martedì, Gennaio 14, 2025

Green criminology: indagini per la salvaguardia ambientale

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La Green criminology è una branca forense che studia i danni e i crimini contro l’ambiente.

L’osservazione di questi delitti necessita di diversi studi: diritto, giustizia e politica ambientale.

I crimini e i danni contro l’ambiente sono osservati e studiati seguendo dei processi minuziosi e innovativi.

Come conseguenza, lo studio si rifà molto ai crimini perpetrati dalle aziende truffaldine. Mettendo sotto la lente criminologica tutta la giustizia da attuare per le vicissitudini ambientali.

Green criminology: supporto e innovazione

Nel 1990 viene introdotto il termine, Green Criminology, da Michael J. Lynch (docente di criminologia). Dopo due anni, il concetto è stato ampliato nel libro Corporate Crime, Corporate Violence, di NK Frank e MJ Lynch, 1992.

Nel libro sono esaminate le origini politiche ed economiche della criminologia verde. Tanto è vero che la parte dell’ingiustizia trova spazio nell’ambito di applicazione del diritto ambientale.

Uno studio innovativo che nel tempo ha trovato la sua importanza.

Inoltre, è supportata da gruppi come l’International Green Criminology Working Group.

Un approccio eco politico che studia il danno perpetrato dalla criminalità. Una nuova realtà che, in ogni modo, viene inserita in più contesti d’indagine.

Gli effetti delle variabili

Una nuova forma che si concentra su modelli criminali in relazione all’ambiente, in particolare, che analizza gli effetti delle variabili.

La scuola Positivista di criminologia applica il metodo scientifico per esaminare la società che causa la criminalità.

La prevenzione della criminalità per progetto ambientale si basa su diversi fattori: sociali, psicologici, biologici.

Per questa ragione esistono degli elementi molto importanti da tenere in considerazione, le “five steps model”:

  1. Occasione (le opportunità delle circostanze che hanno innescato la condotta)
  2. Vittima (caratteristiche, rapporti e interazioni)
  3. Variabili storico biografiche
  4. Componenti emotive
  5. Fattori geografici o climatici

Ecocidio e le sue attività criminose

Il termine ecocidio, indica quei tentativi di criminalizzare ogni tipologia di attività umana.

Tale circostanza causa ingenti danni, distruzioni e perdite dell’ecosistema di un determinato territorio.

Gli studiosi tendono ad utilizzare il termine Rob White, dall’omonimo criminologo statunitense, per indicare la criminologia eco-globale.

In primo luogo, tutto si riferisce all’economia politica del crimine, così come alle questioni legate alla giustizia sociale e ambientale.

Le aree più nascoste, come le case popolari, le zone più isolate o quelle periferiche, presentano un livello di criminalità altissimo. Sono chiamate “zone calde” perchè presentano fattori situazionali e particolari che generano il problema.

Un posto mal gestito o non sorvegliato, periferico, tende a incrementare i crimini ambientali. Una strada poco trafficata è di facile uso per uno scarico abusivo di materiali nocivi.

Il cambio di alcuni di questi fattori e delle non curanze, da parte di tutti, può aiutare la riduzione dei livelli di criminalità in quelle zone.  

I danni ecologici e il giusto riconoscimento della vittima

Oggi la Criminologia Verde ha una certa rilevanza, studia i danni ecologici richiamandone l’attenzione su vari fattori:

la costruzione; l’attuazione delle leggi ambientali e la loro applicazione; il problema che gira intorno alla giustizia ambientale e le vittime dei danni ambientali.

La nuova branca riconosce tutte le vittime, umane, animali e ecosistemiche/ecologiche, che la criminologia tradizionalista ignora.

Per questo motivo, la vittimizzazione ecologica è priva di interessi.

Sebbene, il danno ambientale sia visto spesso come alterazione rilevante che modifica negativamente l’ambiente in toto.

Tanto è vero che il danno non dipende dalla gravità del comportamento originario ma da due fattori: caratteristiche dell’area geografica d’interesse, influenze e regolamenti comunitari.

Crimini verdi primari e secondari

A tal proposito, si differenziano i crimini verdi in due categorie: primari e secondari.

I crimini verdi primari sono quei danni diretti e distruzioni causati all’ambiente e alle specie, compreso l’inquinamento atmosferico.

Ad ogni modo,i crimini verdi secondari sono quelli che derivano dall’attività del governo o governo societario illegale e/o negligente.

Nel territorio urbano si sviluppano fenomeni indicativi riguardo comportamenti criminali. Il controllo sociale di alcuni, ad esempio gli ecomafiosi, permette di usurpare l’ambiente come e con tutti i mezzi che ha a disposizione.

La dimensione urbana rappresenta lo scenario principale dei fenomeni criminali. Perciò, la prevenzione e il controllo territoriale sono fondamentali.

Attraverso un approccio multidisciplinare, criminologico, psicologico, investigativo, alle problematiche, potrebbe rappresentare il giusto compromesso per trarne delle soluzioni.

Concludendo, c’è il bisogno di creare un approccio ambientale alla sicurezza che sia in grado di incidere sulle decisioni e sui comportamenti sociali.  

Numero verde ONA

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