I GIUDICI FIORENTINI HANNO CONDANNATO ENEL A RISARCIRE I FAMILIARI DI ROLANDO CERRI, VITTIMA DELL’AMIANTO. CORRISPOSTI A MOGLIE E DUE FIGLI OLTRE 1MILIONE DI EURO PER IL DANNO SUBITO DALLA MORTE DEL CONGIUNTO
«Giustizia è fatta! – così Ezio Bonanni avvocato di parte civile della famiglia Cerri -. C’è da chiedersi le ragioni per le quali l’Enel si ostini a non risarcire il danno in caso di morti di amianto, tanto più quelli di mesotelioma per cui è stato istituito lo sportello di assistenza».
Soddisfatta la famiglia Cerri che si è rivolta al presidente dell’ONA per portare avanti la loro battaglia e vedere riconosciuti i propri diritti.
Il Tribunale di Firenze, infatti, ha condannato Enel al risarcimento di oltre 1milione di euro ai familiari di Rolando Cerri, deceduto a causa di un mesotelioma. Patologia strettamente collegata all’esposizione continua e massiccia all’amianto.
L’operaio è venuto a mancare nel 2016 all’età di 77 anni, lasciando la moglie Giovanna e i figli Bernardo e Simone, all’epoca 50 e 45 anni, per la grave malattia.
Durante tutto il processo, Enel ha sempre negato sia l’esposizione all’amianto del loro dipendente sia l’esistenza del nesso di causalità tra il mesotelioma e l’ambiente di lavoro.
Dimostrata la sussistenza del nesso causale
La Corte, invece, si legge nella sentenza, ha “dimostrata la sussistenza di un nesso causale tra le condotte omissive della convenuta (Enel, ndr) e la patologia che ha causato il decesso di Rolando Cerri”.
I giudici, inoltre, hanno contestato all’azienda di produzione e distribuzione di energia elettrica anche la violazione degli obblighi relativi alla sicurezza sul lavoro.
Grazie a una accurata indagine investigativa, l’avv. Ezio Bonanni ha dimostrato che Cerri, per vent’anni, nel reparto delle centrali riunite Marzocco a Livorno, è stato continuamente esposto all’amianto.
Dal 1966 al 1986, infatti, l’operaio si è occupato della manutenzione periodica delle turbine coibentate con l’asbesto. Quindi a diretto contatto con la fibra killer.
Enel ha violato gli obblighi sulla sicurezza sul lavoro
I testimoni hanno dichiarato che la coibentazione tendeva a sbriciolarsi, rilasciando, così nell’aria le fibre assassine. Che nessuno dei lavoratori aveva avuto in dotazione mascherine protettive. Che nel reparto non esisteva un impianto di aerazione, né aspiratori.
Enel, quindi, è stata condannata a corrispondere ai familiari di Cerri, la somma di 904.325 euro, cui vanno aggiunti gli interessi legali dalla data del decesso.
Bonanni e l’Osservatorio Nazionale Amianto da anni al fianco delle vittime dell’amianto
Vittoria piena per Bonanni e l’Osservatorio Nazionale Amianto che da anni sono al fianco delle vittime dell’amianto. Che non solo patiscono la malattia ma sono, poi, anche lasciate sole. Mentre i congiunti nella maggior parte dei casi e sono tanti, devono purtroppo soffrire per la morte di un marito, un figlio, un fratello e per un sostegno economico che viene meno.
La legge oggi prevede invece per loro un giusto risarcimento, anche se, per ottenerlo, sono quasi sempre necessari lunghi ed estenuanti procedimenti giudiziari.
Solo la punta dell’iceberg
La controversia del rischio amianto nel settore di produzione e distribuzione di energia elettrica risulta anche dal VII Rapporto ReNaM. Secondo il fascicolo, sono 367 i casi di mesotelioma, che è già un numero elevato ma questa cifra è solo la punta dell’iceberg. Infatti l’amianto provoca anche altre malattie, tra le quali l’asbestosi, il tumore del polmone, della laringe, della faringe e degli organi del tratto gastrointestinale.
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