E3CI HACKATHON RICHIAMA GLI ESPERTI DI COMUNICAZIONE AMBIENTALE E DATA VISUALIZATION AL FINE DI MIGLIORARE LA COMUNICAZIONE DEI FENOMENI METEOROLOGICI ESTREMI
Mai come in questi ultimi anni abbiamo assistito a fenomeni metereologici estremi sia nel nostro Paese sia nel resto del mondo. Gli effetti devastanti del cambiamento climatico hanno messo in luce la necessità per i territori di ideare misure di adattamento.
Proprio a questo scopo scienziati e ricercatori sono alla continua ricerca di modelli che possano prevedere le future conseguenze del riscaldamento globale, in modo da realizzare politiche che possano far fronte all’emergenza.
Ma come comunicare al meglio i dati che emergono? Persegue proprio questo fine “E3CI Hackathon”, evento che vuole sviluppare le idee più originali ed efficaci per la divulgazione dell’European Extreme Events Climate Index. Questo indice europeo serve a monitorare la frequenza e la gravità dei fenomeni meteorologici estremi.
Fino al 15 dicembre chiunque sia specializzato in data visualization, analisi di dati climatici o comunicazione ambientale potrà iscriversi all’Hackathon di IFAB per sviluppare soluzioni al fine di migliorare la gestione e la comunicazione degli eventi meteorologici estremi. In questo modo si potrà:
- aumentare la consapevolezza delle comunità nei confronti degli impatti degli eventi meteo-indotti;
- facilitare lo sviluppo di applicazioni in ambito Corportate-Sustainability;
- supportare decisori e amministrazioni locali nella stima delle criticità e nella definizione di strategie di adattamento più efficaci.
E3CI Hackathon: come è possibile partecipare?
Il contest avrà luogo il 17 e il 18 gennaio a Bologna a CUBO Unipol. I partecipanti saranno ventuno, divisi in sette team da tre e saranno supportati dagli esperti di Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) e Leithà-Unipol Group.
I concorrenti dovranno ideare modi innovativi, grazie a infografiche, dashboards, applicazioni, per valorizzare le informazioni rese disponibili dall’indice E3CI e per renderle fruibili alla comunità scientifica e imprenditoriale.
I dati saranno già forniti a coloro che desidereranno partecipare e riguarderanno un sottodominio del continente europeo. Poi l’idea progettuale finale sarà presentata in un intervento di una decina di minuti. In questa occasione una giuria tecnico-scientifica deciderà le tre squadre vincitrici che saranno premiate. Il giudizio finale prenderà in esame l’originalità e l’innovazione, la sostenibilità tecnologica e la fattibilità, l’impatto comunicativo e l’User Experience.
E3CI, European Extreme Events Climate Index
Ma che cosa rappresenta precisamente l’E3CI? L’E3CI o E³CI è l’European Extreme Events Climate Index, un insieme di indici che forniscono informazioni sulle aree interessate da diversi tipi di pericoli indotti dal clima e sulla gravità di questi eventi. In particolare si concentra su cinque categorie di principali pericoli:
- stress da freddo;
- stress da caldo;
- siccità;
- precipitazioni estreme;
- venti estremi.
Questa valutazione sfrutta ERA5, la rianalisi atmosferica di quinta generazione che riguarda l’intero pianeta da gennaio 1950 a oggi.
Il caldo intenso in Europa nel 2022
Secondo l’indice, per esempio, molte nazioni europee hanno sperimentato un caldo intenso e senza precedenti, la scorsa estate. Da maggio ad agosto 2022, gravi eventi di stress da caldo, causati dalle temperature elevate, hanno colpito gran parte dell’Europa.
Le temperature più estreme si sono verificate in Portogallo, dove si sono raggiunti i 47°C, Spagna con i suoi 45,7°C, Francia e Italia. Valori da record di stress da caldo in agosto sono emersi nell’Europa nord-orientale, soprattutto Finlandia e Paesi baltici. Tuttavia la persistenza del fenomeno e le condizioni più gravi sono state più concentrate tra le regioni del Mediterraneo occidentale.
