giovedì, Ottobre 3, 2024

I Depeche Mode contro l’inquinamento da plastica

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LA BAND INGLESE COLLABORA ATTIVAMENTE PER RIDURRE L’IMPATTO DELLA PLASTICA MONOUSO, GRAZIE ALLA SUA PARTNERSHIP CON “THE CONSERVATION COLLECTIVE”

Una guida locale per un impatto globale: è questa la strategia di The Conservation Collective. Questa rete globale riunisce più fondazioni locali che portano avanti iniziative ambientali per ripristinare la natura e combattere il cambiamento climatico e, soprattutto, l’inquinamento da plastica.

Proprio in quest’ultima battaglia ha come alleati i Depeche Mode. In collaborazione con Green Nation di Live Nation, i Depeche Mode e Hublot, il noto marchio di orologi, sostengono programmi mirati per limitare l’uso di plastica monouso, incentivare il riciclo e ridurre lo spreco di cibo.

Già solo nelle prime dieci date del loro tour per promuovere il nuovo album Memento Mori è stato evitato il consumo di oltre 1.3 tonnellate di plastica monouso. È stato anche avviato il corretto riciclo e compostaggio di 14 tonnellate di rifiuti.

«Ci siamo subito interessati a The Conservation Collective come possibili partner di beneficenza grazie al lavoro tangibile che stanno portando avanti nel mondo – hanno dichiarato Dave Gahan e Martin Gore dei Depeche Mode -. Siamo orgogliosi di contribuire a sostenere ed espandere questi programmi in Europa, Africa e Asia, aiutando a ridurre in modo significativo i rifiuti in plastica e a contrastare l’inquinamento da plastica esistente».

Il contributo locale diventa globale

L’inquinamento da plastica è un problema che coinvolge tutto il mondo. Circa 7 miliardi dei 9,2 miliardi di tonnellate di plastica, prodotti tra il 1950 e il 2017, sono diventati un rifiuto. I materiali plastici hanno alterato habitat e processi naturali. Hanno ridotto così la capacità degli ecosistemi di adattarsi ai cambiamenti climatici, impattando negativamente anche sulla produzione alimentare e sul benessere sociale di milioni di persone.

Tuttavia, nel mondo, ci sono persone che lavorano instancabilmente per proteggere i luoghi che amano dagli impatti della crisi climatica e dalla perdita di biodiversità. L’azione che proviene dal basso è l’arma più potente. Per questo The Conservation Collective desidera supportare le iniziative ambientali locali e ampliarne l’impatto.

In particolare la rete di The Conservation Collective ha deciso di appoggiare progetti che mirano a contrastare il problema dell’inquinamento da plastica. Questi sono portati avanti da diverse fondazioni locali in Sicilia, a Ibiza in Spagna, a Cipro, alle Isole Ionie in Grecia, a Lamu in Kenya e nello Sri Lanka.

«Siamo entusiasti di questa partnership. Darà impulso a progetti di grande impatto, sostenuti dalle nostre fondazioni – sostiene Ben Goldsmith, fondatore e presidente di The Conservation Collective -. Sappiamo quanto sia complesso affrontare il problema della crisi globale della plastica. Ma impegnarci per ridurre la quantità di rifiuti prodotti e per guidare il cambiamento dei sistemi di produzione è fondamentale. Serve arginare questa marea e allentare la morsa della plastica sui vulnerabili ecosistemi in tutto il mondo».

Depeche Mode per l’ambiente: i progetti

Proprio grazie alla collaborazione con la band britannica e il brand di orologi di lusso sono stati finanziati sette progetti:

