Ecovillaggio di Montale aiuta la riforestazione urbana
Creare delle città più verdi è uno dei modi per migliorare il microclima urbano, tutelare la biodiversità e diffondere la cultura ambientale tra i cittadini. Sono questi gli obiettivi che persegue anche l’Ecovillaggio di Montale, un complesso residenziale ecocompatibile a Castelnuovo Rangone, in provincia di Modena.
L’Ecovillaggio ha deciso di intervenire nella riforestazione della zona. Piantare nuovi arbusti e siepi è infatti un ottimo modo per mitigare il clima e assorbire CO2 e polveri inquinanti. In dieci anni la vegetazione si è arricchita di 3mila e cinquecento arbusti, centoventi piante e 10mila metri quadrati di prato. Sono state così assorbite ben 1560 tonnellate di anidride carbonica.
«La messa a dimora di piante e siepi è stata studiata da un team di agronomi e architetti del paesaggio – spiega l’ideatrice di Ecovillaggio, Silvia Pini -. Lo scopo è rigenerare la microfauna che si autoregola, evitando l’utilizzo di pesticidi chimici e favorendo la biodiversità».
Oltre a usare la vegetazione come un modo per mitigare il clima e purificare l’aria, i residenti potranno essere in costante contatto con la natura in un nuovo giardino terapeutico all’interno del complesso residenziale, che comprenderà dieci piante, duecento arbusti e quattrocento metri quadri di prato.
Progetto “Mettiamo radici per il futuro” dell’Emilia-Romagna
Le azioni di questa realtà modenese sono pienamente inserite tra gli obiettivi che persegue l’Agenda 2030 dell’ONU e quelli portati avanti dalla Regione Emilia-Romagna. Infatti, grazie al progetto “Mettiamo radici per il futuro“, l’ente si prefigge di piantare 4,5milioni di nuovi alberi in cinque anni, uno per ciascun abitante.
L’iniziativa è stata ben accolta dai cittadini e, fino a dicembre 2021, si contavano già quasi un milione di alberi piantati, sia in giardini privati sia in scuole e aree pubbliche. I benefici sono molti:
- immagazzinano CO2;
- attenuano la crisi climatica;
- assorbono le polveri sottili (PM10 e PM 2,5);
- mitigano i picchi di temperatura;
- attutiscono i rumori del traffico;
- producono ossigeno;
- migliorano il paesaggio.
I cittadini possono partecipare all’iniziativa entro il 15 aprile 2022. Successivamente la campagna si interromperà per un breve periodo, riprendendo dal 1° ottobre. Ognuno potrà scegliere la tipologia di albero da piantare tra le tante specie autoctone, cioè adatte alle caratteristiche ecologiche del luogo, messe a disposizione dai vivai selezionati dalla Regione. Inoltre sono predisposti anche dei documenti divulgativi e dei video, che diano al cittadino tutte le indicazioni tecniche di cui può avere bisogno.
Finora è la città di Reggio Emilia ad aver piantato più esemplari, ben 182.700. Modena è arrivata a 175.700 piante mentre Bologna a oltre 163mila.
“Mettiamo radici per il futuro” cerca quindi di estendere la superficie boschiva in Emilia-Romagna e di creare nuove “infrastrutture verdi” nelle città. In questo modo si aiuta a ripristinare l’ecosistema naturale in pianura, a realizzare nuovi boschi e piantagioni forestali vicino ai corsi d’acqua, e a riqualificare sistemi agroforestali, valorizzando il paesaggio.
I vantaggi dell’urbanistica sostenibile
Ma aumentare la vegetazione in città è solo il primo passo per realizzare pienamente una vera e propria urbanistica verde. Questo tipo di design urbano sostenibile si basa essenzialmente su tre pilastri, interconnessi tra loro:
- energia e materiali;
- acqua e biodiversità;
- pianificazione urbana e trasporti.
Infatti creare una città eco-compatibile vuol dire ridurre rifiuti ed emissioni, utilizzare materiali da costruzione sostenibili e promuovere la mobilità elettrica.
È in atto una vera e propria revisione urbanistica. Il concetto di “ambiente” non è più visto come qualcosa da “colonizzare” a fini residenziali e produttivi, visione tipica dell’era industriale e postindustriale. Adesso si considerano le potenzialità naturalistiche e agricole della zona, in vista di un’economia fondata sulle risorse rinnovabili. Si cerca di preservare la biodiversità delle aree e salvaguardare l’uomo e il territorio da rischi idrogeologici e agronomici.
La sostenibilità ambientale ed energetica di Ecovillaggio
Proprio la sostenibilità ambientale è una delle caratteristiche dell’ecoquartiere modenese. Infatti le abitazioni di Ecovillaggio sono case ecologiche a risparmio energetico, in grado di ridurre i consumi del 70-80% rispetto alle abitazioni tradizionali. In questi anni il fotovoltaico ha, infatti, autoprodotto circa 600 MWh di energia rinnovabile, evitando, inoltre, di emettere ben 300 tonnellate di CO2.
L’architettura delle abitazioni e la progettazione dell’intero quartiere permettono di sfruttare il calore del sole e, allo stesso tempo, di proteggersi dai venti invernali. Questo approccio bioclimatico si accompagna a quello biocompatibile, che prevede la realizzazione di edifici utilizzando materiali riciclati e riciclabili e tecnologie naturali, e all’approccio ecosostenibile. Grazie a quest’ultimo, l’impianto urbano favorisce il risparmio di acqua piovana, tramite l’alta permeabilità dei suoli, e protegge dall’inquinamento acustico.
«Tutta l’urbanistica è studiata per adattarsi ai fenomeni meteorologici e le superfici sono state rese drenanti e ramificate in un sistema di irrigazione con l’acqua piovana – conferma l’ideatrice Pini -. Quest’ultima viene raccolta dai tetti degli edifici e viene convogliata nella sottostante falda acquifera, evitando rischi idrogeologici e danni economici».
Sostenibilità e benessere sono quindi gli elementi su cui si basa l’Ecovillaggio di Montale, che è diventato un esempio per lo sviluppo di una città più green.