusione, che rende la cultura e la bellezza della natura fruibili a tutti, compresi i visitatori con disabilità.
Acquisito dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano nel 1988 grazie alla generosa donazione della famiglia Valperga, il maniero si è affermato come un magnifico esempio di architettura nobiliare piemontese. Originariamente concepito nel Medioevo come una solida fortezza difensiva, si è trasformato nei secoli in una raffinata residenza aristocratica, rispecchiando il gusto e il bisogno di comfort della famiglia Valperga durante i periodi di villeggiatura.
Oltre a essere stato una dimora di prestigio, il castello ha rivestito il ruolo di importante centro culturale, accogliendo l’élite dell’intellighenzia e ospitando personalità illustri che ne hanno arricchito la storia e il fascino. Ma iniziamo il viaggio.
Un viaggio dentro il Castello di Masino tra tesori di storia e cultura
All’interno del Castello di Masino, ogni ambiente trasporta il visitatore in un’atmosfera intrisa di storia e raffinatezza, che racconta le vicende di una delle famiglie più illustri del Piemonte. Il Salone degli Stemmi, maestoso e riccamente decorato, celebra i legami dinastici della famiglia Valperga attraverso affreschi araldici che impreziosiscono le pareti. Questo spazio imponente, destinato a ricevimenti e incontri diplomatici, incarna l’essenza della vita pubblica e cerimoniale dell’aristocrazia.
Le stanze private e gli appartamenti di rappresentanza esprimono un’intimità ricca di eleganza. La camera della Regina, con il suo sontuoso letto a baldacchino e gli arredi d’epoca, rivela il gusto raffinato e l’attenzione al comfort che caratterizzavano la quotidianità della nobiltà. Ogni dettaglio, dai soffitti affrescati ai pavimenti in legno intarsiato, testimonia un passato intriso di splendore e cura estetica.
La biblioteca, autentico gioiello del castello, custodisce una collezione di oltre venticinquemila volumi antichi (molti risalgono ai secoli XVI-XVIII). Questo straordinario archivio del sapere include trattati di astronomia, opere letterarie e documenti storici, che riflettono il ruolo intellettuale e culturale del casato dei Valperga.
Anche la cappella privata merita attenzione, con i suoi affreschi sacri e le reliquie che evocano un’atmosfera di spiritualità e raccoglimento. Questo spazio, più intimo rispetto agli altri ambienti del castello, rappresenta il legame profondo tra la famiglia e la fede.
Il parco monumentale “a tema”: un capolavoro di paesaggistica
Il parco monumentale, che circonda il castello, rappresenta un autentico capolavoro di progettazione paesaggistica. Gli spazi verdi, articolati secondo diversi stili, creano una varietà di ambientazioni che incantano il visitatore. I giardini all’italiana, con le loro geometrie rigorose e le siepi di bosso perfettamente modellate, evocano un senso di ordine e classicità, mentre i giardini alla francese, con i loro parterre fioriti e le simmetrie eleganti, esprimono una maestosità raffinata.
Il parco all’inglese, invece, introduce un’atmosfera più naturale e romantica, con sentieri sinuosi che attraversano radure fiorite e boschetti ombrosi. Alberi monumentali, come querce e cedri secolari, dominano il paesaggio, regalando scorci suggestivi e un senso di quiete.
Flora e fauna: un paradiso naturale
Tra le meraviglie del parco spiccano i cipressi imponenti, sentinelle verdi che svettano eleganti, e i rosai profumati, i cui petali dai colori intensi si aprono in primavera, creando un contrasto vivido con il verde intenso delle siepi e dei prati. Le aiuole fiorite, curate con maestria, si trasformano in veri e propri tappeti cromatici che variano nel corso dell’anno, seguendo il ritmo della natura e celebrando ogni stagione con le sue peculiarità.
