giovedì, Dicembre 12, 2024

Espansione artificiale: le Maldive alla deriva

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IL GOVERNO DELLE MALDIVE HA AVVIATO UN PROGETTO DI ESPANSIONE TERRITORIALE, DRAGANDO I SEDIMENTI DEL FONDALE OCEANICO PER CREARE NUOVE TERRE. TUTTAVIA, DIETRO A QUESTA SPETTACOLARE CRESCITA, SI NASCONDONO PREOCCUPAZIONI AMBIENTALI. L’INIZIATIVA POTREBBE INFATTI METTERE IN PERICOLO GLI ECOSISTEMI MARINI E LA STESSA SOPRAVVIVENZA DEL PAESE, CHE POTREBBE SPROFONDARE A CAUSA DELL’INNALZAMENTO DEL LIVELLO DEL MARE

Bonifica delle Maldive: rischi ambientali dell’espansione

Nel cuore dell’atollo di Addu, un paradiso marino che ospita più di 1.200 specie di pesci, sta nascendo un progetto di espansione “ambizioso”. Il ministero della Pianificazione nazionale, dell’edilizia abitativa e delle infrastrutture delle Maldive, ha varato il progetto di sviluppo nel 2021, volto a bonificare parti dell’atollo e a sviluppare un collegamento stradale tra le isole esistenti.

Tuttavia, dietro a questa visione di crescita economica e prosperità, si cela una realtà più complessa e preoccupante. Il processo, apparentemente innovativo, potrebbe, infatti, portare a cambiamenti significativi nella geografia di quel Paese e avere conseguenze a lungo termine sugli ecosistemi marini e non solo.

L’80% delle Maldive si trova a meno di un metro sopra il livello del mare e con le previsioni di innalzamento dello stesso, molte isole rischiano di sprofondare entro il 2100.

Ma perché questa decisione? 

Una motivazione ridicola 

Il sindaco della città di Addu, Ali Nizar, ha dichiarato che le famiglie maldiviane, hanno inoltrato oltre 5mila richieste di alloggi. Cosa che evidenzia un bisogno di spazi abitativi. Questa la decisione alla base dell’inquietante progetto. In cosa consiste?

Il processo di bonifica coinvolge l’estrazione di sabbia e detriti corallini dal fondo dell’oceano utilizzando imbarcazioni dotate di tubi di aspirazione. Questi sedimenti vengono poi depositati altrove, creando nuove terre ampliando lo spazio abitabile. 

Ovviamente, la scelta ha trovato opposizione da parte degli ambientalisti, i quali sollevano preoccupazioni riguardo ai rischi associati a questa pratica.

Studi condotti sia nelle Maldive sia in altre parti del mondo hanno dimostrato che questa pratica può compromettere la salute dei coralli, distruggere habitat vitali come le mangrovie e minacciare la biodiversità marina.

Tuttavia, il governo continua a promuovere la bonifica, come un’opportunità di crescita economica e sviluppo. E non è la prima volta che ciò accade: i primi progetti risalgono al 1997.

Ecomostri maldiviani 

Il progetto di espansione della spiaggia di fronte all’hotel di Shaiz, sponsorizzato dallo Stato e inaugurato nel giugno 2023 dal presidente Ibrahim Mohamed Solih, ha suscitato critiche fin dall’inizio.

Sebbene mirasse a fornire una maggiore accessibilità all’oceano per i turisti, in realtà ha avuto un tasso di prenotazioni modestissimo, oltre ad avere un impatto negativo sulla bellezza naturale della costa.

Ma, a quanto pare, questi fattori non hanno indotto ad alcuna riflessione…

Il presidente Solih, insieme con l’Agenzia per la Protezione Ambientale delle Maldive, insiste nel sostenere che il progetto sia stato pensato dopo un’attenta valutazione dell’impatto ambientale. Da qui il via libera ai lavori, con il benestare, dell’EPA, cioè l’Agenzia del governo federale degli Stati Uniti preposta alla protezione della salute umana e dell’ambiente.

