Francia, Croazia, Zelena Istria e l’Italia con Legambiente, ISPRA, CIA Agricoltori Italiani, CCIVS, Crea, ERSAF, Politecnico di Milano, Comune di Roma, hanno dato vita a SOIL4LIFE, un progetto europeo per la salvaguardia del suolo.
Per un uso sostenibile ed efficiente del suolo e delle sue risorse
Infatti, senza tutela del suolo, si rischia di essere travolti da frane e alluvioni, senza suolo si perde un importantissimo serbatoio di carbonio. Il suolo è altresì fondamentale nel contrasto ai cambiamenti climatici ed è un’indispensabile riserva di biodiversità.
Il suolo racchiude la più importante scorta di carbonio della Terra, dalla cui corretta gestione può dipendere gran parte del successo della lotta al cambiamento climatico: un aspetto ancora troppo sottovalutato dai Paesi in questi giorni impegnati al COP24 di Katowice, Polonia, per i negoziati sul clima.
Il progetto SOIL4LIFE è cofinanziato dalla Commissione Europea con il programma Life.
Vi fanno parte associazioni ed enti di ricerca uniti dalla convinzione comune che il suolo vada preservato con azioni e politiche più concrete, supportate da analisi e studi capaci di predisporre le informazioni necessarie agli interventi, anche normativi, ormai indispensabili per fermare il consumo e il degrado di questa fondamentale risorsa naturale non rinnovabile.
Per conseguire l’arresto dei processi di degrado del suolo, l’Italia e l’Unione Europea hanno aderito, al tavolo delle Nazioni Unite, agli Obiettivi globali di sostenibilità (SDG), secondo la formula “by 2030, a land degradation neutral World”. Con l’impegno di ottenere i risultati previsti entro il 2030, appunto.
SOIL4LIFE specifica le linee guida per la gestione sostenibile dei suoli, sviluppate ai tavoli della FAO come riferimento per le nazioni nello sviluppo delle loro politiche agricole e territoriali.
SOIL4LIFE, la Giornata Mondiale del Suolo, si celebra il 5 dicembre.
Il progetto parte dalla consapevolezza dell’importanza del suolo, nella lotta e nell’adattamento ai cambiamenti climatici, che sono anche una minaccia seria per la sicurezza alimentare, per arrivare alla promozione di alcune scelte indispensabili per invertire la direzione nel rapporto uomo- terra.
Secondo la FAO, nei suoli del pianeta sono stoccati 1550 miliardi di tonnellate di carbonio, una quantità pari a ben sei volte l’aumento della CO2 in atmosfera dall’epoca preindustriale a oggi. Ciò vuol dire che uno squilibrio a livello globale della biochimica del suolo è in grado di moltiplicare gli effetti del cambiamento climatico, già in atto.
Senza suolo non si mangia Invece, una buona gestione di coltivazioni, pascoli e foreste può dare un formidabile contributo allo sforzo globale di riduzione delle emissioni climalteranti, permettendo di sottrarre all’atmosfera enormi quantità di carbonio.
Per l’Italia, ciò si traduce nell’affrontare due grandi emergenze: mettere un freno al consumo indiscriminato di suolo e sviluppare un’efficace politica di orientamento rivolta al settore agricolo.
Dal suolo dipende la nostra vita sul pianeta La FAO ha stimato che una gestione sostenibile dei suoli potrebbe aumentare la produzione di cibo fino al 58%.
Le nuove tecnologie, negli ultimi, decenni hanno consentito di aumentare la produzione alimentare ma spesso a danno del suolo e dell’ambiente.
La riforma della PAC, Politica Agricola Comune, decentrerà ai Paesi membri della UE il livello di decisione sulle risorse europee per l’agricoltura. All’Italia è offerta l’opportunità di sviluppare un programma agricolo strategico che faccia propri gli impegni climatici.
Motivo per cui, i promotori del progetto hanno rivolto un appello ai ministri dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio e dell’Ambiente Sergio Costa perché si investano i fondi destinati al nostro Paese dalla nuova PAC in iniziative centrate sul recupero di fertilità dei suoli mediterranei.
Gli ultimi dati di ISPRA attestano il consumo di suolo nel 2017 su una media di 15 ettari al giorno, ovvero 54 km quadrati all’anno. Dagli anni 50 al 2017 la copertura artificiale del suolo è passata dal 2,7% al 7,65% (+180%), intaccando ormai 23.063 chilometri quadrati del nostro territorio.
Consumare suolo, il più delle volte, però, non serve a innescare autentico sviluppo. Infatti, per esempio in un confronto due città metropolitane come Roma e Milano, i dati confermano che non si consuma suolo per soddisfare nuovi bisogni abitativi ma, al contrario, si cementifica molto più territorio proprio laddove la popolazione ristagna o decresce, nei comuni di cintura metropolitana e, ancor più, nelle province più periferiche. Al contrario, realtà come quella di Milano, riescono ad avere una vivace crescita demografica senza per questo sacrificare nuovi territori.
«Le conseguenze del consumo di suolo sono sempre più evidenti ed è urgente intervenire», ha dichiarato il presidente dell’ISPRA Stefano Laporta. «E lo è in particolare nel nostro Paese, dove i livelli di suolo consumato, sia pur procedendo a una velocità più lenta nel corso degli ultimi anni, sia pur in presenza di un territorio particolarmente fragile, sono quasi il doppio della media europea. ISPRA», ha concluso Laporta, «ha il dovere non solo di seguire le trasformazioni del territorio ma anche di collaborare per promuoverne un uso e un riuso di quello già consumato, efficiente e sostenibile. Per questo, progetti come Soil4life rivestono un’importanza strategica».