venerdì, Dicembre 13, 2024

Emergenze nucleari e radiologiche. ENEA e NATO collaborano per nuovi sistemi di screening rapido

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NEL CONTESTO DELLE EMERGENZE NUCLEARI E RADIOLOGICHE, LA PREVENZIONE E LA RISPOSTA TEMPESTIVA SONO FONDAMENTALI. IL PROGETTO DELLA NATO “BIOPHYMETRE”, GUIDATO DALL’ENEA E FINANZIATO NELL’AMBITO DEL PROGRAMMA NATO “SCIENCE FOR PEACE AND SECURITY”, SI PROPONE DI SVILUPPARE SISTEMI INNOVATIVI PER RILEVARE RAPIDAMENTE LE DOSI DI RADIAZIONI IONIZZANTI ASSORBITE IN CASO DI INCIDENTI SU LARGA SCALA

Il triage nelle emergenze radiologiche

Il triage, cioè il processo per valutare rapidamente le condizioni dei pazienti e assegnare priorità di trattamento, è fondamentale nelle emergenze radiologiche o nucleari per individuare chi è stato esposto a radiazioni pericolose e stimare la dose assorbita.

A spiegarlo è Antonella Federica Testa, coordinatrice del progetto BioPhyMeTRE e ricercatrice dell’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile, ENEA. Questo approccio consente infatti ai medici di intervenire con trattamenti adeguati, migliorando così le probabilità di sopravvivenza.

Screening biologico: il ruolo dei linfociti come “dosimetri circolanti”

Uno dei metodi sviluppati dall’ ENEA si basa sulla dosimetria biologica, un sistema che permette di stimare la dose di radiazioni attraverso un piccolo campione di sangue. I linfociti, cellule del sistema immunitario, reagiscono alla sovraesposizione a radiazioni sviluppando specifiche anomalie cromosomiche osservabili al microscopio.

Grazie alla tecnologia avanzata per la microscopia, acquisita con i fondi NATO, questo sistema permette di rilevare con precisione tali anomalie e di fornire informazioni essenziali sulla dose assorbita.

«La nuova metodica combina due test di dosimetria biologica sullo stesso vetrino, rendendo possibile uno screening rapido e multiplo», afferma Testa. 

Risultato? L’automazione del processo aumenta notevolmente la velocità di analisi e permette di elaborare un numero molto maggiore di campioni in tempi ridotti.

La dosimetria fisica e l’utilizzo degli oggetti personali come “dosimetri fortuiti”

Accanto alla dosimetria biologica, il progetto BioPhyMeTRE ha introdotto un innovativo sistema di dosimetria fisica basato sulla “luminescenza otticamente stimolata” (OSL). Questo approccio utilizza sostanze comuni che contengono magnesio – come snack salati o integratori – i quali, entrando in contatto con la persona esposta, possono registrare tracce dell’eventuale esposizione a radiazioni. 

Grazie a uno strumento portatile di facile utilizzo, i soccorritori possono quindi effettuare un triage direttamente sul luogo dell’incidente. Questo approccio rende possibile valutare rapidamente la dose di radiazione in modo economico e accessibile, riducendo i tempi di risposta in situazioni di emergenza.

Ovviamente, va considerato che l’affidabilità del metodo potrebbe essere limitata in assenza di tali oggetti o se questi non fossero stati effettivamente utilizzati dalla persona esaminata.

Una visione integrata per migliorare l’accuratezza dello screening

Entrambi i metodi di dosimetria – biologica e fisica – presentano vantaggi e limiti in base alla sensibilità alle radiazioni, alla stabilità del danno registrato e alle caratteristiche dell’individuo. Un sistema integrato che combini i risultati di diversi approcci dosimetrici permette una stima più accurata dell’esposizione totale.

«Nella valutazione della dose assorbita, è essenziale poter disporre di diversi sistemi di misura, perché ogni metodo presenta peculiarità che ne migliorano lefficacia in specifici contesti», continua Testa.

La combinazione dei dati provenienti da diversi strumenti offre quindi una valutazione più affidabile della dose di radiazione subita, essenziale per indirizzare correttamente le cure.

Collaborazioni e network internazionali per affrontare le emergenze

Il progetto BioPhyMeTRE si inserisce in una rete di collaborazioni internazionali, dove ENEA gioca un ruolo di primo piano. Dagli anni ’60, infatti, l’ENEA è il principale centro italiano per la valutazione della dose di radiazioni attraverso la dosimetria biologica.

L’Agenzia ha collaborato con diversi Paesi per affrontare le conseguenze di disastri nucleari, come quelli di Chernobyl e del Kazakhstan. ENEA, partecipa attivamente a network internazionali come il WHO BioDoseNet (Bio-Dosimetry Network), un’iniziativa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) volta a garantire un coordinamento globale per il monitoraggio e la gestione delle dosi di radiazioni in caso di emergenza.

L’ente, inoltre, è parte di RENEB (Realizing the European Network of Biodosimetry), un network europeo specializzato nella biodosimetria, e di EURADOS (European Radiation Dosimetry Group), una rete europea di esperti che promuove la ricerca e lo sviluppo nella dosimetria delle radiazioni. L’accordo siglato con RENEB nel 2015 sottolinea l’impegno di ENEA nel supportare la valutazione delle dosi assorbite durante incidenti radiologici, per una risposta tempestiva ed efficace.

Una collaborazione internazionale per la sicurezza e la prevenzione

Il programma “Science for Peace and Security” della NATO, che finanzia il progetto BioPhyMeTRE, rappresenta un’iniziativa chiave per promuovere la cooperazione tra Paesi membri e partner, con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza globale.

All’interno di questo contesto, l’Institute of Radiation Safety and Ecology (IRSE) del Kazakhstan, partner storico di ENEA, contribuisce con la propria esperienza, maturata durante il progetto europeo INTAS (International Association for the promotion of cooperation with scientists from the Independent States of the former Soviet Union), volto a valutare le conseguenze radiologiche dei test nucleari condotti in Kazakhstan.

La collaborazione con IRSE permette di trasferire conoscenze avanzate e strumenti essenziali al personale di primo intervento, migliorando così l’efficacia del triage e proteggendo la popolazione.

Un’alleanza scientifica per fronteggiare le emergenze

BioPhyMeTRE è un progetto innovativo che segna un passo avanti nella gestione delle emergenze radiologiche e nucleari, grazie alla combinazione di metodologie biologiche e fisiche e al supporto di partner internazionali.

Insieme con ENEA collaborano l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’organo di riferimento in Italia per la ricerca sulla salute pubblica, il Ruđer Bošković Institute (IRB) in Croazia, una delle principali istituzioni scientifiche del paese specializzata in fisica nucleare e radioprotezione, e l’Institute of Radiation Safety and Ecology (IRSE) del Kazakhstan, che mette a disposizione la sua esperienza in aree storicamente esposte a test nucleari.

In definitiva, il progetto BioPhyMeTRE dimostra come l’innovazione scientifica e la cooperazione internazionale possano contribuire alla costruzione di un sistema di sicurezza globale capace di rispondere efficacemente alle emergenze radiologiche. Questa sinergia internazionale sottolinea l’importanza della scienza e della cooperazione per la protezione delle popolazioni. Consolida altresì le basi per un mondo più sicuro e resiliente.

Numero verde ONA

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