domenica, Febbraio 16, 2025

Frida Kahlo: natura selvaggia delle sue opere

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NATURA E ANIMALI GIOCARONO UN RUOLO FONDAMENTALE NELLA VITA E NELLA PITTURA DI FRIDA KAHLO. PROTAGONISTI, INSIEME ALL’ARTISTA MESSICANA, DI NUMEROSI AUTORITRATTI O PARTE INTEGRANTE DEI PAESAGGI RAPPRESENTATI.

La vita di Frida fu costellata da numerose sofferenze. Kahlo fu affetta da spina bifida fin da piccola e, all’età di 18 anni, ebbe un grave incidente. Gravissime le conseguenze che la costrinsero per lunghissimi periodi a prima a letto e poi per tutta la vita.

I suoi genitori le regalarono un letto a baldacchino con uno specchio in alto da cui si poteva osservare. Da qui nacquero i suoi autoritratti.

“Dipingo quello che conosco meglio – disse l’artista – pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni”.

La vita di Frida Kahlo nei ritratti di animali

Solitudine, dolore e tristezza traspaiono dalle innumerevoli opere, angosciata anche dai continui tradimenti del marito e dalla mancanza di maternità.

Ciò la condurrà a trasferire il suo amore soprattutto verso gli animali e a consegnare loro il suo racconto. Più di un terzo della sua produzione artistica è dedicata a essi, soprattutto scimmie ragno, gatti, pappagalli, cani. Tutte specie custodite nel suo giardino di casa Azul, insieme a colombe, galline, passeri, un’aquila, un cervo.

Giardino che il marito Diego Rivera costruì appositamente per accoglierli. I suoi animali compaiono nelle tele come ampliamento dell’anima e trasposizione di stati d’animo e agitazioni.

Ne “Il cervo ferito” la pittrice rappresenta il suo dolore fisico ed emotivo della difficile convalescenza dopo l’operazione del 1946. Kahlo va a identificarsi con un cervo ferito da numerose frecce, come San Sebastiano, e che giace sotto un ramo spezzato, simbolo di morte imminente.

La passione per la vita e l’immenso amore per la natura e gli animali

Non solo però sofferenza, ma il suo racconto pittorico è fatto anche di gioia. Dalla forte vivacità dei colori va a sprigionarsi la sua passione per la vita e l’immenso amore per la natura e gli animali.

Nell’ “Autoritratto con scimmia” (1940), per esempio, un nastro rosso acceso, colore dell’amore e della passione, lega indissolubilmente l’artista alla sua scimmietta che va teneramente ad abbracciarle il collo con la sua coda.

In “Io e i miei pappagalli” (1941) giocano un ruolo fondamentale i pappagalli amazzoni, diffusi in America Centrale. Questi rimandano alle Amazzoni, figure della mitologia greca. Qui Frida si ritrae come la regina Pentesilea, come donna guerriera.

Frida e… quel desiderio di libertà

“Autoritratto con collana di spine”, invece, fu terminato dopo un anno dal divorzio da Diego Rivera, 1940. Il quadro rappresenta lo stato emotivo della pittrice in quel momento. Frida Kahlo si ritrae con una collana di spine che la fa sanguinare, il suo volto rimane impassibile, come di chi affronta il dolore stoicamente.

Circondata da numerosi animali, colpisce il colibrì. Il piccolo volatile simboleggia l’amore per la vita e la gioia di vivere, la grande capacità di superare le difficoltà. Ma nell’opera dell’artista giace appeso al collo, come morto.

Frida si ritrae spesso con farfalle e libellule tra i capelli e, forse, come a simboleggiare quel desiderio di libertà e leggerezza, di resurrezione. Anche fiori, foglie e natura furono chiaro riferimento alla rinascita e fertilità della terra.

Compagni di vita, fonte di ispirazione, oggetto di rappresentazione: questo e molto di più furono gli animali nella vita di Frida.

Numero verde ONA

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