L’IEA, INTERNATIONAL ENERGY AGENCY, ADOTTARE SUBITO LE SOLUZIONI PER CONTENERE IL SURRISCALDAMENTO DEL PIANETA E CONCENTRARCI SULL’EFFICIENZA ENERGETICA
Il pianeta corre il pericolo che entro il secolo la temperatura media possa aumentare di 3,6ºC. Lo afferma già da diverso tempo un rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia.
Nel Rapporto Energia, aggiunge l’IEA (acronimo di International Energy Agency), che se non si adottano subito le soluzioni per contenere il surriscaldamento della Terra, gran parte dei Paesi in via di sviluppo ne pagheranno le conseguenze.
Soprattutto quelli del continente africano, i quali avranno grossi deficit energetici. Mentre altri Stati saranno soffocati dall’inquinamento atmosferico provocato dai combustibili fossili, con un consistente aggravamento dei problemi di salute.
Pertanto, oggi più che mai – con una crisi energetica in Europa e un clima che chiede un’azione globale – dobbiamo concentrarci sull’efficienza energetica.
Questo è esattamente il tema sul quale hanno discusso i leader del clima di tutto il mondo alla 7ª Conferenza dell’IEA sull’”Efficienza Energetica” a Sønderborg, in Danimarca (nella foto).
Su iniziativa del ministro del Clima, dell’energia e dei servizi pubblici, Dan Jørgensen, è stato presentato il “Piano d’azione di Sønderborg”.
Il documento mette in evidenza l’importanza dell’efficienza energetica e contiene principi strategici e strumenti politici per superare la crisi climatica. Il piano, inoltre, illustra ai governi soluzioni accessibili ed efficienti dal punto di vista energetico in tutti i settori.
Sempre secondo l’IEA, nonostante la prevista crescita delle fonti rinnovabili, nei prossimi decenni l’energia verde non raggiungerà la metà di quella prodotta dai combustibili fossili.
E la colpa, afferma l’Agenzia, è dei governi! I quali corrispondono decine di miliardi di dollari l’anno in sovvenzioni ancora per la ricerca di fossil fuel.
7th Annual Global Conference on Energy Efficiency
Dell’efficienza energetica nella lotta contro i cambiamenti climatici se ne è parlato nei giorni scorsi a Sønderborg, in Danimarca, nel corso della conferenza annuale dell’IEA.
Il meeting, che ha visto la partecipazione di Paesi di tutti i continenti, si è concluso con un piano d’azione che riconosce l’importanza dell’efficienza energetica nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Non è passata inosservata l’assenza della delegazione italiana. Non che il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani sia contrario a “una politica etica a livello internazionale”, come afferma. Ma il membro di governo, che prima di tutto è un fisico, è anche convinto che “se a un certo momento si verifica che i chili di rifiuto radioattivo sono pochissimi, la sicurezza elevata e il costo basso, è da folli non considerare questa tecnologia”. Dice riferendosi al ritorno al nucleare. “Stiamo ai numeri, quando saranno disponibili prenderemo le decisioni”, ha riferito ancora il ministro, facendo sollevare una polemica non ancora sopita, già l’autunno scorso.
Al termine dei lavori, sono stati presentati principi strategici e strumenti politici che possono essere utilizzati per aumentare gli sforzi nella direzione dell’efficienza energetica, negli immediati anni a venire.
Avvalersi di nuove energie ma maggiori investimenti dalle multinazionali
A questo proposito abbiamo incontrato Brian Motherway, presidente dell’IEA, che ha risposto alle nostre domande.
Mister Motherway, che tipo di servizi pubblici e infrastrutture, lei pensa, che l’Europa dovrebbe potenziare nei prossimi 5 – 10 anni, per conseguire lo “Net Zero” e raggiungere l’obiettivo “energy efficiency”?
