venerdì, Dicembre 6, 2024

Qualcuno fermi la “caccia selvaggia”!

Ultime News

LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE SI SONO UNITE PER FRONTEGGIARE L’EMENDAMENTO RECENTEMENTE APPROVATO CHE DÀ IL VIA A UNA VERA E PROPRIA “CACCIA SELVAGGIA”.

Ormai solo il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, può fermare l’approvazione della nuova Legge di Bilancio, al cui interno si autorizza a una vera e propria “caccia selvaggia”. Alle prime luci del 21 dicembre la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha infatti approvato l’emendamento che prevede l’estensione della caccia nelle aree protette e urbane.

Presidente Mattarella non firmi la Legge di Bilancio. Rimandi alle Camere l’articolo che autorizza la caccia sempre e ovunque, anche nei parchi e nelle città. Questa autorizza il Far West fra abitazioni e scuole. Toglie ai parchi la protezione agli animali selvatici e nulla c’entra con un provvedimento che tratta questioni economiche”.

È l’appello della LAV, la Lega anti vivisezione. Questa mira a dar voce a tutti coloro che tengono al pianeta e alle specie che ospita.

Clicca qui per sottoscrivere l’appello al Presidente Mattarella a non firmare la Legge di Bilancio

caccia

Ma non è l’unica associazione ambientalista che ha dato vita a mobilitazioni e proteste per cercare di fermare questa “follia” normativa e scientifica.

Una pagina vergognosa per la tutela dell’ambiente in Italia – denuncia infatti il WWF -. Il provvedimento, inserito senza alcuna giustificazione nella Legge di Bilancio, introduce una norma che consentirà di cacciare nelle aree protette e, persino, nelle aree urbane, tutte le specie, per tutto l’anno”.

L’emendamento apre alla “caccia selvaggia”

L’emendamento, formulato dal ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e il cui primo firmatario è Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, prevede che i cacciatori potranno sparare a qualsiasi animale selvatico, anche a specie protette come orsi, lupi, aquile e altri rapaci. E questo sarà possibile anche nelle zone protette, nei parchi nazionali e regionali, nelle oasi, nelle riserve e nelle strade urbane, senza dover rispettare la distanza minima di sicurezza di 150 metri.

Inoltre, come se non bastasse, gli interventi dei cacciatori non saranno più sottoposti alla preventiva verifica scientifica dell’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Si aggirano così le disposizioni secondo cui, per poter uccidere un animale selvatico considerato “dannoso”, deve essere dimostrato che non esistono efficaci soluzioni alternative non cruente.

Le operazioni di coordinamento per questa operazione saranno invece affidate al Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri. Questo potrà avvalersi di cacciatori riconosciuti, guardie venatorie e della Polizia locale e provinciale.

Infine, per quanto riguarda i cinghiali abbattuti, essi saranno sottoposti ad analisi igienico-sanitarie per poi essere destinati al consumo alimentare.

Il provvedimento non ha alcuna giustificazione tecnico-scientifica. Non è un caso che la norma ridimensioni fortemente il ruolo di ISPRA affidando direttamente la gestione faunistica ai cacciatori e a organi regionali non ben identificati – denuncia il WWF -. Viene ridimensionato anche il ruolo dei Carabinieri forestali, che diventa solo eventuale e ridotto a questioni tecniche e di coordinamento delle azioni di prelievo. Viene totalmente ignorata la recente riforma della Costituzione, che all’art. 9 tutela la biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni. Governo e Parlamento stanno abdicando a gestire la fauna, patrimonio indisponibile dello Stato, affidandosi totalmente ai cacciatori”.

Contrasto con la Costituzione e le altre direttive UE

Infatti ciò che stupisce ancor di più dell’approvazione di questa misura è che, recentemente, la Costituzione ha accolto maggiori tutele per l’ambiente tra i principi fondamentali della Repubblica. In più stravolge l’articolo 19 della legge 157 del 1992 sulla caccia e viola le direttive europee, esponendo il nostro Paese a future procedure d’infrazione.

«La norma consentirà l’abbattimento di specie protette dall’Unione Europea. È in totale violazione della direttiva Habitat e dell’art.9 della Costituzione – commenta questa decisione Angelo Bonelli, il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) e portavoce di Europa Verde -. Hanno deciso l’abbattimento di animali protetti in aree vietate alla caccia per fare un favore alla lobby venatoria e delle armi».

Della stessa opinione è anche Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Protection. «Una vera e propria dichiarazione di guerra agli animali di tutte le specie, alla natura e alla biodiversità. Tra l’altro, mette il nostro Paese in contrasto con le norme comunitarie, esponendolo a procedure di infrazione da parte dell’UE – ha dichiarato -. Un vero e proprio disastro sotto tutti i punti di vista. Se questo è il primo passo che questo Governo fa rispetto al mondo animale, possiamo già affermare che stiamo andando nella direzione sbagliata».