Percorrendo i sentieri ombreggiati, i visitatori possono scoprire una ricca varietà di piante autoctone, testimoni della biodiversità del territorio. Questi esemplari, che crescono spontaneamente o sono stati sapientemente integrati nella progettazione paesaggistica, raccontano la storia del Canavese, un luogo dove la natura ha sempre avuto un ruolo primario.
Particolare attenzione meritano gli alberi secolari, autentici monumenti naturali che hanno attraversato i secoli, a testimonianza della relazione armoniosa che si è instaurata nel tempo tra l’uomo e il paesaggio.
Tra le specie presenti nel parco, alcune sono esotiche, introdotte nei secoli per arricchire la collezione botanica del castello, mentre altre sono legate al territorio, come i castagni e i tigli, che da sempre caratterizzano il paesaggio del Piemonte.
Il labirinto di carpini
Tra le meraviglie del parco spicca il labirinto di carpini (alberi della famiglia delle Betulaceae), un’opera botanica e architettonica di rara bellezza. Ricostruito nel 2009 sulla base di antiche mappe settecentesche, si estende su una vasta area ed è formato da alte pareti verdi che si intrecciano in un dedalo avvincente. Oggi, il labirinto, il secondo più grande d’Italia, dopo quello della Masone, a Fontanellato, in provincia di Parma, rappresenta una sfida ludica e intellettuale che affascina grandi e piccoli.
Elementi decorativi come fontane ornamentali e viali alberati arricchiscono ulteriormente l’esperienza del parco. Le terrazze panoramiche, situate nei punti più strategici, consentono di ammirare la vastità del paesaggio circostante, una distesa di colline, campi e borghi che si perdono all’orizzonte. Gli antichi orti e frutteti, che un tempo rifornivano il castello, aggiungono un tocco di autenticità, raccontando il legame tra la dimora e le sue terre.
Un castello per tutti: iniziative di accessibilità
Il Castello di Masino si distingue anche per le sue iniziative di inclusione e accessibilità. Grazie al progetto “Bene FAI per tutti”, il maniero è completamente accessibile ai visitatori con disabilità. Rampe e percorsi agevolati permettono di esplorare gli interni e i giardini senza ostacoli, mentre materiali educativi in linguaggi accessibili e guide facilitate consentono una visita arricchente e autonoma.
Il progetto si estende a diverse categorie di disabilità, comprese quelle intellettive e sensoriali, così da garantire esperienze di visita su misura e coinvolgenti. Ma prima di concludere, non possiamo non raccontare qualche mistero legato al luogo.
Leggende e misteri
Come ogni antico maniero, il Castello di Masino non è solo un luogo di storia e architettura, ma anche un custode di leggende che intrecciano realtà e immaginazione. Si narra che tra le sue mura si aggiri lo spirito inquieto di una dama legata alla famiglia Valperga, il cui amore tragico continua a vivere nelle notti di luna piena.
Secondo la tradizione popolare, questa figura eterea si muoverebbe silenziosa attraverso i saloni e i corridoi del castello, portando con sé un’aura di malinconia. Alcuni giurano di aver percepito la sua presenza nei momenti di quiete, un sussurro leggero o un movimento fugace che alimenta il mistero.
A rendere il castello ancora più affascinante sono i racconti che parlano di passaggi segreti celati tra le spesse mura e di tesori nascosti, forse lasciati lì durante i secoli turbolenti in cui la fortezza fu testimone di guerre e intrighi. Questi passaggi, che un tempo potevano collegare il castello alla campagna circostante, non solo alimentano l’immaginazione, ma offrono spunti per ricercatori e appassionati di storia che continuano a indagare sui segreti del maniero.
Quanto al labirinto, si dice che in passato fosse utilizzato non solo per giochi di società, ma anche come strumento per meditazioni simboliche. Una sorta di simbolico viaggio interiore”, che invita chi lo attraversa a riflettere sulla propria esistenza e a ritrovare – come cantava Franco Battiato – il proprio “centro di gravità permanente”, quella stabilità interiore che consente di affrontare con equilibrio le complessità della vita.