Il dissenso dei residenti: non all’espansione

Sebbene la creazione di nuove terre possa sembrare un segno di progresso, molti residenti di Addu ritengono che i veri bisogni siano rappresentati da opportunità di lavoro e sviluppo economico, piuttosto che da nuovi spazi abitativi. L’abbandono di terre e le case vuote sono la testimonianza di un disallineamento tra le priorità del governo e i bisogni reali della popolazione locale.

Inoltre, è fondamentale bilanciare tali vantaggi con la salvaguardia dell’ambiente fragile e il sostegno alle esigenze delle persone che vivono sulle isole.

Impatti ambientali a lungo termine

Intanto, nei pressi del resort di Addu, si possono già vedere i gravi danni subiti dalle barriere coralline a seguito dei progetti di bonifica. I sedimenti scaricati minacciano direttamente la salute delle barriere coralline. Anche se solo una parte dei sedimenti le raggiungesse, gli effetti potrebbero essere catastrofici. I coralli, privati di luce e nutrienti a causa dell’opacizzazione dell’acqua, potrebbero non sopravvivere. Un danno che non solo comprometterebbe l’ecosistema marino, ma aumenterebbe anche la vulnerabilità delle isole alle tempeste e all’innalzamento del livello del mare.

Per mitigare i danni ai coralli, le Maldive hanno adottato le Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA), un importante strumento per individuare e valutare i potenziali rischi ambientali legati a un determinato progetto. Tuttavia, è importante notare che tali procedure possono presentare delle limitazioni, rendendo le loro raccomandazioni non vincolanti. 

Ong, attivisti e ambientalisti avevano richiesto che almeno il 10% dei coralli esistenti fosse ricollocato al di fuori delle aree di bonifica. Tuttavia, i risultati delle operazioni di ricollocazione non sembrano particolarmente positivi. Sebbene alcune specie abbiano dimostrato di essere resilienti, altre, come il corallo blu, sono state completamente distrutte dopo il trasferimento.

Non solo coralli: ecosistemi a rischio

Gli impatti negativi della bonifica non si limitano ai coralli. Uno studio ha rilevato un aumento del disturbo antropico sulle coste e sulle barriere coralline in numerose isole abitate delle Maldive. Le praterie di fanerogame marine, le mangrovie e gli ecosistemi costieri sono tutti a rischio.

Non solo gli impatti ambientali, ma anche gli effetti a lungo termine delle infrastrutture di protezione costiera come le dighe marine sollevano incertezze sul futuro delle Maldive. Le isole, che si evolvono stagionalmente con i monsoni, potrebbero subire cambiamenti significativi nei loro processi naturali a causa delle bonifiche e delle opere di protezione costiera. 

Una ricerca condotta dalla geografa francese Virginie Duvat, specializzata nello studio delle coste e dei cambiamenti costieri, ha valutato, insieme con altri scienziati, lo stato delle 107 isole abitate delle Maldive, nel corso di un decennio.

I risultati hanno evidenziato un significativo degrado nella capacità delle barriere coralline di proteggere le isole dalle onde e fornire sedimenti naturali, mettendo in evidenza l’importanza di considerare gli impatti a lungo termine della bonifica.

Nonostante le preoccupazioni sollevate da attivisti e scienziati, il governo maldiviano continua ad avanzare con progetti di bonifica ambiziosi, come quello annunciato dal presidente Muizzu per creare 65mila unità abitative vicino a Malé (capitale delle Maldive).

Tensioni socio-economiche

Oggi, la spiaggia di fronte all’hotel di Mohamed Shaiz, sull’atollo Addu, è stata estesa di 130 metri. 

L’attivista Humay Abdulghafoor, ha sollevato una causa legale contro il governo, sostenendo che i progetti di bonifica minacciano l’ambiente, l’economia e la cultura locali. Questo caso, in corso da anni, ha visto una svolta significativa il 14 febbraio 2024, quando l’Alta Corte maldiviana ha temporaneamente sospeso un progetto di dragaggio. Tuttavia, la Corte suprema ha annullato rapidamente questa decisione. 

In un contesto in cui la sostenibilità ambientale si scontra con la necessità di sviluppo economico, le Maldive si trovano ad affrontare una scelta di vitale importanza per il loro futuro.

Fonte

Report “We still haven’t recovered” Human Rights Watch (Hrw);

Nature 

Numero verde ONA

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