OTTO GIOVANI ATTIVISTI DI EXTINCTION REBELLION SONO STATI RINVIATI A GIUDIZIO DAL TRIBUNALE DI MILANO PER LE PROTESTE PACIFICHE MESSE IN ATTO NEL CAPOLUOGO LOMBARDO IN OCCASIONE DELLA FASE PREPARATORIA DELLA COP26
La disobbedienza civile nonviolenta è costata cara a otto giovani attiviste e attivisti di Extinction Rebellion. A Milano, infatti, il 24 gennaio scorso, si è svolto al Tribunale penale (vedi foto copertina) la prima udienza del primo processo penale a loro carico.
In contemporanea, è stato organizzato un presidio di solidarietà in via Freguglia, composto da diversi cittadini che condividono idee e azioni degli attivisti “disobbedienti”. Ai giovani sono stati contestati fatti che rientrano nella protesta civile volta a combattere i cambiamenti climatici e a difendere, così, l’ambiente.
Lo svolgimento della prima udienza
I fatti contestati agli otto attivisti risalgono all’inizio di ottobre del 2021, quando Milano ha ospitato la fase preparatoria della COP26. Questa si è poi conclusa a Glasgow, in Scozia, nel novembre successivo col preannunciato nulla di fatto.
Quel giorno di ottobre del 2021, si sono barricati nel centro “Milano Congressi” (MiCO) il sindaco Sala e l’ex ministro della Transizione ecologica Cingolani. A questi si è aggiunto l’ex presidente del Consiglio Draghi. Ciò mentre all’esterno della zona rossa tutti i movimenti per la giustizia climatica e sociale mettevano in atto presidi e proteste.
Le attiviste di Extinction Rebellion, circa una sessantina, hanno presidiato ininterrottamente per tre giorni e tre notti il gate 2 del MiCO. Il gate 2 rappresentava l’unico accesso fisicamente avvicinabile. In quei tre giorni, le manifestanti hanno letto discorsi, suonando ogni ora le sirene d’allarme per ricordare lo scadere del tempo per salvare il Pianeta.
Il Tribunale di Milano decide di rinviare a giudizio gli attivisti
Per questi fatti, cioè per aver messo in pratica azioni dirette di disobbedienza civile nonviolenta, il Tribunale di Milano ha disposto un rinvio a giudizio. Le otto persone, tutte giovanissime, a causa del rinvio a giudizio, potrebbero essere passibili di una condanna.
Oltre alla pena detentiva fino a un anno, il Tribunale può disporre una pena pecuniaria. Questa può arrivare fino a 413 euro per la manifestazione e fino a mille euro per l’imbrattamento.
È bene precisare che ai presidi erano presenti anche adulti, ma sono stati rinviati a giudizio solo gli otto ventenni. Si tratta di un chiaro segnale intimidatorio che il processo comunica ai giovani che si impegnano per contrastare il collasso ecoclimatico con azioni dirette nonviolente.