IL FRIULI VENEZIA GIULIA HA PAGATO A CARO PREZZO L’UTILIZZO CHE LE AZIENDE HANNO FATTO NEGLI ANNI DEL MINERALE KILLER, DAI CANTIERI NAVALI ALLE ACCIAIERIE. OGGI, È UNA REGIONE ALL’AVANGUARDIA NELLE BONIFICHE ED È CAPOFILA IN ITALIA PER LA RIMOZIONE DELL’AMIANTO
Si è tenuto questa mattina il convegno “Amianto a Trieste: profili sanitari e risarcitori”. Il seminario è stato organizzato dall’Osservatorio Nazionale Amianto. Nel corso dell’incontro, presieduto dall’avv. Ezio Bonanni, sono stati affrontati sia aspetti tecnici sia quelli più umani della lotta all’amianto. È intervenuta la parlamentare Debora Serracchiani
«Quanto si riferisce al tema amianto ha bisogno di un riordino e di una semplificazione. In questi anni abbiamo stabilizzato la rendita aggiuntiva del 15% per gli esposti amianto e aumentato il contributo una tantum per i familiari delle vittime non professionali, ma non basta».
Così, oggi a Trieste, la capogruppo del Partito democratico alla Camera Debora Serracchiani, nel corso del convegno “Amianto a Trieste: profili sanitari e risarcitori”.
Il seminario è stato organizzato dall’Osservatorio Nazionale Amianto, che ha comunicato gli ultimi dati dei casi di mesotelioma aggiornati al 2021. Al VII rapporto ReNaM che registra 1346 casi tra il 1993 e il 2018, l’ONA afferma che si devono aggiungere 133 casi analizzati dall’INAIL tra il 2019 e il 2021, di cui ben 53 nella sola provincia di Trieste. In particolare, in riferimento al Friuli Venezia Giulia, sono stati 40 i casi nel 2019, 40 nel 2020 e 53 nel 2021. Nel capoluogo, invece, 17 nel 2019, 18 nel 2020 e di nuovo 17 nel 2021.
Secondo i dati accertati dall’ONA e sulla base del confronto con quelli dell’INAIL, risulta che i casi di tumore del polmone causati dall’amianto sono stati oltre 3mila, con un impatto di circa 2700 decessi. Per le altre patologie asbesto-correlate, purtroppo bisogna aggiungere altri 900 defunti. Si arriva, così, in totale a circa 5mila morti per malattie correlate all’amianto, e oltre a più di 10mila vittime con patologie invalidanti.
Il Friuli Venezia Giulia regione all’avanguardia nelle bonifiche
«Il Friuli Venezia Giulia ha pagato a caro prezzo l’utilizzo che le aziende hanno fatto negli anni del minerale killer – ha affermato l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto -. Nei cantieri navali di Monfalcone e Trieste, nelle acciaierie, come nei porti, l’amianto ha mietuto e continua a mietere migliaia di vittime».
Nel corso del suo intervento, Bonanni ha sottolineato che il Friuli Venezia Giulia è una regione all’avanguardia nelle bonifiche ed è capofila in Italia per la rimozione dell’amianto.
Ad oggi sono stati segnalati 15.360 siti contaminati su una superficie di 3,5 milioni di mq, dei quali 14.060 punti scoperti. E questo anche grazie all’utilizzo dei droni. 450 punti sono stati bonificati ma 361 sono in pessime condizioni. Nella regione si riescono a rimuovere, infatti, 10mila tonnellate di amianto l’anno, con una media di 15 nuovi piani al giorno. Sul territorio operano 83 imprese specializzate, con 600 “tecnici” formati dalla Regione negli ultimi 5 anni.
«Molto si è fatto nel Friuli Venezia Giulia nella terapia e cura, oltre che nella bonifica – ha aggiunto Bonanni -. Trieste, al centro dell’Europa, è stata la città che tra le prime ha preso atto, anche grazie al compianto prof. Claudio Bianchi, del rischio amianto e ha assunto misure di tutela della salute».
Serve un riordino del sistema amianto
Ma occuparsi di amianto ancora oggi significa aver a che fare con tanti soggetti e tante regole non sempre tra loro coordinate e implicazioni di carattere ambientale. A questo proposito Serracchiani sostiene che un riordino del sistema sia fondamentale; sia per chi deve fare richiesta di accesso al Fondo vittime amianto sia per chi deve rifondere eventuali danni.
Serve quindi semplificare, ha spiegato la capogruppo Pd, «perché ad esempio ricostruire il fascicolo con cui si fa la domanda è estremamente complicato, molto lungo e faticoso per i richiedenti. Sono inoltre rimaste a metà delle questioni previdenziali come una proposta di legge per la riapertura dei termini per la presentazione delle domande d’accesso ai benefici».
Parlando del Superbonus, Serracchiani ha aggiunto che «in questa norma abbiamo tentato di incentivare le bonifiche ma siamo arrivati solo fino a un certo punto».
Serracchiani ha sollevato anche la questione delle Autorità portuali che non accedono al Fondo, e che pertanto, per gli indennizzi devono usare fondi propri. I quali, invece, dovrebbero servire preferibilmente per le bonifiche e fare prevenzione.
«Ho presentato tre volte un emendamento che tre volte è stato respinto, ma lo ripresenterò», ha concluso la capogruppo dem, la quale ha evidenziato la «mancanza di discariche per l’amianto, che genera ulteriori costi di trasporto per lo smaltimento» e la necessità di «implementare e rafforzare l’attività del Centro Regionale Unico Amianto (CRUA) di Monfalcone» (fonte ANSA).
ONA e Friuli Venezia Giulia insieme da 25 anni
Uno spazio del convegno è stato dedicato anche alle famiglie e alle vittime dell’amianto con l’intervento di Santina Pasutto, presidente dell’AEA – Associazione esposti amianto del Friuli Venezia Giulia. La vedova di Roberto Persich, ex autista della Nettezza Urbana del Comune deceduto a causa di un mesotelioma pleurico maligno, ha raccontato come, unitamente all’ONA, «sono al fianco di chi viene colpito dalle patologie asbesto correlate».
Alla sua famiglia e a quella del prof. Bianchi, è stata consegnata una targa in ricordo del loro caro. Un riconoscimento a parte, infine, all’ex presidente AEA, il Capitano Ferruccio Diminich, che si è speso nella battaglia con la sua grande determinazione.
«Il nostro impegno, a Trieste come nel resto d’Italia, prosegue – ha concluso Bonanni – in circa 25 anni di un percorso compiuto insieme. In questo momento non posso dimenticare migliaia di vittime, anche quelle di Trieste e del Friuli Venezia Giulia. In particolare voglio ricordare Aurelio Pischianz, indimenticabile ed indimenticato presidente dell’AEA».