domenica, Marzo 19, 2023

Filiera tessile: sostenibilità e impatto ambientale

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È IN ARRIVO UN NUOVO PROVVEDIMENTO DAL MASE PER LA RESPONSABILITÀ ESTESA DEI PRODUTTORI. L’OBIETTIVO È LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E L’UTILIZZO DI MATERIALI DURATURI E RICICLABILI.

La sostenibilità dei prodotti e il conseguente impatto sull’ambiente sono argomenti di massima importanza, in particolare per il settore industriale. È fondamentale parlare di riciclo, materiali durevoli. È per questo che il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, sta per emanare un provvedimento per la filiera del tessile. Si tratta di un decreto per istituire la responsabilità estesa del produttore, promuovere cioè la sostenibilità dei prodotti e una diminuzione degli impatti ambientali.

In collaborazione con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, è stato predisposto uno “schema di decreto” che avvia una serie di importanti novità per l’industria dei prodotti tessili, quali abbigliamento, calzature, accessori, tessili per la casa e pelletteria. Per il testo è iniziata una consultazione, che finirà il 3 marzo, con gli stakeholder principali.

Il ministro Pichetto spiega che «nel tessile l’Italia esprime da sempre una straordinaria eccellenza, fatta di piccole e medie imprese di altissima qualità. È il motivo per cui abbiamo il dovere di costruire, con il contributo irrinunciabile di chi opera in questo mondo, un sistema che valorizzi l’eco-innovazione. Dobbiamo affermare la centralità di chi produce nel rispetto della legge e dell’ambiente. Bisogna fermare quegli smaltimenti incontrollati di rifiuti tessili che nascondono una filiera dell’illegalità a danno dell’imprenditoria onesta».

Gli obiettivi del decreto: la sostenibilità ambientale

Il decreto ha degli obiettivi ben definiti, tra cui i più importanti sono la sostenibilità del prodotto e una progettazione pensata per ridurre l’impatto sull’ambiente e la generazione dei rifiuti. Perciò si chiede al produttore di sviluppare, realizzare e mettere in commercio prodotti che si possano riutilizzare e riparare.

Si chiede anche che contengano materiali riciclati, a lunga tenuta e facilmente riparabili. L’utilizzo di fibre tessili e materiali naturali biocompatibili sono alcune delle misure di “eco-progettazione”. Tra queste, anche l’eliminazione di sostanze pericolose e la riduzione di difetti qualitativi, per cui i clienti tendono a disfarsi del prodotto.

Questo provvedimento serve affinché il produttore si assuma «il finanziamento e la riorganizzazione della raccolta, l’avvio a preparazione per il riutilizzo, riciclaggio e recupero dei rifiuti derivanti dai prodotti tessili», spiega il Mase. Costituendo un sistema di gestione collettiva o individuale, il produttore potrà sopperire agli obblighi.

Dovrà, inoltre, assicurare i mezzi finanziari e organizzativi necessari per costruire una «capillare rete di raccolta dei rifiuti tessili sul tutto il territorio nazionale», in accordo con gli Enti di ambito, e «lo sviluppo di sistemi di raccolta selettivi per incrementare la qualità delle frazioni tessili». Versare un contributo ambientale «non dovrà superare i costi necessari per fornire il servizio di gestione dei rifiuti in modo efficiente e dovrà favorire l’innovazione orientata verso modelli di economia circolare».

Il CORIT-Centro Coordinamento Riciclo Tessili

Nel testo del decreto si parla anche di ricerca, sviluppo e utilizzo di tecnologie avanzate per la scelta di fibre provenienti dal riciclaggio. Si pensa anche a un sistema di “etichettatura digitale” per specificare la composizione fibrosa e le caratteristiche, evidenziando le parti di tessuto non di origine animale. Per mantenere il focus sul raggiungimento degli obiettivi e gestire la raccolta differenziata, verrà istituito il CORIT-Centro di Coordinamento per il Riciclo dei Tessili.

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