giovedì, Dicembre 5, 2024

Giorgio Napolitano, il Presidente galantuomo

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Ciao Giorgio Napolitano, Presidente galantuomo. Se ne va uno dei Padri nobili della Repubblica Italiana. Lo ricorderemo sempre per avere negato la firma del “salva ammiragli“, quella norma che avrebbe danneggiato le vittime dell’amianto.

Giorgio Napolitano Presidente della Repubblica

Lo ricorderemo sempre: fu il primo comunista non inviso all’Amministrazione degli Stati Uniti d’America. Negli States era stato invitato, unico tra i comunisti. Apparteneva a quella corrente, quella dei miglioristi, più vicina al partito socialista. Ricordiamo con lui anche Sandro Pertini, e la guerra di liberazione.

Abbiamo ridato dignità all’Italia e il Presidente galantuomo ne è stato uno degli artefici. Non a caso, Papa Francesco, certamente lontano ideologicamente dal Presidente, era con lui legato da amicizia. Ne ha onorato la memoria, pur nella diversità delle idee.

La svolta democratica del partito comunista

Napolitano fu protagonista del XX secolo, sconfessando le idee massimaliste del comunismo italiano. Emarginato da Berlinguer e dall’ala massimalista, fu in realtà l’assertore della svolta democratica della sinistra italiana. O meglio della sinistra più radicale, in chiave socialista e social democratica. In Italia, la Patria di Nenni, di Matteotti, di Turati, il socialismo è stata sempre un’idea di libertà e giustizia.

Il progresso, materiale e morale, è quello del singolo, oltre che della società senza la necessità della rivoluzione. Quello scontro di classe, una categoria ormai ottocentesca, fu archiviato da Napolitano. Si è favorita quindi la svolta in chiave social democratica ed europeista.

Giorgio Napolitano: sì alla scelta dell’Europa

Napolitano, come prima visita ufficiale, volle visitare l’Isola di Ventotene. In quest’isola dell’arcipelago pontino, venne confinato, durante il fascismo, Altiero Spinelli. Questi, nel 1941, concepì con Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni il Manifesto di Ventotene, il documento che prefigurava l’Unione Europea.

Giorgio Napolitano per la tutela vittime amianto

manifestazione roma 5 marzo

Lo ricorderemo il Presidente galantuomo, partenopeo e romano d’adozione, per aver ricevuto le vedove delle vittime amianto. A Monfalcone come in altri luoghi d’Italia, tra le sue preoccupazioni la tutela degli ultimi. Forse è questa l’affinità con Papa Francesco. Si può essere laici, cristiani, ebrei, islamici, ma l’unico comun denominatore è la dignità della persona umana.

Tra questi gli ultimi degli ultimi sono le vittime dell’amianto. Inermi, massacrati lentamente dalle fibre che all’interno del corpo uccidono. Si tratta di una morte lenta, quella per mesotelioma, per asbestosi, così le vittime del dovere.

Ne so qualcosa perchè da circa 25 anni mi occupo di questo problema. Stiamo cercando di fermare questa strage.

Giorgio Napolitano: amianto e vittime del dovere

Si deve proprio al Presidente Giorgio Napolitano la svolta decisiva per la tutela delle vittime dell’amianto. Fu proprio il tema di coloro che sono stati imbarcati nelle unità navali, quel naviglio di Stato, che determinò l’intervento del Presidente.

Il Governo avrebbe voluto il colpo di spugna contro le vittime dell’amianto. Il Presidente rifiutò di controfirmare il collegato lavoro. In un poderoso richiamo alle Camere, uno dei tanti rimbrotti alla politica, sollevò il tema delle vittime dell’amianto. In quel caso, le vittime, che avevano respirato le fibre sulle unità navali.

La questione dell’amianto e Marina Militare

Proprio nell’appello del Presidente Napolitano alle Camere la necessaria tutela delle vittime dell’amianto. Venne, quindi, alla luce l’art. 20 della L. 183/2010, per l’equiparazione a vittime del dovere. Quindi, le vittime di mesotelioma in Marina Militare come vittime del dovere. Così per tutte le altre malattie asbesto correlate. Dunque si deve a lui la svolta per la tutela del personale civile e militare delle Forze Armate.

manifestazione roma marzo

La lotta per la libertà e giustizia

Era certamente un pacifista Giorgio Napolitano, laico, ma allo stesso tempo portatore di una religione laica. La sua laicità, come riconosciuto da Papa Francesco, non gli ha impedito di condividere le idee e valori della cristianità. Vediamo in Giorgio Napolitano un vero cristiano, e molti meriti. Non certo solo quello di aver sdoganato il partito comunista, ancora ancorato ad idee massimaliste. Chi scrive non può che apprezzare e condividere il pensiero di libertà e giustizia contro la follia del comunismo stalinista.

Perseguire l’uguaglianza, la giustizia, non implica negare o distruggere la libertà, o addirittura uccidere milioni di esseri umani, come nella Russia di Stalin.

Lo stesso Berlinguer e poi tutti gli altri comunisti italiani, hanno dovuto identificarsi nelle idee di Giorgio Napolitano. Il vecchio partito comunista è stato messo in soffitta. Elessero Giorgio Napolitano tutte le forze politiche, comprese quelle di destra.

Perfino la premier Meloni e tutti gli esponenti della destra italiana ne hanno reso gli onori.

Numero verde ONA

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