giovedì, Marzo 20, 2025

I tetti all’italiana di Gustave Flaubert

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Flaubert: viaggio in Puglia, tra Bari Foggia e ritorno dall’Egitto

“Il fiume era bordato da un greto sabbioso. Si incontravano zattere di legname che si mettevano a ondeggiare per il risucchio, o anche, seduto in una barca senza vela, un uomo che pescava. Poi le nebbie vaganti si sciolsero, il sole apparve, la collina che seguiva a destra il corso della Senna a poco a poco si abbassò e un’altra salì, più vicina, sulla riva opposta: incoronata da alberi, tra case basse dai tetti all’italiana” (Gustave Flaubert)

I tetti all’italiana di Parigi

Gustave Flaubert a Ostuni - Cestro Storico visto da Sud
Ostuni – Cestro Storico visto da Sud ((Domenico Tangaro Architetto)

I tetti all’italiana che Gustave Flaubert cita e descrive nelle pagine dell’Educazione Sentimentale, ancora oggi, sono visibili sulla riva sinistra della Senna, in prossimità del Parc de L’Ile de la Jatte alle porte di Parigi. Ricordano molto i tetti di Puglia che egli ha visto in viaggio, a Ostuni, passando per le terre di Brindisi, Bari e Foggia, provenendo dall’Egitto.

Il soggiorno in Puglia portò Gustave Flaubert prima a San Vito dei Normanni, poi a Carovigno, a Monopoli e, infine, a Ostuni. Come riferiscono gli appunti del suo diario, raccolti nel suo primo libro “Viaggio in Egitto”.

Il giovanotto rosso di Brindisi

A Brindisi annotò l’incontro con marinai in maglione, musicisti, ambulanti e, in particolare, un giovanotto rosso in cappottino di velluto e basco calzato sull’orecchio. Fuori città, annotò i colori di una passeggiata lungo una strada polverosa, friabile e spessa, delimitata da boschetti di querce.

Le lanterne appese al muro dell’albergo di Ostuni

Gustave Flaubert a Ostuni - Centro Storico Casa Privata
Ostuni – Centro Storico Casa Privata ((Domenico Tangaro Architetto)

Nelle poche pagine del viaggio pugliese, l’occhio di Gustave Flaubert colse anche le fumose lanterne appese al muro dell’albergo di Ostuni. La cena a base di arance, insalata e capperi; la tappezzeria rossa delle vecchie carrozze trainate da tre cavalli con piume di pavone sulla testa, condotte da un cocchiere con un berretto di seta sotto il cappello bianco.

La “Città bianca” di Flaubert e Ostuni oggi

Immagini che ancora oggi, a distanza di tempo, vivendo “la Città bianca”, tra i suoi vicoli storici, ho scoperto, tra i dettagli degli edifici, particolari che non sono stati trasformati dall’uomo negli ultimi cent’anni. Conservando le forme che Gustave Flaubert ha visto. Queste forme mi riempiono di gioia, anche se ammorbidite dal tempo e dal sole.

Gustave Flaubert a Ostuni - Centro Storico Visto da Nord
Ostuni – Centro Storico Visto da Nord (Domenico Tangaro Architetto)

Sono edifici che si disegnano nel cielo azzurro di Puglia, sovrapponendosi senza fine. Dove le curve del tufo scolpito della cattedrale, affiancano la cupola di formelle ceramiche policrome. Le mensole curve ritagliate in sagome sostengono aggetti di tufo che si alternano a bassorilievi di putti affioranti dai prospetti di calce bianca, viva e fresca. Rinnovata ogni anno da oltre cent’anni.

La seduta di roccia della cattedrale

La seduta, scavata nella roccia laterale di fondazione della cattedrale, Gustave Flaubert l’ha probabilmente vista. E, come ho fatto anch’io, si è probabilmente seduto, riposandosi su quei massi informi e duri che, dopo la ripida salita, risultano morbidi, offrendo per alcuni minuti, riposo fisico.

L’architettura di Ostuni negli appunti di viaggio di Flaubert

Immaginare che questi luoghi sono stati vissuti, visti, assorbiti dagli occhi dello scrittore e trascritti nel suo diario di appunti, anni prima di Madame Bovary”, danno una luce in più all’architettura e al paesaggio di Ostuni antica. Che ha conservato la sua architettura, curata e custodita gelosamente dai suoi abitanti e dalle aggressioni della vita contemporanea.

La pubblica amministrazione, sinora, è riuscita restaurare e conservare un’identità storica. Sviluppando, purtroppo e contestualmente, la città nuova costruita velocemente a valle, verso sud, negli ultimi decenni.

Puglia, dove gli abitanti vivono nella storia dell’architettura

La sua città storica, Ostuni antica, resiste al tempo. Con i basolati di pietra delle strade, con i tufi scolpiti e sagomati delle facciate, nelle porte di ingresso degli edifici enfatizzate dai bassorilievi, negli architravi bassi. Edifici, ancora oggi abitati da cittadini che hanno saputo apprezzare tutti i segni dell’architettura e di un passato storico ricco di cultura. Consapevoli d’abitare nella storia dell’architettura e nel paesaggio di Puglia.

Il bisogno della bellezza

Gustave Flaubert a Ostuni - Centro Storico Vicolo
Ostuni – Centro Storico Vicolo (Domenico Tangaro Architetto)

Per migliaia di anni, filosofi, artisti, scrittori, poeti e architetti hanno discusso del “bisogno della bellezza” nella vita dell’uomo. Ossia, dei valori estetici delle cose, degli oggetti e degli edifici con i quali viviamo. E gli studi, nel tempo, hanno confermato che il “complesso sistema funzionale dell’uomo” ha bisogno di edifici e oggetti.

Il bisogno di armonia

Non solo “strettamente utilitaristici e funzionali” come quelli contemporanei ma anche di edifici e oggetti attraverso cui il piacere visivo e l’equilibrio formale, stimolano una “armonia”. Che, istintivamente e visivamente, rileviamo nel mondo dell’architettura e che corrisponde alla nostra “immagine eidetica”. Ossia alla necessità psicologica percepita attraverso la vista; un’immagine che l’uomo ha bisogno in questo momento storico, come arricchimento “estetico” e “associativo” per la sua vita biologica e intellettuale.

Gustave Flaubert, bibliografia essenziale:

L’educazione sentimentale, Garzanti, Milano, 2005

Madame Bovary, Giunti, Firenze, 2012

Viaggio in Egitto, Ibis, Como, 2007

Domenico Tangaro Arte

Numero verde ONA

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