TORNANO I CONCORSI FOTOGRAFICI “PROFONDO BLU” E “VITA TRA GLI SCOGLI”. I DUE CONTEST LANCIATI DAI PROGETTI EUROPEI LIFE CONCEPTU MARIS E LIFE PINNA, IN DIFESA DI CETACEI, TARTARUGHE E DEL BIVALVE PIÙ GRANDE DEL MEDITERRANEO, CHE RISCHIA L’ESTINZIONE, DANDO UNA MANO ALLA RICERCA
Avviata la seconda edizione dei concorsi fotografici “Profondo Blu” e “Vita tra gli scogli”. I due contest lanciati rispettivamente dai progetti europei LIFE Conceptu Maris (CONservation of CEtaceans and Pelagic sea TUrtles in Med: Managing Actions for their Recovery In Sustainability) e LIFE Pinna (Conservation and re-stocking of the Pinna nobilis in the western Mediterranean and Adriatic sea).
Obiettivo dei due programmi la tutela e la conservazione di alcune tra le specie più carismatiche del Mediterraneo, ossia i cetacei e le tartarughe marine. Ma anche il mollusco bivalve più grande dei nostri mari, la Nacchera di mare o Pinna nobilis, portata in pochi anni sull’orlo dell’estinzione da un’epidemia globale.
Termine ultimo per consegnare le fotografi il 24 settembre 2023. I regolamenti dei concorsi su Life Conceptu Maris e su Life Pinna. I vincitori saranno annunciati sui siti e sui social nei primi giorni di ottobre. In palio ci sono libri a tema marino, magliette e gadgets dei progetti. In copertina, la foto vincitrice dell’edizione 2022: il salto di una stenella striata.
Per il tema “Vita tra gli scogli”, scelto da LIFE Pinna, è necessario inviare almeno uno scatto che racconti la bellezza della biodiversità che ancora si può trovare sui fondali costieri del Mediterraneo. Che sia un granchio, oppure piccoli pesci o un’alga dalle forme particolarmente sinuose.
L’anno scorso hanno vinto le foto del salto di una strenella e di una bavosa che ha trovato riparo nelle valve di una Pinna nobilis morta.
Attenzione, però! Chiunque dovesse incontrare un esemplare vivo di Pinna nobilis la perlustrazione del fondale, oltre a scattare la sua foto per partecipare al concorso, può anche dare un aiuto davvero importante alla scienza. Infatti, i ricercatori sono impegnati nel complesso tentativo di salvare il grande bivalve dall’estinzione. Pertanto stanno cercando di fare un censimento degli esemplari ancora vivi. Dare il proprio contributo è semplice, basta fare una segnalazione nell’apposita sezione Segnala la Pinna! del sito.
LIFE Conceptu Maris, invece, vuole premiare gli scatti dedicati ai giganti del mare: balene e capodogli, ma anche i delfini e le affascinanti tartarughe marine. Il tema è quello del “Profondo Blu”, dedicato a chi preferisce il mare aperto.
Anche in questo caso, oltre a inviare fotografie, i partecipanti possono dare un contributo importante alla ricerca e alla tutela della natura. È sufficiente compilare il questionario sul sito di Conceptu Maris. Gli scienziati utilizzeranno le risposte per cercare soluzioni efficaci per ridurre il rischio di collisione di cetacei e tartarughe con le tante imbarcazioni che attraversano il Mediterraneo, un problema in sensibile aumento negli ultimi anni.
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Le pinna (Pinna nobilis) si sollevano anche di un metro dal fondale e, quando sono presenti, vengono avvistate facilmente da chi si immerge. Foto – Marco Colombo/TritonUna pinna (Pinna nobilis) circondata da Posidonia oceanica, una pianta marina spesso associata al grande mollusco.
Foto – Marco Colombo/Triton
Una giovane pinna (Pinna nobilis) nei pressi di un relitto su fondali bassi, ricoperti da una prateria sottomarina.
Foto – Marco Colombo/Triton
Una grande pinna (Pinna nobilis), la cui conchiglia è completamente ricoperta da organismi marini, tra cui spugne arancioni e spirografi.
Foto – Marco Colombo/Triton
Con l’epidemia che ha colpito la popolazioni di pinna (Pinna nobilis), grandi concentrazioni di molluschi, come in questa foto, sono sempre più rare.
Foto – Marco Colombo/Triton
Pinna (Pinna nobilis) è una delle specie più importanti delle grandi praterie di Posidonia oceanica, una pianta marina tipica del Mediterraneo.
Foto – Marco Colombo/Triton
Una pinna (Pinna nobilis) ricoperta di spugne su un basso fondale. Individui così grandi possono avere più di dieci anni di età.
Foto – Marco Colombo/Triton
Il gambero della pinna (Pontonia pinnophylax) un crostaceo straordinario, lungo circa 4 cm, che può vivere all’interno delle pinna più grandi, nutrendosi di particelle di cibo raccolte dal mollusco. È un ottimo esempio delle relazioni complesse che Pinna nobilis ha sviluppato con diversi organismi marini.
Foto – Marco Colombo/TritonIl gambero della pinna (Pontonia pinnophylax) un crostaceo straordinario, lungo circa 4 cm, che può vivere all’interno delle pinna più grandi, nutrendosi di particelle di cibo raccolte dal mollusco. È un ottimo esempio delle relazioni complesse che Pinna nobilis ha sviluppato con diversi organismi marini.
Foto – Marco Colombo/Triton
Giovanile di Atrina fragilis, una specie affine a Pinna nobilis, nel laboratorio CNR-IBF di Camogli dell’Università di Genova.
Foto – Francesco Tomasinelli/Triton
Gruppo di Atrina fragilis, una specie affine a Pinna nobilis, nelle vasche del laboratorio CNR-IBF di Camogli dell’Università di Genova.
Foto – Francesco Tomasinelli/Triton
Alimentazione di giovanili di Atrina fragilis, una specie affine a Pinna nobilis, con colture di microalghe nel laboratorio CNR-IBF di Camogli dell’Università di Genova.
Foto – Francesco Tomasinelli/Triton
Alimentazione di giovanili di Atrina fragilis, una specie affine a Pinna nobilis, con colture di microalghe nel laboratorio CNR-IBF di Camogli dell’Università di Genova.
Foto – Francesco Tomasinelli/Triton
Marcatura su un individuo Atrina fragilis, una specie affine a Pinna nobilis, nel laboratorio CNR-IBF di Camogli dell’Università di Genova.
Foto – Francesco Tomasinelli/Triton
Marcatura su un individuo Atrina fragilis, una specie affine a Pinna nobilis, nel laboratorio CNR-IBF di Camogli dell’Università di Genova.
Foto – Francesco Tomasinelli/Triton
Alimentazione di individui di Atrina fragilis, una specie affine a Pinna nobilis, con colture di microalghe nel laboratorio CNR-IBF di Camogli dell’Università di Genova.
Foto – Francesco Tomasinelli/Triton
La dottoressa Maria Paola Ferranti, Università di Genova, verifica le colture microalgali allevate nei bioreattori per l’alimentazione degli Atrina fragilis, una specie affine a Pinna nobilis, nel laboratorio CNR-IBF di Camogli dell’Università di Genova.
Foto – Francesco Tomasinelli/Triton