mercoledì, Ottobre 9, 2024

Il 2021: anno chiave per l’ambiente, tra G20 e COP26

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Alla COP26 successo parziale a favore del clima

Il Coronavirus, si sa, ci ha impartito molte dure lezioni, la più importante delle quali è di certo stata la facilità con cui i problemi di uno possano incidere sulla vita di tutti, diventando una sfida globale. In un mondo sempre più interconnesso, la teoria dell’effetto farfalla si è dunque estesa a ogni sfera della realtà, ambiente compreso.

Gli incontri del G20 durante il 2021, sotto presidenza italiana, sono cruciali proprio per questo e il tema del clima è stato e sarà oggetto di molte attenzioni, tra G20 e Cop26.

Parole d’ordine: Persone, Pianeta e Prosperità. Fronte comune per aiutare la Terra e lo sviluppo sociale. Nessuno indietro.

Il G20 di Napoli: una soluzione incompleta

Già il 22 e il 23 luglio a Napoli, durante il passato G20 su ambiente, clima ed energia, si è cercato di conciliare tutela ambientale e progresso comune. Ad aderirvi, Paesi responsabili dell’80% delle emissioni globali di CO₂, tra cui i principali produttori di petrolio: Arabia Saudita, USA, Russia, Canada e Cina; la discussione si è articolata su tre filoni: biodiversità e ripristino degli ecosistemi, cardini della COP15 di Kunming, economia circolare e finanza verde.

Si è trattato del G20 di un mondo che ha ricominciato a respirare nel momento in cui sono cessate le attività antropiche; del G20 di un pianeta che non si può permettere con le sue sole forze un volto più pulito.

La due giorni di incontri ha prodotto un documento finale condiviso in 58 punti su 60.

Su cosa non è stato trovato un accordo?

Non si è infatti trovato un accordo sul contenere il riscaldamento globale sotto gli 1,5°C, come da Accordi di Parigi, al 2030 ed eliminare il carbone dalla produzione energetica per il 2025. Rimane la decisione di sovvenzionare i Paesi più deboli, coerente con l’attenzione riservata alla correlazione tra ambiente e povertà. Un documento non conclusivo, quindi, che punta sugli impegni della Cop26 di Glasgow e del G20 che si è tenuto a Roma.

L’uomo detta le nuove proporzioni del mondo nel logo del G20.

Il Vertice di Roma e la Cop26 di Glasgow: guardiamo al futuro per avere un futuro

Il vertice dei capi di Stato e di Governo dei Paesi del G20, tenutosi il 30 e 31 ottobre scorso a Roma, vede ancora il clima protagonista. Le fonti diplomatiche dichiarano di aver trovato un accordo che completerebbe quanto già deciso a Napoli, ponendo il 2050 come target per le emissioni zero. Tutti i Paesi hanno accettato di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C. Draghi accoglie le decisioni con ottimismo: stop ai finanziamenti sui combustibili fossili e al via un fondo di 100 miliardi per i Pesi in via di sviluppo. Per il premier, sono solide le basi su cui porre i provvedimenti di Glasgow.

Decisioni importanti e decisive per il futuro del nostro pianeta spettano alle potenze riunite a Glasgow

Con un anno di ritardo a causa della pandemia, in Scozia si preme per accelerare la decarbonizzazione e la transizione verso i veicoli elettrici, proteggendo gli ecosistemi. Si incoraggiano gli investimenti nelle energie rinnovabili e si costruiscono infrastrutture più resistenti per scongiurare perdite in termini ambientali e umane. A scoraggiare i propositi nella breve durata è l’India, terzo inquinatore della Terra dopo Cina e USA: carbon free non prima del 2070. Pur coprendo il 50% del fabbisogno energetico con le rinnovabili, deve infatti far fronte a un’economia basata proprio su carbone e trasporto su strada.

Promesse future

Entro il 2030 oltre cento Paesi, tra cui Cina e Brasile, si impegnano ad arrestare la deforestazione, stanziando 20 miliardi tra fondi pubblici e privati; in questo contesto, sono previsti anche meccanismi di inclusione delle popolazioni indigene, il cui aiuto è fondamentale per il mantenimento della promessa. Che i due Paesi citati siano favorevoli è una apprezzabile vittoria, tra il primato di deforestazione incorporata del primo e quello di deforestazione del secondo. Sono decisioni importanti, attente a non lasciare indietro qualcuno, che ci ricordano che occorre guardare al futuro tutti insieme, se vogliamo ancora averne uno.

Numero verde ONA

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