APPELLO DI ITALIA NOSTRA ALLE FORZE POLITICHE IN VISTA DELLE PROSSIME ELEZIONI NAZIONALI: SOSTENERE UNA TRANSIZIONE ECOLOGICA NEL RISPETTO DEL TERRITORIO
«Il dibattito politico in vista delle prossime elezioni nazionali si è concentrato su logiche di schieramento, ignorando totalmente scelte sulla tutela e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali determinanti per il modello di sviluppo della nostra società». Così Edoardo Croci, presidente di Italia Nostra.
L’associazione nasce nel 1955 con l’obiettivo di tutelare il territorio, il paesaggio e il patrimonio naturale e culturale dell’Italia, minacciati da una ricostruzione spesso irrispettosa di norme e valori. Oggi, afferma il presidente facente funzioni, questo patrimonio è ancora a rischio, sia nei contesti urbani sia in quelli rurali.
La transizione ecologica rappresenta uno degli obiettivi primari del Next Generation EU. Per questo fine, l’Unione Europea ha nesso a disposizione ingenti risorse. Un’opportunità unica per il Paese, per indirizzare investimenti e riforme al fine di garantire un effetto moltiplicatore per la competitività e del suo sistema produttivo. Oltre che la generazione di rilevanti benefici ambientali e sociali.
Riceviamo e pubblichiamo l’appello di Edoardo Croci ai candidati alle prossime elezioni politiche, perché il prossimo governo si concentri anche su questi temi fondamentali per lo sviluppo dell’Italia e per il benessere delle generazioni future.
«Nel contribuire agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni climalteranti, è urgente aggiornare la Strategia Energia Nazionale e realizzare una governance multilivello tra i diversi ambiti amministrativi coinvolti nelle scelte pianificatorie, regolatorie, autorizzative e di controllo».
Sprechi e abusi rallentano l’incentivazione dell’efficienza energetica
«È altresì necessario riformare gli attuali strumenti di incentivazione dell’efficienza e delle fonti di energia rinnovabile. L’attuale sistema di bonus per l’efficienza energetica è infatti caratterizzato da sprechi ed abusi, facilitati dalla complessità delle procedure amministrative. Mentre non prevede un’efficace correlazione fra l’entità delle detrazioni fiscali e l’effettivo contributo alla riduzione dei consumi energetici, che dovrebbe invece guidare l’uso delle risorse pubbliche.
L’installazione di nuovi impianti di generazione da fonti rinnovabili deve procedere di pari passo con la possibilità tecnica di allacciamento dei nuovi impianti alla rete elettrica nazionale e con sistemi di accumulo che superino i limiti di intermittenza che caratterizzano la maggior parte delle fonti rinnovabili.
Soprattutto, i nuovi impianti solari ed eolici devono essere assoggettati a rigorose valutazioni ambientali e paesaggistiche, rafforzando la Soprintendenza unica nazionale e l’intero sistema della tutela, per evitare danni permanenti al territorio e agli ecosistemi. A tal fine dovrebbero essere stabilite linee guida nazionali che non possono evidentemente contrastare con i principi costituzionali di tutela».
Riforma fiscale ecologica improrogabile
«È ormai improrogabile realizzare la riforma fiscale ecologica che da tempo le organizzazioni internazionali sollecitano. In primo luogo, ciò richiede la progressiva eliminazione dei sussidi dannosi per l’ambiente, che l’ultimo catalogo pubblicato dal MITE quantifica in 20miliardi di euro l’anno. (Senza considerare i temporanei interventi degli ultimi mesi per contenere l’aumento straordinario dei prezzi dei prodotti energetici).
In secondo luogo, va rivisto l’intero sistema fiscale, riducendo l’elevatissima pressione sui redditi e sul lavoro e spostando la tassazione sulla produzione e il consumo di prodotti dannosi per l’ambiente e il clima.
È altresì necessario investire sul capitale naturale, sia per favorire la generazione di valore sociale attraverso i servizi ecosistemici, che per rafforzare la difesa idrogeologica e del territorio, il cui indebolimento è causa di danni rilevantissimi e crescenti, esacerbati dal cambiamento climatico.
Infine, anche con l’ausilio dei fondi PNRR si deve procedere al recupero e all’eventuale rifunzionalizzazione dei beni culturali degradati di cui è costellato il nostro Paese, a partire da una catalogazione dei beni di maggior pregio in pericolo, così come Italia Nostra fa da anni aggiornando la “lista rossa”».