L’economia circolare è prioritaria e strategica per il nostro Paese
La carenza di materie prime, l’insufficienza siti di smaltimento, il passaggio a fonti energetiche alternative e il climate change, obbligano il nostro Paese al passaggio all’economia circolare. Ma, tutto sommato ci conviene.
Italia prima al mondo nel recupero della cellulosa dal riciclo dei pannolini
Grazie al recente decreto ministeriale sui “Prodotti assorbenti per la persona” (Pap) – che regola il recupero della cellulosa dal riciclo dei pannolini – l’Italia è al primo posto, al mondo, per lo sviluppo di questa tecnologia innovativa.
La carenza di materie prime, l’insufficienza siti di smaltimento, il passaggio a fonti energetiche alternative e il climate change, obbligano il nostro Paese al passaggio all’economia circolare. Ma, tutto sommato ci conviene.
La Terra è un pianeta dalle risorse “finite”. Petrolio, carbone e altre materie di cui l’Uomo ha bisogno per l’uso quotidiano, prima o poi volgeranno al termine.
Pertanto si studiano soluzioni alternative. E, uno stimolo alla ricerca viene proprio, in regime di economia di mercato, dall’aumento dei prezzi delle stesse materie prime, oltre ai vari fattori produttivi.
Passare all’economia circolare è una svolta verso risorse alternative. E la tecnologia può fornire soluzioni per uno sviluppo sostenibile.
La durata delle principali materie prime, però, è nell’ordine di secoli. Di qualche altro materiale in futuro si potrà farne a meno. Un problema da risolvere con una certa urgenza, invece, è quello dello smaltimento.
In Europa in particolare aumenta la difficoltà nell’individuare aree da adibire a discariche e l’aumento costante dei costi di conferimento testimonia questa complicazione.
Oggi, gli indicatori segnalano che il 24% dei rifiuti finisce in discarica, il 55% al recupero di materia, il 20% alla termovalorizzazione.
Per questo motivo, l’Unione Europea chiede di ridurre di 2/3 i conferimenti in discarica e di aumentare di almeno altri dieci punti il recupero di materia grazie al riciclaggio.
“Discarica zero”
E numerosi studi dimostrano che il traguardo “discarica zero”, sarebbe auspicabile non solo sotto il profilo ecologico ma anche economico.
Ottenere questo risultato, però, richiede uno sforzo comune: una politica industriale adeguata, una raccolta differenziata capillare – soprattutto al Sud -, una maggiore dotazione di impianti per il trattamento delle frazioni.
Il tutto corrisposto a un incremento della domanda di materiali riciclati.
Il “Dl imprese”, che ha ottenuto il via libera definitivo da Montecitorio, contiene anche la nuova normativa “End of Waste” (fine del rifiuto). Questa direttiva permette il riciclo di nuovi materiali, bloccato l’anno scorso da una sentenza del Consiglio di Stato, a causa della mancanza proprio di una regolamentazione.
Economia circolare: impianto di trattamento dei pannolini (un momento dell’inaugurazione del primo opificio a Treviso). L’articolo 14 bis della Legge 128/2019, in vigore dal 3 novembre dello scorso anno, recepisce le direttive UE del 2018 sull’economia circolare, che regolano le attività di riciclo. Ma, soprattutto, permette a Regioni e Province (in mancanza di una autorizzazione del ministero dell’Ambiente) di autorizzare le aziende al riciclo di rifiuti che finora finivano in discarica o negli inceneritori.
L’Italia, nel settembre 2015 ha sottoscritto insieme con i governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, l’Agenda 2030. Il nostro governo ha pertanto approvato una “Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile” (Snsvs) articolata in sei aree: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partnership e “Vettori di sostenibilità”.
Ogni area definisce una serie di scelte risolutive, cui corrispondono più obiettivi strategici nazionali.
Il tema dell’economia circolare, ritenuto “prioritario e trasversale”, nel contesto della Snsvs, si prospetta in due obiettivi nazionali. Questi sono presenti nella scelta strategica “Affermare modelli sostenibili di produzione e consumo” dell’area Prosperità. È chiaro il riferimento al “Goal 17” degli “Obiettivi di sviluppo sostenibile” dell’ONU, Sustainable Development Goals, SDGs, da raggiungere entro il 2030.
Primo obiettivo: migliorare l’efficienza dell’uso delle risorse e promuovere meccanismi di economia circolare; secondo obiettivo, abbattere la produzione di rifiuti e promuovere il mercato delle materie prime seconde. Queste ultime sono costituite da sfridi di lavorazione delle materie prime, oppure da materiali derivati dal recupero e dal riciclaggio dei rifiuti.
Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), per quanto attiene la Pubblica Amministrazione, sta lavorando all’aggiornamento di “Criteri ambientali minimi”.
Questi “Cam” riguardano l’acquisizione di veicoli per trasporto su strada; servizi e prodotti di pulizia; servizio di gestione dei rifiuti urbani; fornitura e noleggio di arredi per interni; servizi di progettazione e costruzione/ristrutturazione e manutenzione di edifici; servizio di gestione del verde pubblico.
Mentre, per quanto attiene in generale l’“End of waste”, il governo sta impegnando le sue risorse per sviluppare parametri specifici per ciascuna tipologia di prodotto.
Grazie al recente decreto ministeriale sui “Prodotti assorbenti per la persona” (Pap) – che regola il recupero della cellulosa dal riciclo dei pannolini – l’Italia è al primo posto, al mondo, per lo sviluppo di questa tecnologia innovativa.
Circa 1milione di tonnellate di pannolini non saranno più bruciati negli inceneritori né gettati in discarica ma saranno recuperati e diventeranno tecnicamente materia prima seconda.
Per ogni tonnellata di pannolini trattati si evita l’emissione in atmosfera di 168 chili di anidride carbonica e inoltre è possibile produrre fino a 150 kg di cellulosa, 75 kg di plastica e 75 kg di polimero super assorbente.
Dopo la firma del decreto da parte del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, l’impianto FaterSmart di Lovadina di Spresiano, in provincia di Treviso, può operare nell’ambito dell’economia circolare. L’Italia così può vantarsi di essere il primo Paese al mondo con una legge che introduce il recupero delle materie prime seconde da prodotti assorbenti usati per la persona. (Fonti: Ecoscienza, Confindustria).