Caldo e siccità nel 2021 per l’Osservatorio Geofisico
Molti sono gli eventi internazionali svolti durante questo 2021 che hanno affrontato il problema del cambiamento climatico, come Youth4Climate: Driving Ambition, G20 e COP 26. Giunti al nuovo anno, però, occorre controllare quali sono state le effettive conseguenze del climate change nel nostro Paese. A fornire il bilancio meteoclimatico è l’Osservatorio Geofisico di Unimore, l’Università di Modena e Reggio Emilia.
L’Osservatorio Geofisico di Unimore ha analizzato i dati forniti dalla stazione di riferimento di Modena. Da questi si riscontra che nel 2021 la temperatura media è stata di 15.7°C e le precipitazioni complessive sono state di 357.0 mm. Perciò è stato sicuramente un anno caldo, con una siccità rilevante.
Eppure, rispetto agli ultimi anni, questo appena trascorso non ha registrato un incremento straordinario delle temperature. Infatti era dal 2013 che la temperatura non restava al di sotto dell’anno precedente. L’anno più caldo è ancora quello del 2014, con 16.3 °C.
In generale nel 2021 la temperatura è salita di 0.6°C rispetto ai 15.1 °C, valore climatologico del 1990-2020. In più, in confronto al valore del 1961-1990, cioè quello registrato precedentemente al verificarsi dei primi effetti dei cambiamenti climatici causati dall’azione dell’uomo, l’anomalia termica del 2021 è salita di ben 2.2 °C.
Tuttavia, insolitamente, quest’anno i mesi di febbraio, giugno, luglio, agosto e settembre sono stati più caldi rispetto agli altri anni. Mentre più freddi rispetto alla norma sono stati aprile e maggio.
Il 2021 tra gli anni più siccitosi della storia
Oltre a essere stato un anno caldo, il 2021 è stato caratterizzato dalla siccità. Fino a ora solo due volte in passato ci sono state così scarse piogge. La prima volta è stata nel 1834, con 305.4 mm di pioggia, anno ancora considerato il più siccitoso della storia. Poi c’è stato il 1983, con 354.6 mm di pioggia. Perciò era da quasi quarant’anni che non si aveva un anno caratterizzato da una tale scarsità di precipitazioni.
Le piogge registrano un calo del 47% rispetto alla media di 691.4 mm. Poche sono le precipitazioni avute a febbraio, marzo, nei mesi estivi e nella prima parte della stagione autunnale. Gli unici mesi più piovosi sono stati gennaio e novembre. Tuttavia, non bisogna dimenticare che il 2021 arriva dopo due anni in cui le precipitazioni sono state abbondanti: il 2020 con 741.1 mm e il 2019 con 910.3 mm.
Bilancio meteoclimatico nella città di Modena
Per quanto riguarda, invece, nello specifico, la città di Modena, il 2021 è stato il decimo anno più caldo e il terzo anno per scarsità di pioggia dal 1830 a oggi.
Eppure il riscaldamento delle temperature non è stato e non sarà neanche nel 2022 così evidente come in altri luoghi dell’Italia, a causa del fenomeno dell’inversione termica. Infatti, se, in condizioni normali, la temperatura diminuisce con l’altitudine, il contrario avviene quando si verificano situazioni d’inversione termica. Questo fenomeno si ha soprattutto durante le notti invernali. Tuttavia ciò causa un accumulo d’inquinanti nell’atmosfera e la formazione frequente di nebbie.
Eventi climatici estremi in Italia nel 2021
Ad aggiungersi a questo triste quadro delineato dall’Osservatorio Geofisico di Unimore è quello ugualmente preoccupante ricavato dai dati dell’Osservatorio CittàClima di Legambiente. Questi, in particolare, si riferiscono agli eventi climatici estremi che hanno colpito l’Italia dal 2010 a oggi.
Il 2021 ha registrato ben centottantasette fenomeni meteorologici che hanno provocato danni nei territori italiani, da cui ci sono state nove vittime. Sicilia, Lombardia, Campania, Veneto, Sardegna e Lazio sono le regioni più colpite, seguite subito dopo da Piemonte e Liguria. Mentre le città in cui sono stati maggiori i danni sono Roma, Napoli, Catania, Palermo e Milano.
Gli impatti negativi degli eventi climatici estremi
Nello specifico i disastri causati da eventi climatici estremi registrati questo 2021 sono:
- 97 allagamenti da piogge intense;
- 46 casi di trombe d’aria;
- 17 danni dovuti a grandinate intense;
- 13 frane causate da piogge intense;
- 11 esondazioni fluviali;
- 9 danni dovuti alla siccità prolungata;
- 8 danneggiamenti alle infrastrutture;
- 3 danni al patrimonio storico a causa delle piogge intense.
Inoltre dal 2010 a oggi sono stati registrati in Italia 1.181 fenomeni meteorologici che hanno avuto gravi impatti negativi in ben 637 comuni. E non bisogna dimenticare che questi effetti non si abbattono solo sulle infrastrutture ma anche sulle vite umane. Sono 264 le persone vittime del maltempo dal 2010 a oggi. In più, secondo il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), le persone evacuate a causa di frane e alluvioni sono state oltre 27mila solo tra il 2016 e il 2020. Diventano 320mila se si considerano gli eventi avvenuti sin dal 1971.
«Anche il 2021 è stato un anno con impatti terribili in tutto il mondo – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente -. Proprio questi numeri ci ricordano quanto le città italiane abbiano bisogno di urgenti interventi di adattamento a un clima che rende piazze, strade e linee ferroviarie sempre più pericolose, durante le piogge di forte intensità, e le case sempre più invivibili, durante le ondate di calore».
Impegno concreto per lottare contro il cambiamento climatico
Incendi, ondate di calore, alluvioni, riduzione delle produzioni agricole, siccità sono tutti effetti della crisi climatica e ambientale. Eppure ancora le politiche sottovalutano l’impatto provocato dallo sconvolgimento del clima e dalla distruzione degli ecosistemi naturali.
Anche nel 2021 sono state ancora troppo modeste le iniziative prese dalle istituzioni per realizzare interventi volti alla conservazione della natura.
Bisogna dunque aumentare e rendere concreto l’impegno dei vari Stati al fine di arrivare a realizzare l’obiettivo proposto dalla Strategia Europea per la Biodiversità, che vuole tutelare, entro il 2030, il 30% del territorio e dei mari. Questa misura è stata approvata dall’Unione Europea e cerca di rafforzare la resilienza delle nostre società rispetto all’aumento delle minacce che si presenteranno in futuro, dovute principalmente a:
- effetti dei cambiamenti climatici;
- incendi boschivi;
- insicurezza alimentare;
- epidemie.