NEL CUORE DELLA CITTÀ DI PRINCE GEORGE, IN CANADA, SVETTA UN EDIFICIO ALTO 30 METRI, UNICO NEL SUO GENERE CHE SI DISTINGUE PER IL MATERIALE CON CUI È STATO REALIZZATO: IL LEGNO D’ABETE DOUGLAS. LA COSTRUZIONE, ERETTA NEL 2014, È LA SEDE DEL WOOD INNOVATION AND DESIGN CENTER (WIDC). L’ORGANIZZAZIONE SI DEDICA ALLA PROMOZIONE DELLE QUALITÀ ESTETICHE E FUNZIONALI DEL LEGNO NELL’EDILIZIA E HA COME OBIETTIVO LA RICERCA DI SOLUZIONI SOSTENIBILI
WIDC uguale esempio di sostenibilità
Il WIDC è stato concepito dall’architetto canadese Michael Green in collaborazione con gli ingegneri dell’agenzia di consulenza Equilibrium Consulting.
Il team ha sviluppato una struttura innovativa basata su telai in legno lamellare e pannelli X-lam, un sistema costruttivo che viene utilizzato per realizzare case multipiano in legno.
Scopriamo le sue caratteristiche più interessanti
Di forma prismatica, l’edificio si sviluppa su otto piani, compresi un mezzanino e un attico che ospita le apparecchiature degli impianti. La disposizione interna prevede spazi per le attività dell’Università Northern British Columbia (proprietaria della costruzione), come aule, laboratori, sale conferenze e uffici.
Gli esterni si ispirano alla corteccia degli alberi, con una facciata in vetro rivestita da pannelli coibentati e da doghe rosse del Pacifico, che conferiscono un aspetto dinamico e naturale alla struttura.
Quanto ai vetri, sono gradualmente più trasparenti verso sud, così da sfruttare l’energia solare e scaldare gli ambienti. Sono più opachi verso nord per proteggere la struttura dagli agenti atmosferici.
Ogni piano è in grado di resistere almeno un’ora a un incendio. Per soddisfare questo requisito, il team ha scelto pavimenti realizzati con pannelli di legno a cinque strati.
Di conseguenza, quando è esposto al fuoco, la sua superficie esterna brucia e forma uno strato di carbone che agisce come una barriera protettiva, rallentando la combustione del legno sottostante. Questa configurazione consente al materiale di mantenere la sua resistenza strutturale complessiva per un periodo più lungo.
L’evoluzione degli edifici in legno
A dire il vero, l’idea di costruire con il legno non è nuova. Oltre mille anni fa, i monaci buddisti iniziarono a costruire una pagoda di 32 metri nel Tempio dell’Apprendimento della Legge Fiorente a Ikaruga, in Giappone e la Pagoda Sakyamuni a Yingxian, in Cina, alta 67 metri.
Del resto, acciaio e cemento non erano opzioni disponibili. Queste strutture storiche, ancora in piedi dimostrano la durabilità e la resistenza del legno. Ma c’è di più. Questo materiale offre un’ottima resistenza ai terremoti.
Tuttavia, nel corso dei secoli, la tendenza a utilizzarlo andò scemando, soprattutto a seguito degli incendi devastanti che distrussero città come Londra (1666), Chicago (1871) e New York (1911).
Il ritorno del legno nelle costruzioni edili
Circa venti anni fa, grazie a un esperimento dell‘Università Tecnica di Graz, in Austria, il legno è tornato in auge.
I ricercatori incollarono strati di legno perpendicolari tra loro, scoprendo che questa tecnica, conosciuta come “legno a strati incrociati” (CLT), annullava le imperfezioni e i punti deboli del materiale.
Questo ha portato alla creazione di pannelli estremamente resistenti e leggeri, che possono essere prodotti su misura e tagliati con precisione, così da accelerare la costruzione e ridurre gli scarti. Ora, in Europa, circa il 25% delle costruzioni residenziali utilizza il legno, rispetto al 5-10% degli anni ’90. In pole position svettano Paesi come la Norvegia e l’Austria.
Oltreoceano, a Vancouver, in Canada il Brock Commons, un’opera architettonica che si erge su diciotto piani per 53 metri, è diventato sede della casa degli studenti della University of British Columbia. Nonostante la rivalutazione del materiale, c’è chi nutre dubbi sul suo utilizzo. Vediamo cosa dicono fautori e detrattori.
Fautori e detrattori
Chad Oliver, ecologista forestale della Yale University, suggerisce che sostituendo cemento e acciaio con il legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile, potremmo ridurre fino al 31% delle emissioni globali di carbonio.
Christopher Schwalm, ecologista del Woods Hole Research Center parla addirittura di “miracolo del compensato”. «Questo approccio ha il potenziale di risolvere in modo significativo il grande mistero del cambiamento climatico globale», afferma.
Di contro, alcuni ricercatori temono che l’aumento del taglio del legname possa danneggiare gli ecosistemi forestali, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, già afflitti da pratiche di disboscamento insostenibili e illegali, come ad esempio il Brasile e l’Indonesia.
Su questo punto Oliver sottolinea che «è fondamentale che il taglio del legno sia fatto in modo da sostenere non solo le foreste, ma anche la biodiversità e gli ecosistemi».
Oliver collabora anche con il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) per progettare un piano di gestione forestale in Turchia, dove solo lo 0,13% dei nuovi edifici è in legno nonostante il 27% del Paese sia coperto da foreste.
Un’ultima sfida per il movimento delle costruzioni in legno riguarda la fine vita utile degli edifici. Se un edificio in legno viene demolito e il materiale finisce in discarica, il carbonio sequestrato nel legno verrà lentamente rilasciato nell’atmosfera?
Questa la domanda degli scettici. In risposta, i sostenitori spiegano che se il legno viene recuperato e riutilizzato, i benefici climatici si manterranno. Ragion per cui stanno promuovendo strategie a lungo termine per il riciclaggio e altre opzioni a zero emissioni di carbonio.
Ma i dubbi non finisco qui.
Gli edifici in legno sono abbastanza sicuri?
Il team di Rupert Wimmers dell’Institute of Wood Science and Technology di Vienna, sta collaborando con il Tall Wood Project, finanziato dalla National Science Foundation degli Stati Uniti, per migliorare la resistenza sismica degli edifici in legno.
Le ricerche del consorzio hanno dimostrato che queste costruzioni possono resistere ai terremoti altrettanto bene, se non meglio, rispetto a quelli in cemento e acciaio.
A confermarlo, Asif Iqbal, un ingegnere civile coinvolto nel progetto. Lavorando in Nuova Zelanda, ha osservato i danni del terremoto del 2011 a Christchurch, nella costa sud orientale dell’isola.
Molti edifici in cemento armato sono rimasti in piedi, ma circa 1.800 di essi sono stati danneggiati irreparabilmente a causa delle crepe nel cemento e della deformazione dell’acciaio. Oggi, molti palazzi sono stati costruiti in legno, poiché questo materiale ha maggiori probabilità di sopravvivere a un forte terremoto e i connettori in acciaio possono essere sostituiti facilmente se danneggiati.
Previsioni a lungo termine
Le prestazioni a lungo termine e la sostenibilità economica di questi edifici restano una questione aperta. Il materiale può essere vulnerabile a muffe e danni causati dall’acqua. Tuttavia, i sostenitori del legno rimangono ottimisti. «Stiamo ancora perfezionando le tecnologie del legno, ma finora non abbiamo riscontrato problemi che non possiamo risolvere», afferma Iqbal.