Gli aumenti di temperatura hanno portato il verificarsi di ondate di calore prolungate e più frequenti e di nuove minacce che hanno coinvolto vari settori, come quello energetico, le fonti idriche, l’agricoltura e la salute pubblica. In particolare la siccità ha caratterizzato l’estate del 2022. Le regioni europee più colpite quest’anno sono state la Norvegia, l’arco alpino, l’Italia settentrionale (soprattutto la Pianura Padana), il sud della Svezia, la Grecia e parti dei Balcani.
Anche il manto nevoso, a causa delle alte temperature, è scomparso già a maggio, due mesi prima del normale periodo, lasciando esposti i ghiacciai. Di conseguenza, ciò ha aggravato ulteriormente la scarsità d’acqua nelle valli e nella pianura. Inoltre lo scioglimento della neve e del ghiaccio ha causato altri impatti disastrosi, come il crollo, il 3 luglio, di una porzione del ghiacciaio della Marmolada nelle Dolomiti.
Gli effetti negativi del caldo eccessivo
Il caldo eccessivo non ha risparmiato neanche il settore dell’agricoltura, compromettendo le colture di mais in tutta l’Europa occidentale. Qui ha provocato anche una riduzione dei raccolti di grano, in particolare in Francia, Spagna e Portogallo.
Non sono mancati gli incendi, che hanno colpito soprattutto Spagna, Francia e Portogallo. Proprio qui più di 3mila ettari sono bruciati nella città di Leiria.
Infine, gli aumenti di temperatura hanno provocato danni anche al settore energetico. L’ondata di caldo ha aumentato la domanda di raffreddamento, riducendo le scorte di energia, già messe a dura prova dalla guerra tra Ucraina e Russia. Anche le centrali idroelettriche in Spagna e in Italia hanno registrato un calo della produzione a causa del caldo e delle condizioni di siccità.
Correlazione tra ondate di calore e siccità
L’importanza di registrare la frequenza di eventi di siccità prolungata e di ondate di caldo non è da sottovalutare. Se in passato questi due fenomeni venivano spesso considerati separatamente, esiste in realtà una forte correlazione tra loro, che è stata evidente negli estremi vissuti nel 2003 e nel 2018 in Europa.
A tale riguardo i ricercatori sul clima dell’Helmholtz Center for Environmental Research (UFZ) hanno recentemente scoperto che, ipotizzando un aumento della temperatura di due gradi a causa del riscaldamento globale, la frequenza futura di questi eventi estremi simultanei sarà determinata principalmente dalle tendenze delle precipitazioni locali. La frequenza media degli eventi caldo-secco composti aumenterà con il riscaldamento globale. Se risultava del 3% tra il 1950 e il 1980, in un clima più caldo di due gradi, sarà di circa il 12%.
La frequenza degli eventi definiti “compound hot-dry-events” in futuro sarà determinata non dalla temperatura ma dalle tendenze delle precipitazioni, perché, anche con un riscaldamento moderato di due gradi, l’aumento della temperatura locale sarà così grande che ogni siccità, in qualsiasi parte del mondo, sarà accompagnata da un’ondata di calore, indipendentemente dal numero esatto di gradi cui la temperatura aumenterà localmente.
Le implicazioni di questa scoperta sono tutt’altro che irrilevanti. Infatti questo ci consente di migliorare il nostro adattamento al rischio al cambiamento climatico e la nostra valutazione delle sue conseguenze. Per esempio, per l’Europa centrale ciò implica che, nel caso di precipitazioni in aumento, siccità e ondate di calore simultanee si verificheranno in media ogni dieci anni, mentre nel caso di precipitazioni decrescenti, questi eventi si verificheranno almeno ogni quattro anni. Invece, nel nord e centro America, questi eventi sarebbero previsti ogni nove anni, in caso di abbondanti precipitazioni, oppure ogni sei anni.