I risultati dal 2017 al 2019 dei rilievi delle barche di Legambiente, “Goletta verde” e “Goletta dei laghi”.
I risultati raggiunti grazie alla Goletta Verde
È drammatica la situazione in cui vertono le acque italiane, sia dei mari sia dei fiumi. Dal 2017 al 2019, secondo i rilievi effettuati dagli analisti di Goletta verde Legambiente e Goletta dei laghi di Legambiente, ci sono 111 rifiuti galleggiati ogni chilometro di mare.
Di questi, uno su tre è plastica riciclabile. Per lo più imballaggi, buste, cassette di polistirolo e bottiglie.
Anche quest’estate, con l’aiuto delle Golette, è stato monitorato lo stato di salute del mare e dei laghi italiani.
Sui 361 punti totali campionati in 18 regioni e 28 laghi italiani, un punto ogni tre è inquinato oltre i limiti di legge lungo le coste. In sostanza un punto inquinato ogni 84 chilometri di litorale e uno su quattro nei laghi.
Da non dimenticare le spiagge, almeno il 42% dei rifiuti trovati sulla sabbia è in plastica monouso, se ne trovano tre per ogni metro di sabbia.
I laghi, invece, sono impregnati di microplastiche: dal sondaggio del 2019 il lago d’Orta (in Piemonte) contiene in media oltre 839mila particelle di microplastiche per chilometro quadrato di superficie.
Legambiente: Goletta verde e Goletta dei laghi
Sono le barche di Legambiente, nate per monitorare le acque della Penisola, analizzare la qualità del mare e dei laghi. Di acque inquinate, scarichi fognari non depurati che mettono a repentaglio non solo la nostra salute ma anche quella del nostro intero ecosistema.
Goletta Verde, da oltre 30 anni, ogni estate naviga lungo le coste italiane per documentare e denunciare abusi e inadempienze. A bordo, un laboratorio di analisi e un team di tecnici e biologi che analizza campioni d’acqua (circa 300 ogni anno) attraverso un rigoroso monitoraggio scientifico.
Nel corso di ogni campagna delle Golette, Legambiente organizza conferenze e incontri per “informare i cittadini sulla qualità ambientale del territorio, sull’urgenza di tutelare il prezioso ecosistema marino e le sua incomparabile bellezza”.
Le cause di questa situazione critica
Una delle cause più rilevanti dell’inquinamento marino e delle acque interne è la cattiva depurazione. Per questa negligenza “siamo già stati condannati dall’UE a pagare 25milioni di euro. A questi se ne aggiungono 30 ogni semestre di ritardo nella messa a norma“, ricorda Legambiente a conclusione della 34^ edizione di Goletta Verde. L’imbarcazione, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, non ha potuto svolgere l’attività coast-to-coast e, perciò, ha coinvolto oltre 300 volontari della ONG in un’azione di “citizen scienze”.
Inoltre, nel 70% delle zone campionate, dove secondo le autorità competenti non si può fare il bagno, manca il cartello di divieto di balneazione. E questo mette in pericolo anche la nostra salute oltre ad essere una mancanza di autorità e prevenzione da parte degli organi di competenza.
Goletta verde: monitoraggio delle acque dall’anno scorso
I rilevamenti sono iniziati lo scorso luglio e hanno evidenziato i punti più critici sul versante costiero tirrenico, a ridosso delle foci di fiumi, rii e canali che, sfociando in mare, portano con sé cariche batteriche a volte molto elevate.
Quali sono le acque più inquinate d’Italia?
La Campania, la Calabria e la Sicilia sono le regioni in cui il livello di inquinamento delle acque è più alto. Questo perché mancano impianti di depurazione e di allacciamento alla rete fognaria. In Centro Italia, è il Lazio ad avere i tassi di inquinamento maggiori.
Anche l’ONA e l’avv. Ezio Bonanni denunciano la situazione, sempre attenti alla relazione tra ambiente e salute dell’essere umano.
