A distanza di alcune settimane dalla denuncia di National Geographic sui problemi causati dall’uso eccessivo di sostanze non biodegradabili, il governo della Dominica ha annunciato la messa al bando, entro il 2019, di tutti i contenitori monouso in plastica e l’intenzione di diventare la prima nazione al mondo resiliente ai cambiamenti climatici.
L’isola dei Caraibi, da non confondersi con la Repubblica Dominicana
Si chiama così perché scoperta di domenica da Cristoforo Colombo il 3 novembre del 1493. La capitale è Reseau.
Grazie alle sue lussureggianti montagne, le terme naturali e foreste pluviali tropicali, Dominica è soprannominata l’“Isola della Natura”. Per le calde acque marine è anche una delle mete estive preferite dei capodogli.
Dalle sue spiagge, tra le più belle e incontaminate – vi hanno girato diverse scene de “I Pirati dei Caraibi” -, però non è raro vedere rifiuti di plastica galleggiare, scrive Shane Gero sul National Geographic; la scienziata, che ha trascorso quindici anni sull’isola caraibica a studiare i capodogli, è stata testimone di diversi spiaggiamenti di questi animali, uccisi da chili di plastica nello stomaco.
«Gli animali sono curiosi, in particolare i piccoli – ha spiegato Gero alla rivista leader mondiale di esplorazioni geografiche -. A volte giocano con queste scatole portapranzo in styrofoam», che a volte finiscono per ingurgitare.
Per proteggere i cetacei ma, soprattutto il turismo, una delle sue risorse fondamentali – Soufriere Bay è il paradiso dei subacquei, con il cratere semimmerso che ospita nelle sue profondità una riserva marina -, Reseau ha deciso, con una legge, di bandire tutti i contenitori monouso per alimenti di plastica e styrofoam (un prodotto isolante termico) entro gennaio 2019. Questa decisione segue a breve distanza un’altra iniziativa per restringere l’import di contenitori non biodegradabili.
«La Dominica si pregia della definizione di “isola della natura” – ha chiarito il primo ministro Roosevelt Skerrit al periodico -. Dobbiamo fare di tutto per meritare e rispettare questa definizione. La questione della gestione dei rifiuti solidi danneggia invece questa percezione e dobbiamo lottare per risolverla».
Una piccola nazione che resiste al clima
La piccola nazione – circa 70mila abitanti di popolazione creola che parla un patois francese – che fa parte del Commonwealth, intende, inoltre, diventare la prima nazione resiliente (capace di affrontare e superare le avversità) ai cambiamenti climatici. Dominica, infatti, con l’adozione di politiche sostenibili, vuole rendere l’isola in grado di affrontare uragani come quello che ne ha devastato il Paese nel 2017.
«Abbiamo un’opportunità unica di essere da esempio al resto del mondo – aveva preannunciato Skerrit lo scorso anno nel corso di una conferenza stampa -. Un esempio di come un’intera nazione sa rialzarsi dopo un disastro e trasformarsi in resiliente ai cambiamenti climatici».