  • Plastic Free Ibiza and Formentera di IbizaPreservation (Spagna), in cui le imprese nel settore dell’ospitalità e del turismo collaboreranno per ridurre la plastica monouso e promuovere un’economia circolare;
  • Plastic Free Beach di Cyprus Environment Foundation (Cipro), che promuovere spiagge plastic free sull’isola grazie a eventi e alla collaborazione con i comuni locali;
  • Pulizia dei fondali di Lanka Environment Fund (Sri Lanka), iniziativa che prevede spedizioni subacquee per rimuovere i rifiuti, come gli attrezzi da pesca, dalle barriere coralline;
  • Till the Coast is Clear di Devon Environment Foundation (Regno Unito), la quale è finalizzata al recupero della plastica da luoghi difficili da raggiungere sulla costa del South Devon attraverso l’utilizzo di motonavi e kayak realizzati con reti da pesca riciclate;
  • Kiunga Marine Reserve Clean-up and Plastic Recycling di Lamu Environment Foundation (Kenya), che ha lo scopo di raccogliere e trattare responsabilmente i rifiuti di plastica, promuovendo il riciclo per produrre materiali da costruzione;
  • Sin.Praxi di Ionian Environment Foundation (Isole Ionie, Grecia), per sensibilizzare e gestire efficacemente i rifiuti.

Ridurre la plastica nelle scuole: il progetto italiano

Infine l’ultimo progetto finanziato coinvolge l’Italia. Si tratta di Plastic Free Schools Small Islands, una campagna per ridurre la plastica monouso in molte scuole del territorio. È organizzata da Sicily Environment Fund, realtà che mira a proteggere e ripristinare la biodiversità e gli ecosistemi della Sicilia e delle sue isole minori. L’iniziativa prevede anche un concorso, realizzato insieme a Marevivo, il cui scopo è sensibilizzare su tutti i temi legati al mare. Sono stati così premiati tre istituti scolastici per il loro impianto di depurazione dell’acqua.

«Riteniamo importante partire dalle scuole per contribuire ad aumentare l’informazione sulla necessità d’introdurre un impiego più ridotto e consapevole della plastica monouso – racconta il vicepresidente di Marevivo, Fabio Galluzzo -. In quasi tutte scuole siciliane, soprattutto nelle isole minori, l’acqua viene acquistata dagli studenti in bottiglie di plastica erogate da distributori automatici. Il frequente consumo genera un’enorme produzione di rifiuti in plastica, nonché alti costi di smaltimento e alti rischi di dispersione nell’ambiente. L’introduzione nelle scuole di erogatori di acqua potabile e l’abolizione della plastica possono produrre un effetto moltiplicatore di buone pratiche. Può coinvolgere le famiglie e l’intera comunità. Contribuisce in modo rilevante alla crescita di comportamenti corretti, alla riduzione dell’inquinamento e alla salvaguardia di questi piccoli territori, tanto belli, quanto fragili».

Depeche Mode: musica, ambiente e l’impegno nel sociale

Non è la prima volta che i Depeche Mode e Hublot collaborano per sostenere cause importanti, come quella ambientale. Già dal 2010 insieme hanno sostenuto Teenage Cancer Trust per raccogliere fondi e richiamare l’attenzione sulla ricerca sul cancro infantile. Hanno anche contribuito a portare acqua pulita alle comunità in via di sviluppo in tutto il mondo. Adesso l’obiettivo comune è realizzare un cambiamento tangibile verso la sostenibilità, la riduzione dei rifiuti e la bonifica dell’ambiente.

E questa missione continua anche durante il tour della band inglese per promuovere il loro quindicesimo album in studio, il primo senza Andy Fletcher, scomparso nel 2022 a soli 60 anni. Quindi, a ben cinque anni dal loro ultimo lavoro, i Depeche Mode tornano alla ribalta per presentare “Memento Mori”.

Composto da dodici brani inediti, l’atmosfera dell’album è essenzialmente cupa, nonostante qualche sporadica apertura melodica, e prevalgono vibrazioni più elettroniche che rock. Tuttavia non vuole essere un disco nostalgico. «”Memento Mori” è un esortazione a trarre il massimo dalla vita – commenta Dave Gahan sulla rivista musicale New Musical Express – e sfruttare al massimo ogni giorno».

L’album “Memento Mori” e il tour mondiale rappresentano quindi un nuovo capitolo per la band, la cui storia impareggiabile è sempre attuale. Dopo aver venduto più di 100milioni di dischi ed essere entrati, nel 2020, nella Rock & Roll Hall of Fame, i Depeche Mode restano una forza musicale unica. Non hanno paura di evolversi e adattarsi ai nuovi tempi, riscuotendo sempre un meritato successo.

Numero verde ONA

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