Gestione urbana degli spazi per salvare il pianeta in 15 minuti: da Nord a Sud proliferano progetti di riorganizzazione urbana. Questo poiché la pandemia e l’emergenza sanitaria hanno cambiato in maniera drastica e definitiva la modalità di amministrazione delle città e le abitudini del cittadino.
Prossimità dei servizi nella nuova gestione urbana
La finalità dei nuovi progetti di riqualificazione urbana è quella di restituire tempo, socialità e sostenibilità alle comunità. La città dei quindici minuti è un modello derivante dal Dipartimento di Innovazione territoriale dell’Università Sorbonne di Parigi. Nella città del futuro il cittadino avrà accesso ai principali servizi utili al suo sostentamento, a distanza di un quarto d’ora dalla sua abitazione.
In questo modo si renderà sostenibile la quotidianità delle famiglie, che potranno optare per metodi alternativi di mobilità. Saranno favoriti i mezzi pubblici, che verranno potenziati. Così, il tempo risparmiato negli spostamenti sarà regalato alle attività ricreative del singolo.
Il piano prevede, inoltre, il recupero degli spazi periferici delle città, inutilizzati o abbandonati a sé stessi. In più, le infrastrutture verdi svolgono un ruolo chiave del nuovo modello urbano: la cittadinanza sarà lieta di passeggiare tra alberature stradali, palazzi verdi e parchetti. Tutto ciò per lottare contro l’inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e le conseguenze che essi hanno sugli ecosistemi e sulla biodiversità.
Infine, l’estensione della città sarà (in parte lo è già ora) digitale. L’organizzazione cittadina partirà dalla realtà urbana e si svilupperà in rete. Questa innovazione ha origine dalle esigenze dell’epidemia globale: a causa delle restrizioni, necessarie per superare l’epidemia da COVID-19, alcuni servizi ai cittadini sono stati garantiti online. Tanti, infatti, dall’inizio della pandemia, sono i lavoratori in smart working.
Le linee guida dell’ANCI per il Recovery Fund
Quanto descritto sopra non è l’idealizzazione di una fantomatica città utopica. L’idea della nuova gestione urbana, invece, deriva da progetti ben strutturati e pensati, nel cassetto di associazioni e amministrazioni. Un esempio è il documento sulle linee guida per il Recovery Fund, presentato dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) al governo.
Un elaborato sintetico ed efficace in cui, nella praticità, si entra nel merito delle azioni da promuovere per la ripresa post pandemica. Un decalogo di iniziative per la ripartenza che prevede l’introduzione di infrastrutture verdi nei centri urbani, della mobilità sostenibile e pubblica. Un piano che scardina l’economia lineare a favore della lotta agli sprechi e dell’organizzazione circolare della produzione; una strategia che rafforza la digitalizzazione e sfrutta le potenzialità delle periferie. Infine, si occupa di scuola, cultura e turismo sostenibile.
L’Osservatorio Nazionale Amianto guarda con interesse questo documento. Infatti, in più occasioni, l’avv. Ezio Bonanni si è espresso in merito alla progettualità del Recovery Plan. Il punto su cui l’associazione insiste è, nello specifico, la bonifica dei luoghi contaminati dall’amianto. Inserire tale progetto nei piani di riqualificazione urbana, rappresenterebbe una grande vittoria per la cittadinanza, a favore dell’ambiente e della stessa salute umana.
Bari Open Space: spazi aperti e mobilità sostenibile
“Lo spazio pubblico è il vero bene comune delle nostre città”, scrive l’ufficio stampa del Comune di Bari. L’amministrazione di Decaro, a maggio del 2020, ha presentato il programma, di breve e lungo periodo, con il quale si intende ripartire dopo l’emergenza COVID-19.
Una serie di azioni in materia di mobilità e spazi pubblici che ha come finalità la creazione di una città resiliente e sostenibile. Il distanziamento sociale, che deriva da esigenze sanitarie, ha portato a galla la necessità di recuperare maggiori spazi outdoor per vivere con serenità la quotidianità.
Bari Open Space ha come ultima finalità quella di garantire al cittadino la possibilità di muoversi da un posto all’altro utilizzando il trasporto pubblico, quindi, senza dover ricorrere al mezzo privato. Inoltre, prevede più spazi pubblici all’aperto per dare a tutti la possibilità di vivere la città evitando di congestionare alcuni luoghi che, per loro natura, tendono a favorire gli assembramenti.
Nella pratica, per incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici saranno ampliate le Zone a Sosta Regolamentata (ZSR) e per limitare lo spostamento con i propri mezzi, per distanze ravvicinate, sarà attivato lo sharing di micromobilità elettrica (monopattini, biciclette). Infine, sarà ridefinito il piano delle Zone 30, 20, 10 km/h per moderare il traffico e realizzata una rete di percorsi pedonali e ciclabili per un totale di 57 km aggiuntivi.
Quanto al territorio cittadino, sono previsti nuovi spazi pubblici nei contesti carenti di piazze e di verde, con l’obiettivo di promuovere la pratica sportiva e il benessere sociale nel rispetto delle misure di distanziamento fisico previste dalle recenti norme.
Piazze aperte a Milano: salvare la città e le relazioni
Anche il Comune di Milano utilizza l’approccio urbanistico tattico (che coinvolge la comunità nella rigenerazione urbana) per riportare lo spazio pubblico al centro del quartiere e della vita degli abitanti. Il progetto Piazze aperte prevede nuovi luoghi di coesione sociale, di incontro, aree verdi e pedonali dove svolgere attività sportiva outdoor e programmare eventi.
Dunque, gli spazi pubblici all’aperto sono stati pensati come luoghi di incontro e socializzazione. Per questo la cittadinanza è chiamata a collaborare attivamente al progetto, nello specifico per quanto riguarda la gestione dei luoghi e la programmazione di spettacoli, fiere e attività che soddisfino i desideri della comunità.
I residenti dei quartieri coinvolti non saranno, però, abbandonati. Infatti, nel caso si presentassero problemi organizzativi il Comune interverrà per apportare miglioramenti ai progetti.
Nuova gestione urbana: la ripartenza è prossima ed è green
La pandemia ha dato l’opportunità di riflettere sulle nostre abitudini e sul nostro stile di vita. Ci ha dato modo di pensare a una realtà urbana sostenibile ed ecologica che rispetti l’ambiente e tuteli la salute dell’essere umano. La risposta delle amministrazioni e delle associazioni è stata immediata e ha coinvolto in maniera attiva la cittadinanza. Ai buoni propositi, chiaramente, devono far seguito concrete azioni attuative.