ALLA CENTRALE ATOMICA DEL GARIGLIANO PROSEGUONO I LAVORI DI DECOMMISSIONING. INIZIATA LA RIMOZIONE DELLE ATTREZZATURE POSIZIONATE SUL VESSEL, IL CONTENITORE DI ACCIAIO IN CUI AVVENIVA LA REAZIONE NUCLEARE
Sono iniziati, nella centrale del Garigliano in provincia di Caserta, i lavori di rimozione delle attrezzature posizionate sul vessel, quel contenitore d’acciaio in cui avveniva la reazione nucleare quando la centrale funzionava.
Per svolgere questi lavori, Sogin ha dovuto realizzare una serie di attività propedeutiche. Ad esempio, ha dovuto ripristinare i sistemi ausiliari dell’edificio reattore, quali l’impianto elettrico, di ventilazione, di automazione e di controllo; nonché il circuito di allagamento del vessel e del canale reattore.
Le fasi della rimozione del vessel al Garigliano
L’attività, che è svolta dalla Sogin e dalla sua controllata Nucleco, si effettua all’interno dell’edifico reattore e si articola in quattro fasi principali.
La prima fase, appena iniziata, si allaga la parte interna del
vessel. Durante la seconda fase si aprirà la parte superiore del vessel – la cosiddetta “testa” – permettendo la fuoriuscita dell’acqua che riempirà il canale reattore, fino a sommergere completamente lo stesso vessel posizionato al suo interno. Poi si procederà alla rimozione delle attrezzature che si trovano sulla testa del vessel.
“Un’operazione che avverrà – spiega la Sogin – in modo remotizzato e sotto battente d’acqua, che è un elemento naturale che scherma le
radiazioni e consente ai tecnici di procedere in sicurezza. Al termine, le attrezzature rimosse, per un peso complessivo di 1 tonnellata, saranno inserite in appositi contenitori cilindrici, che verranno stoccati nei depositi temporanei del sito, in attesa del loro conferimento al Deposito Nazionale, una volta disponibile“. Questo intervento terminerà nel primo trimestre del 2024.
A recupero il 96% dei rifiuti dello smantellamento
Dopo queste operazioni, la Sogin avvierà lo smantellamento del vessel stesso e dei vari sistemi e componenti dell’edificio reattore (gli “internals”).
Al termine di questa fase, si entrerà finalmente in quella conclusiva che vedrà lo smantellamento complessivo della ex centrale nucleare. Che è anche la più complessa, dal punto di vista ingegneristico e operativo, del decommissioning della centrale campana.
Stima Sogin, comunque, che lo smantellamento della centrale del Garigliano produrrà complessivamente circa 268mila tonnellate di materiali. Tuttavia non si tratterà di rifiuti che andranno a sporcare l’ambiente, perché saranno avviati al recupero per il 96%. La maggior parte infatti è composta da metalli e calcestruzzo.