Donne Rurali: in Italia una impresa agricola su tre è a conduzione femminile
La “Giornata internazionale delle Donne Rurali” è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione 62/136 del 18 dicembre 2007. Il fine è di riconoscere “il ruolo chiave delle donne rurali nel promuovere lo sviluppo rurale e agricolo, contribuendo alla sicurezza alimentare e allo sradicamento della povertà rurale”.
Le Donne Rurali, la maggior parte delle quali dipende dalle risorse naturali e dall’agricoltura per il proprio sostentamento, rappresentano oltre un quarto della popolazione mondiale.
Le Donne Rurali nel mondo dell’agricoltura
Sono protagoniste attive dello sviluppo economico, sociale e ambientale sostenibile dell’intero pianeta. Nei Paesi in via di sviluppo rappresentano circa il 43 per cento della forza lavoro e producono la maggior parte del cibo disponibile, ricoprendo così un ruolo primario per la sicurezza alimentare.
Purtroppo, però, la maggior parte di loro vive nell’insicurezza e subisce gravi discriminazioni e violenza. Situazioni aggravate dagli effetti prodotti dalla povertà, dalla crisi economica, alimentare e dal cambiamento climatico.
A molte donne viene negato l’accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione, al controllo delle terre e ai processi decisionali nella definizione delle politiche che le riguardano.
Inoltre, a causa delle lunghe distanze che molte di loro devono percorrere per trasportare l’acqua e gli strumenti di lavoro, le condizioni di vita delle Donne Rurali sono particolarmente dure, tanto da determinare un alto indice di mortalità materna e infantile (fonte ONU).
Le Donne Rurali in Italia
In Italia circa 1 impresa agricola su 3 è a conduzione femminile Il 32% (dato in crescita) di aziende del settore agricolo vede la presenza di donne imprenditrici. Le Donne Rurali sono titolari di 361.420 aziende su un totale di 1.145.680. *
L’agricoltura “in rosa” conta 234.000 donne su un totale di 872.000 addetti, il 26,8%. Ma, nelle aziende cosiddette multifunzionali, quelle cioè che praticano agriturismo, mercati contadini, fattorie didattiche, fattorie sociali, trasformazione e vendita diretta di prodotti di fattoria, la percentuale di presenza femminile è più alta.
Le donne hanno una maggiore propensione all’innovazione e alla multifunzionalità. Posseggono una maggiore capacità di adattamento. Il loro legame con il territorio, la cultura, la tradizione e i saperi locali è più forte.
Per le Donne Agricole l’azienda non è solo una fonte di reddito. Per di pù è uno stile di vita. Tutto ciò rende il lavoro agricolo meno pesante e sostenibile.
Agricoltura multifunzionale modello italiano
La transizione ecologica del sistema agricolo quindi è donna. Una circostanza importante che il WWF evidenzia in occasione della “Giornata Internazionale delle Donne Rurali”, l’International Day of Rural Women.
Una ricorrenza che per l’Italia assume un valore importante. L’agricoltura, infatti, è il principale “imputato” per la perdita di biodiversità in Europa. Il modello italiano della multifunzionalità, quindi, per il WWF “è un riferimento per lo sviluppo socio-economico nei Paesi che vivono gravi crisi. È la via maestra per una transizione agro-ecologica dell’agricoltura”.
L’azienda agricola multifunzionale tutela e valorizza il capitale naturale: la natura, la biodiversità. L’agriturismo definisce e realizza nuovi servizi. Tutela l’ambiente e valorizza il proprio ruolo nel mercato del turismo di qualità e dei servizi pubblici, come la didattica e il sociale.
Gli agriturismi in Italia
In Italia sono circa 3mila le fattorie didattiche tra quelle iscritte negli elenchi regionali istituiti dalle Regioni nel 2016 e quelle non riconosciute.
Sono circa un migliaio le aziende agricole che sviluppano progetti di agricoltura sociale, fra imprese agricole, cooperative sociali ed aggregazioni. Le fattorie didattiche e sociali sono essenzialmente aziende a conduzione femminile. **
Queste aziende sono in gran parte a conduzione familiare. E le Donne Agricole ci mettono creatività, passione e rispetto dell’ambiente nel soddisfare il bisogno della società di cibo genuino. Tutelano le tradizioni.
Inoltre, più di altre, hanno saputo contrastare gli effetti negativi della crisi sviluppando azioni di resilienza.
Le difficoltà per le imprenditrici stanno nel reperire terreni in zone ad alta redditività, che le costringe a ripiegare verso zone svantaggiate. E nell’ottenere prestiti dalle banche, che hanno aumentato le richieste di garanzie.
L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
La “Giornata Internazionale delle Donne Rurali” ricade nella settimana in cui le Nazioni Unite celebrano sia la “Giornata mondiale dell’alimentazione”, il 16 ottobre sia la “Giornata internazionale per lo sradicamento della povertà”, il 17 ottobre. Questi obiettivi, interconnessi tra loro, sono divenuti di priorità strategica mondiale con la sottoscrizione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Sicurezza alimentare, uguaglianza di genere, emancipazione femminile, produzione agricola sostenibile e lotta alla povertà sono imperativi trasversali nei “17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile”.
* (Elaborazioni ISMEA su dati Eurostat – Farm structure survey – FSS 2016)
** (Fonte Rete Rurale Nazionale, 2017)