L’ORDINE DEI GEOLOGI DELLA PUGLIA CONTRARIO AL DEPOSITO NAZIONALE PER I RIFIUTI RADIOATTIVI. SONO TANTI GLI ELEMENTI DI CRITICITÀ, DICONO GLI ESPERTI, CHE CONSIGLIANO DI ESCLUDERE I SITI PUGLIESI DALLE AREE IDONEE AD OSPITARE IL DEPOSITO NAZIONALE.
Il 15 marzo scorso Sogin ha trasmesso al ministero della Transizione economica la Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) a ospitare il Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi e annesso Parco tecnologico.
Sogin è la società di Stato incaricata del “decommissioning” nucleare e della realizzazione del Deposito Nazionale.
In merito a questo, l’Ordine dei geologi della Puglia (Org) ritiene che “non debbano esserci siti pugliesi in relazione agli aspetti escludenti legati alle caratteristiche geologiche, idrogeologiche, geomorfologiche e sismiche delle aree potenziali della regione”.
Infatti, l’Org, partecipando al percorso della Regione Puglia per definire le osservazioni ai siti proposti da Sogin, ha puntualmente evidenziato gli elementi di criticità. Pertanto, consiglia di escludere i siti pugliesi dalle aree idonee ad ospitare il Deposito Nazionale.
Le criticità sono segnalate dai geologi
- presenza di depositi permeabili per porosità sovrapposti a litotipi argillosi, impermeabili, che sostengono una falda superficiale a luoghi affiorante;
- presenza di numerosi pozzi ad uso domestico e sorgenti;
- interferenza con reticoli idrografici;
- morfologia perimetrale con pendenza elevata in terreni facilmente erodibili.
I geologi, dati i protocolli d’intesa che l’Ordine ha stipulato con i Comuni interessati dalle aree potenzialmente idonee, hanno eseguito sopralluoghi sia ai pozzi relativi alla falda superficiale sia alle sorgenti.
La relazione dei periti, inviata alla Sogin, contiene anche la descrizione di siti attraversati da alcuni rami del reticolo idrografico minore.
Cosa c’è scritto nella relazione
In sintesi, l’Org evidenzia che nelle aree osservate “sono presenti diverse “fasce di pertinenza fluviale”, regolate dalle norme tecniche del Piano di assetto idrogeologico (Pai) dell’Autorità di Bacino, poiché potenzialmente soggette ad una pericolosità idraulica che può variare da bassa, a media, ad alta”.
L’Ordine dei geologi di Puglia ricorda che in alcune aree gli eventi eccezionali e le piene dei torrenti hanno provocato gravi danni e, purtroppo, anche perdite di vite umane.
Inoltre, le aree in oggetto presentano pendenze superiori al 20% con potenziali condizioni geomorfologiche di equilibrio instabile, aggravate dalla presenza di opere di sostegno in pietra a secco e all’assenza di opere antropiche.
L’Org, quindi, ha condotto, con la collaborazione di esperti qualificati, analisi e approfondimenti sul rischio sismico dei territori di riferimento.
Gli accertamenti hanno evidenziato sistemi di faglie che possono generare terremoti importanti con conseguenti amplificazioni sismiche incompatibili per la sicurezza di un deposito di rifiuti radioattivi.
Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia candidato Geoparco Unesco
Pertanto, l’Ordine regionale dei geologi condivide le considerazioni della Regione Puglia e del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. I siti di Gravina in Puglia, Altamura e Laterza devono essere stralciati dall’eventuale presenza tra le aree idonee a ospitare il Deposito Nazionale.
In conclusione, l’Org afferma che i siti pugliesi sono in connessione con importanti aree naturali protette. E ancora che, con un percorso che include l’Alta Murgia, vede quest’ultima candidata a entrare nel network dei Geoparchi dell’Unesco. Un percorso questo che la Puglia non vuole in alcun modo interrompere.