Azioni mirate per attenuare il problema secondo Legambiente
Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, Serena Carpentieri, vicedirettrice e responsabile campagne di Legambiente e Andrea Minutolo, responsabile scientifico dell’associazione, hanno indicato le tre azioni urgenti da mettere in campo.
Secondo gli esperti è necessario:
- completare la rete fognaria e di depurazione delle acque reflue,
- anticipare prima del luglio 2021 il recepimento della Direttiva europea (che vieta e limita alcune plastiche monouso),
- approvare la Legge Salvamare , ferma inspiegabilmente in Commissione Ambiente al Senato, che permetterebbe ai pescatori di riportare a terra i rifiuti accidentalmente pescati nelle reti.
Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde
I biologi hanno prelevato 259 campioni lungo le coste italiane. Di questi il 47% riguarda le foci dei fiumi e dei canali. Risultano inquinati il 34% del totale. Delle 121 foci campionate, il 54% è risultato oltre i limiti di legge. Questo, secondo gli esperti, dimostra che le foci dei corsi d’acqua sono i principali veicoli che portano inquinamento al mare. Inquinamento mare Italia è dovuto alla mancanza di impianti di depurazione, come detto in precedenza.
Le analisi dei volontari di Goletta Verde sono state svolte anche in aree non controllate dalle autorità competenti – secondo le indicazioni riportate da Portale Acque del ministero della Salute – e il 49% dei casi sono risultati oltre i limiti di legge.
Questo non riguarda solo le foci dei corsi d’acqua ma anche le spiagge a ridosso di foci.
Non migliora, inoltre, la situazione per quanto riguarda l’informazione ai bagnanti sulle potenziali criticità presenti lungo la costa. Questo è un altro adempimento legislativo che non si rispetta nella stragrande maggioranza dei casi. Nei tratti di costa non controllati dalle autorità competenti (Comuni, Regioni, Arpa e Asl) e quindi non balneabili in cui i tecnici di Goletta verde hanno eseguito i prelievi, nel 70% dei casi era assente il divieto di balneazione. Scarsa attenzione da parte delle Amministrazioni comunali anche sul posizionamento della cartellonistica informativa sulla qualità delle acque, un obbligo di legge ormai da diversi anni. Nei tratti di costa definiti balneabili dalle autorità e in cui sono stati eseguiti dei prelievi da parte dei tecnici di Goletta verde, nell’80% dei casi il cartello era assente.
Analisi Goletta dei laghi nel dettaglio
Quest’anno gli esperti di Goletta dei laghi hanno monitorato 28 bacini lacustri in 11 regioni italiane.
I laghi al centro dell’edizione 2020 sono stati: in Piemonte i laghi d’Orta, Viverone, Avigliana e Maggiore, nella sua sponda piemontese; in Lombardia la sponda corrispondente del Maggiore, il Ceresio, il lago di Como, d’Iseo e la sponda occidentale del Garda; in Veneto, l’altra metà del Garda e il lago Santa Croce.
Nel centro Italia in Umbria sono stati campionati Trasimeno e Piediluco. Nel Lazio i laghi di Bolsena, Bracciano, Vico, Canterno, Albano, Fondi, Sabaudia e Fogliano. In Campania i laghi Patria e Matese. Il lago di Occhito in Molise, in Puglia il lago di Varano. I laghi Arvo e Cecita in Calabria, in Sicilia i laghi Soprano, Pergusa e Prizzi.
Su 102 prelievi per le analisi microbiologiche sono stati giudicati oltre i limiti di legge il 28% dei prelievi (8 inquinati e 20 fortemente inquinati). In totale sono 53 i campioni prelevati in foce, 49 quelli prelevati a lago. Dei campioni giudicati oltre i limiti, l’82% è stato prelevato in foce a canali, fiumi o torrenti. Dei 102 punti oggetto di analisi, 37 corrispondono a porzioni di laghi definiti balneabili dalle autorità competenti; 8 di questi sono risultati con cariche batteriche oltre i limiti di legge (di questi 3 giudicati Inquinati e 5 sono fortemente Inquinati).
(fonte Legambiente)