IL TRIBUNALE DI CAGLIARI HA RINVIATO A GIUDIZIO CINQUE EX CAPI DI STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO CON L’ACCUSA DI DISASTRO COLPOSO. L’INCHIESTA DELLA PROCURA SUL “DISASTRO AMBIENTALE” CAUSATO DALLE ESERCITAZIONI MILITARI NEL POLIGONO DI CAPO TEULADA
Il giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Cagliari, Giuseppe Pintori, ha rinviato a giudizio i generali Giuseppe Valotto, 76 anni di Venezia; Danilo Errico, 69 anni residente a Torino; Domenico Rossi, 71 anni di Roma, Sandro Santroni, di 72, di Ancona. Il quinto, Claudio Graziano, di 69, di Torino, è stato a capo del Comitato militare dell’Unione Europea, da maggio 2022 è presidente di Fincantieri.
Il magistrato ha accolte le istanze delle parti civili di far celebrare un processo per stabilire le eventuali responsabilità del “disastro ambientale”. Il dibattimento è stato fissato per il 25 gennaio 2024.
La “Penisola Delta”, un’area irrecuperabile
I cinque ex Capi di stato maggiore, affronteranno il processo per difendersi dall’accusa di disastro colposo. L’inchiesta della Procura di Cagliari ha fatto chiarezza sugli effetti delle esercitazioni nel poligono militare di Teulada, dal 2008 al 2016. In questo periodo hanno appurato gli inquirenti, sulla cosiddetta “Penisola Delta”, un’area di circa quattro chilometri quadrati, furono sparati 860mila colpi di arma da fuoco e 11.875 missili Milan, pari a 556 tonnellate di materiale bellico. I Milan sono dotati di testata tracciante al Torio, una sostanza radioattiva ritenuta molto più pericolosa dello stesso Uranio Impoverito. Secondo il Tribunale, il poligono di terra e di mare nel Sud-Ovest della Sardegna, è ormai un’area irrecuperabile.
Tutti a processo
Al termine dell’inchiesta durata sette anni, il pm Emanuele Secci, titolare del fascicolo, aveva chiesto l’archiviazione. Il gip Alessandra Tedde, però, aveva ordinato l’imputazione coatta dei presunti responsabili.
In sede di udienza preliminare, Secci, che ha indagato sulle morti nell’area della base militare e sull’inquinamento, aveva comunque ritenuto di non avere gli elementi per poter reggere un’accusa in giudizio.
Pertanto, ha sollecitato il proscioglimento dei cinque generali. Secondo il pm, manca il nesso di causalità tra le esercitazioni e le morti per neoplasie, così come mancherebbero – sia in fatto che in diritto – gli elementi per sostenere un’ipotesi di disastro ambientale.
Il gup Giuseppe Pintori ha rinviato a processo tutti gli imputati. (Fonte ANSA)