Diminuire la disoccupazione salvaguardando l’ambiente
La pandemia ha causato il blocco di molte attività economiche e una rapida perdita di lavoro per moltissime persone. Per questo il WWF ha ricordato quanto sia importante creare nuovi posti di lavoro. Con i Green Jobs si investe nelle attività di rigenerazione della natura. I sistemi naturali e i servizi che essi offrono (detti anche servizi ecosistemici) sono essenziali per l’economia e il benessere delle società umane. Quindi lo scopo è quello di ripristinare attività di lavoro in funzione della natura.
Qual è la definizione di Green Jobs?
L’UNEP(United Nations Environment Programme), agenzia delle Nazioni Unite, definisce Green Jobs “quelle occupazioni nei settori dell’agricoltura, del manifatturiero, nell’ambito della ricerca e sviluppo, dell’amministrazione e dei servizi che contribuiscono in maniera incisiva a preservare o restaurare la qualità ambientale”.
Il progetto europeo Rete Natura 2000
Rete Natura, il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità, sostiene 104mila posti di lavoro nelle attività di conservazione delle aree protette e altri 70mila posti in attività connesse in maniera indiretta. Questo si basa su un investimento annuale, costante, di circa 6miliardi di euro. Il denaro sarà impiegato per la gestione e il ripristino di Rete Natura 2000. Si prevede, inoltre, che il fabbisogno di biodiversità possa creare 500mila posti di lavoro. Circa 1,3 milioni di occupazioni nel settore agricolo (dei 9,6 posti nell’Unione Europea) sono collegati ai siti Natura 2000. Così come il settore del turismo che offre lavoro a 12milioni di persone in Europa.
Entrando nei dettagli dei Green Jobs
Nei Paesi in via di sviluppo, come nel continente Africa, la bassa produttività agricola è la causa primaria della condizione di povertà e di conflitti armati. In casi come questi, il ripristino dei bacini idrici può aumentare la disponibilità di acqua e ridurre l’erosione del suolo, contribuendo all’aumento della produttività agricola.
Lo scopo è quello di lavorare sostenendo la natura e ripristinando i sistemi naturali.
Altre attività simili sono la pesca e la silvicoltura. L’uso di metodi che sostengono la natura incrementa i posti di lavoro e l’economia delle comunità locali.
Lo studio statunitense: aumentano i posti di lavoro
Secondo una ricerca del 2019 condotta negli Stati Uniti (Garret-Peltier and Pollin) il ripristino e la gestione sostenibile delle foreste avrebbe creato più posti di lavoro per milioni di dollari investiti, rispetto ad altre tipologie di industrie.
Non solo, ma avrebbe anche creato 39,7 posti di lavoro diretti e indiretti per milione investito. Questi valori sarebbero più alti nei Paesi in via di sviluppo.
Riconoscere i nuovi strumenti di lavoro sostenibile
Marco Galaverni, direttore scientifico del WWF Italia, ha affermato che «proteggere, ripristinare, gestire in modo sostenibile gli ecosistemi e, allo stesso tempo far crescere la nostra economia non è un’utopia. La risposta è nelle soluzioni basate sulla natura cioè negli interventi finalizzati a tutelare in modo sostenibile e restaurare gli ecosistemi».
È necessario riconoscere questi nuovi strumenti di lavoro perché rappresentano un investimento a basso costo per diminuire la disoccupazione. Al tempo stesso, questi aumentano la produttività locale e conservano e proteggono il capitale naturale.
«Le soluzioni basate sulla natura – continua Galaverni – forniscono risposte alle sfide chiave della società, producono benessere per le comunità e benefici per la biodiversità».
Green Jobs, il caso di Zagabria in Croazia
La città di Zagabria ha moltissimi parchi che richiedono risorse e competenze specifiche per la protezione e la conservazione.
Per ridurre la disoccupazione locale, nel 2005, gli addetti hanno lanciato un programma di formazione per la conservazione degli spazi verdi.
Il corso era rivolto a persone disoccupate da anni e l’obiettivo era ed è quello di creare nuovi posti di lavoro con contratti a tempo pieno per la cura del verde. Dal 2005 al 2015 hanno partecipato oltre 4mila persone di cui circa il 30% ha, successivamente, trovato un impiego.
Lo scopo di ridurre la povertà locale salvaguardando l’ambiente è stato raggiunto. Circa 300 persone sono coinvolte, nuovamente, ogni anno nella manutenzione di spazi pubblici verdi e nelle attività di gestione delle aree protette. Questo per salvaguardare la biodiversità.
Il “Working for Water” in Sud Africa
In Sud Africa alcune specie vegetali hanno causato danni gravissimi e mettono a repentaglio le attività economiche, la biodiversità, la sicurezza dell’acqua e l’integrità del suolo.
A Città del Capo si è investito nel ripristino della vegetazione autoctona. In questo modo è aumentata la disponibilità di acqua nei bacini idrografici che riforniscono le città sudafricane.
Questo perché le specie non autoctone, come l’eucalipto, richiedono maggiori quantità d’acqua rispetto a quelle originarie del luogo. Cioè circa 1,4 trilioni di litri in più ogni anno, che equivale all’approvvigionamento idrico della nazione.
Il Paese ha un elevato tasso di disoccupazione e questo ha portato la mobilitazione di molte persone per risolvere il problema. Dal 1995 il governo sudafricano ha attivato il programma Working for Water (WfW) guidato dal Dipartimento dell’Ambiente e coordinato da diverse organizzazioni del settore pubblico e della società civile.
Il lavoro offerto è finalizzato alla rimozione delle specie invasive dai principali bacini idrici. Grazie a questo sono stati ripristinati oltre 1milione di ettari, fornendo 50milioni di metri cubi d’acqua ogni anno. Il tutto diminuendo la disoccupazione con più di 20mila posti di lavoro.
Ora, ci sono più di 300 progetti WfW in tutte e nove le province del Sud Africa. Sono integrati anche altri programmi di sostentamento del governo sudafricano. Nell’anno 2019-2020 ci sono stati più di 60mila posti di lavoro: oltre il 70% ai giovani, il 55% alle donne e l’1,5% alle persone disabili.
Lo sviluppo dei Green Jobs in Italia
Secondo il rapporto della Fondazione Symbola e di Unioncamere del 2018, quasi 3milioni di italiani svolgono un lavoro “green”. Pari al 13% dell’occupazione nazionale complessiva. Dati che aumenteranno perché sono molte le offerte di lavoro verdi. La Lombardia ha il maggior numero di contratti relativi a lavori verdi green jobs.
Per quanto riguarda i settori più richiesti, il Rapporto Lavoro 2020 realizzato dalla Federazione delle imprese idriche (Utilitaria), ambientali ed energetiche nel 2018, il settore gas-acqua ha registrato un totale di 1.591 nuovi ingressi a fronte di 999 uscite.
Quello ambientale di 2.279 nuovi ingressi a fronte di 1.876 uscite e quello energetico di 330 nuovi lavoratori con 343 uscite.
Le problematiche da risolvere, secondo il rapporto, riguardano l’età media: gli over 50 rappresentano il 50% della forza lavoro e gli under 40 sono fermi al 20%. Questo crea problemi per il settore energia che necessita di investimenti nella formazione per aggiornare le competenze.
Anche per quanto riguarda l’igiene urbana, perché i lavoratori sono sottoposti a sforzi fisici maggiori e, di conseguenza, richiede la presenza di giovani impiegati con competenze.