IL TRIBUNALE DI PISA HA CONDANNATO LA USL TOSCANA NORD OVEST, RESPONSABILE DELLA MORTE DI ROMANO POSARELLI, EX DIPENDENTE DELLA SOLVAY DI ROSIGNANO. IL GIUDICE RICONOSCE UN RISARCIMENTO DI 26MILA EURO ALLA VITTIMA PER RESPONSABILITÀ MEDICA PER DIAGNOSI TARDIVA
Il Tribunale di Pisa ha emesso una sentenza di condanna nei confronti dell’Azienda USL 6 Livorno, poi divenuta USL Toscana Nord Ovest, ritenendola responsabile della morte di Romano Posarelli avvenuta nel novembre 2010. La decisione riconosce un risarcimento per responsabilità medica per diagnosi tardiva.
Motivazioni del Tribunale
Secondo la sentenza, il medico di base ha ritardato la diagnosi e ha fornito prescrizioni inadeguate. Il giudice ha evidenziato che il medico non poteva ignorare l’impiego di Posarelli allo stabilimento Solvay di Rosignano e la sua condizione di ex esposto all’amianto. La famiglia ha dimostrato che il ritardo negli esami diagnostici e le cure farmacologiche inappropriate hanno contribuito al peggioramento della salute del paziente, dimostrando così il nesso causale con l’operato sanitario.
«Importante pronuncia – sottolinea l’avv. di parte civile Ezio Bonanni, attualmente impegnato anche come legale della famiglia Tarantola per la morte prematura della figlia nel processo per la discarica dello Scapigliato – che rileva il principio che anche nel caso di risarcimento del danno a carico del datore di lavoro responsabile della morte, comunque sussiste la responsabilità in solido della Asl».
La vicenda clinica di Posarelli
Posarelli, durante il suo lavoro nello stabilimento Solvay, è stato esposto all’amianto. Nell’estate del 2010, dopo l’insorgere dei primi sintomi, si è rivolto al medico curante, che inizialmente ha trattato la malattia con antibiotici. Solo attraverso accertamenti svolti in strutture private è emersa la diagnosi di tumore del polmone, provocato dall’esposizione all’amianto.
Azioni legali contro Solvay e USL
Un primo procedimento penale e civile contro la Solvay si era già concluso con una condanna dell’azienda al risarcimento dei danni, confermata anche in Appello. In seguito, Massimiliano Posarelli, figlio del defunto, ha intrapreso un’ulteriore azione legale contro l’Azienda Sanitaria. Con il supporto dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, ha ottenuto una condanna per la mancata sorveglianza sanitaria, che avrebbe potuto consentire una diagnosi precoce del tumore.
Principi stabiliti dalla sentenza
La decisione del Tribunale ribadisce che le Aziende Sanitarie Locali devono garantire controlli tempestivi e appropriati per i lavoratori esposti all’amianto. Nel caso di Posarelli, la responsabilità contrattuale dell’USL è stata ricondotta alla gestione inadeguata delle cure e al ritardo diagnostico, che hanno aggravato irrimediabilmente la sua condizione.
Questa sentenza rappresenta un monito per le strutture sanitarie, chiamate a vigilare con maggiore attenzione sui pazienti a rischio per evitare tragedie simili.