«Sarà necessario il supporto di molte multinazionali e queste dovranno dare il loro contributo. Ma il carburante principale – dice con un gioco di parole -, oggi è l’energy efficiency – l’efficienza energetica -. È questo il nostro messaggio oggi, per il futuro. È il primo campo di azione sul quale concentrarci. Perché così potremmo ridurre le emissioni e realizzare nuove energie. Ma è necessario che le multinazionali aumentino gli investimenti in questo campo. Quindi, l’attività delle majors va già bene, ma bisognerà aumentare gli investimenti in questo settore».
Lei crede che il nucleare possa essere una delle soluzioni per raggiungere l’obiettivo di “energy efficiency”?
«Questa è una domanda che va rivolta alla nostra società e ai nostri governi. Alcuni Paesi sono molto a favore del nucleare e noi vediamo che sta anche funzionando molto bene. E sta anche contribuendo a ridurre le emissioni. Altri Paesi, invece, hanno preferito non sceglierlo. Quindi, fondamentalmente, la decisione dipende dai singoli Paesi».
Secondo lei l’invasione russa dell’Ucraina darà una spinta verso la transizione energetica a livello globale?
«Sicuramente l’invasione dell’Ucraina è la prima causa dell’attuale crisi umanitaria. Ma questa guerra ci ricorda che c’è anche una crisi energetica in atto. E noi tutti siamo diventati più vulnerabili all’aumento dei costi di import dei combustibili fossili. La gente sta anche soffrendo per l’aumento dei prezzi in generale e c’è incertezza nelle forniture. Per tutte queste ragioni, è necessario che i governi e la società civile accelerino il processo di transizione energetica, cosi che non dovremo più dipendere dal fossile, in futuro».
L’importanza dell’efficienza energetica
L’efficienza energetica, quindi, è lo strumento chiave nella lotta contro i cambiamenti climatici e la non dipendenza dall’energia russa a base di combustibili fossili.
L’IEA, pertanto, ha rilasciato una nuova analisi la quale dimostra che, se non aumentiamo da subito i nostri sforzi globali verso l’efficienza energetica, questo, a lungo termine, ci costerà di più rispetto alle azioni che potremmo iniziare da subito.
In effetti, abbiamo il potenziale per risparmiare 95 Exajoules di energia (*), che equivale al consumo totale di energia della Cina, se raddoppiamo i nostri sforzi di efficienza energetica in questo decennio.
«L’energia che salviamo è la più verde e l’efficienza energetica è assolutamente cruciale per raggiungere gli obiettivi climatici del mondo. E diventare indipendenti dall’energia russa a base di combustibili fossili – afferma il ministro del Clima, dell’energia e dei servizi pubblici danese, Dan Jørgensen -. La conferenza e il piano d’azione di Sønderborg sono un riconoscimento globale dell’importanza dell’efficienza energetica. Oggi abbiamo determinato l’obiettivo di fornire soluzioni più efficienti dal punto di vista energetico a livello globale e più veloci. È importante che tutti inizino ora».
Allo stesso tempo, l’efficienza energetica può mitigare l’aumento dei prezzi dell’energia, contribuire alla creazione di posti di lavoro, ridurre la frattura sociale e contribuire a garantire l’indipendenza energetica.
«L’IEA ha iniziato il ciclo di conferenze globali annuali sull’efficienza energetica sette anni fa per dare il via a un dibattito mondiale ad alto livello politico. Questo perché non credevamo che l’efficienza energetica avesse ricevuto l’attenzione politica che l’agenda meritava – ha affermato il direttore dell’IEA Fatih Birol -. La conferenza di questa settimana ha mostrato il valore di tali sforzi. Non solo unendo i leader energetici e climatici da tutto il mondo ma anche per aumentare gli obiettivi e creare più azioni sull’efficienza energetica che aiuterà ad affrontare la crisi globale dell’energia. Credo che guarderemo indietro a questa conferenza come un momento chiave per rafforzare i progressi internazionali in termini di efficienza energetica, che riduce la frattura energetica nella società, aumenta la sicurezza energetica per i Paesi e crea meno emissioni sul nostro pianeta».
(*) Exajoule: dal greco héx “sei”; anteposto a un’unità di misura, ne moltiplica il valore per 10(18) (per esempio exajoule, misura equivalente a un miliardo di miliardi di joule)