“Caccia selvaggia” contro l’invasione della fauna selvatica

Ma perché è nato questo provvedimento? La motivazione è da ritrovarsi nei crescenti problemi e danni causati dai cinghiali, oltre che alle coltivazioni anche nei quartieri urbani. Solo nell’ultimo anno è avvenuto un incidente ogni 41 ore con tredici vittime e duecentosessantuno feriti a causa di cinghiali o altri animali selvatici.

«Nelle periferie delle nostre città i cinghiali pascolano allo stato brado, rappresentando un pericolo per i cittadini e gli automobilisti – commenta Francesco Michelotti di Fratelli d’Italia -. Lo stesso problema si presenta anche nelle zone di provincia, dove specie selvatiche sempre più numerose e incontrollate distruggono i raccolti e danneggiano il reddito degli agricoltori grandi e piccoli. In campagna elettorale, nella mia Toscana ma anche nelle grandi città, Fratelli d’Italia si era impegnata a dare una svolta per risolvere questo problema. L’emendamento approvato nella legge di stabilità va nella giusta direzione».

Anche Francesco Lollobrigida ha ribadito come questo emendamento permetterà di affrontare la problematica «finalmente in maniera seria e non con una dispersione di energie economiche enormi, anche per contrastare alcune patologie che mettono a rischio la vita di centinaia di migliaia di animali. Abbiamo fatto una modifica alla norma perché c’è il problema di cinghiali in città e della peste suina, contro cui l’unica cosa è l’abbattimento selettivo».

Della stessa opinione, secondo i dati Coldiretti, sono l’81% degli italiani. Il 69% ritiene che i cinghiali siano troppo numerosi, mentre il 58% li considera una minaccia.

Un pericolo per la sicurezza pubblica

Eppure sono molti gli aspetti controversi di questa misura. Il primo è che, nonostante l’unico obiettivo fosse ridurre la presenza dei cinghiali, è stata data l’autorizzazione a sparare a tutte le specie selvatiche.

Si sta per introdurre nel nostro Paese una caccia senza regole, mascherata da attività di controllo – continua il WWF -. Peraltro non porrà alcun freno alla proliferazione dei cinghiali perché si continua a insistere nell’errore di affidare ai cacciatori la gestione faunistica. Tuttavia è stata proprio la caccia a determinare, prima, l’immissione dei cinghiali a scopo venatorio in tante parti d’Italia e, dopo, il loro aumento attraverso sistemi di caccia sbagliati, che determinano il disgregamento dei branchi, moltiplicando il successo riproduttivo”.

Un altro aspetto critico da non sottovalutare è che, oltre allo sterminio di esseri viventi, si crea un grave problema di sicurezza pubblica. Come fa notare l’associazione AnimaLiberAction, “chiunque in possesso di un porto d’armi, potrà sparare indisturbato”.

«Con l’approvazione di questa norma i cacciatori saranno liberi di sparare ovunque e in qualunque periodo dell’anno, rappresentando un pericolo non soltanto per gli animali ma anche per le persone – sostiene Rosati -. Già durante la normale attività venatoria si registrano numerosi incidenti di caccia, con vittime ignare che vengono colpite per errore. Ora questo potrà succedere perfino in città, dove i cacciatori potranno girare armati come nel Far West».

Chi è il vero predatore da cui proteggersi?

Ed è anche proprio per questo che la LAV ha deciso di appellarsi al Presidente della Repubblica Mattarella. Lancia un’iniziativa che coinvolge tutti i cittadini. Tutti potranno inviare una email al Capo di Stato affinché “fermi questo articolo che prevede le canne dei fucili puntate nei giardini dei nostri cortili di casa, tra gli arbusti dei boschi dove andiamo a passeggiare nel fine settimana, nelle aree protette dove gli animali selvatici cercano riparo dalla morte”.

Questo emendamento si pone, infatti, come un vero e proprio scempio, non solo dal punto di vista ambientale ma anche da quello etico e morale. Si ostina a costruire un “muro” insormontabile per dividere l’uomo dalle altre specie. Nonostante la crescente sensibilità ambientalista, continuiamo a compiere gli stessi errori: contrastare “l’invasione” con la forza. Bisogna invece cambiare la nostra prospettiva e capire che siamo noi esseri umani gli invasori degli habitat delle altre specie. Allargando le zone urbane, esaurendo le risorse naturali, abbiamo costretto molti animali selvatici a lasciare luoghi sicuri in cerca di cibo e a scontrarsi con i più temibili predatori: noi.

Numero verde ONA

spot_img
spot_img
spot_img

Consulenza gratuita

    Articoli simili