lunedì, Novembre 4, 2024

Danni da amianto: per la prima volta è stata riscontrata anche l’esposizione domestica

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FINCANTIERI SPA DEVE RISPONDERE DEL DECESSO DI UN LAVORATORE, OLTRE CHE PER L’ESPOSIZIONE DIRETTA ALL’AMIANTO, ANCHE DELL’ESPOSIZIONE DOMESTICA, A CAUSA DEL LAVORO DEL PADRE

«Si tratta di una sentenza storica perché riconosce un maxi risarcimento per i familiari, e, oltre all’esposizione professionale, per la prima volta è stata riscontrata anche quella domestica, perché anche il padre che ha lavorato nello stesso cantiere è deceduto per mesotelioma. Un traguardo significativo verso la giustizia per le vittime di amianto». Così l’avv. Ezio Bonanni all’esito della sentenza del Tribunale di Torre Annunziata che ha condannato Fincantieri Spa per il decesso di un operaio esposto all’amianto.

“i quali (Fincantieri Spa) rispondevano anche per l’esposizione domestica all’amianto del sig. …, sin dalla nascita, il 24 luglio 1961, per contaminazione dell’ambiente familiare, a causa del lavoro del padre, …, dal 1º aprile 1952 al 31 dicembre 1988, presso il medesimo cantiere Fincantieri di Castellammare di Stabia”, recita la sentenza.

Il padre, privo di tuta monouso, tornava a casa con capelli e abiti contaminati, poiché non poteva farsi la doccia al lavoro. Gli abiti da lavoro venivano lavati in casa, contribuendo ulteriormente alla contaminazione domestica.

Riconosciuto il nesso tra l’esposizione e l’insorgenza del mesotelioma pleurico

L’uomo ha lavorato come operaio nei cantieri navali dal 26 novembre 1977 al 30 novembre 1981 allo stabilimento di Castellammare di Stabia. Durante questo periodo, ha svolto mansioni di sabbiatore, pavimentista, verniciatore e manovale, in un ambiente gravemente contaminato dall’amianto.

Fin dagli anni ’60, l’asbesto era presente in ogni settore dei cantieri navali. Per i lavoratori era quindi inevitabile l’esposizione alle fibre killer, rinvenibili nelle coibentazioni, nelle tubature, nelle pareti, nel vano motore e persino nelle cuccette delle navi, sia militari sia civili.

Dalla perizia del CTU è emerso che il lavoratore ha manipolato amianto friabile in locali privi di impianti di aerazione, senza mascherine né tute monouso. Questi dispositivi di protezione avrebbero potuto prevenire l’inalazione delle polveri. È stato così riconosciuto il nesso tra l’esposizione e l’insorgenza del mesotelioma pleurico.

La diagnosi del Consulente Tecnico di Ufficio

“L’attività lavorativa svolta quale operaio presso Fincantieri Spa, circa quaranta anni prima della insorgenza della malattia, è da considerare fattore sufficiente da solo a produrre l’evento verificatosi, cosi come anche acclarato da consulenza di medicina del lavoro eseguita in vita… e il periodo di lavoro del citato possa rientrare nel periodo di latenza propriamente detta della patologia… La malattia indicata nel ricorso è certamente una patologia maligna provocata da esposizione ad amianto”, riporta il CTU nel dispositivo del tribunale.

Il 3 ottobre 2018, il sig. … ha ricevuto una diagnosi certa di mesotelioma pleurico di tipo sarcomatoide. Contestualmente, ha ricevuto anche una prognosi infausta a soli 57 anni, con la prospettiva di gravi sofferenze fisiche e morali. I sintomi già presenti compromettevano la normale vita familiare. È deceduto il 4 aprile 2019.

Una responsabilità solidale

L’azienda cantieristica navale aveva tentato di eccepire il difetto di legittimazione passiva, poiché il defunto non aveva lavorato alle dipendenze di Fincantieri Spa ma in qualità di dipendente della ditta A.R.T.I in appalto.

Scrive, però, il giudice del Tribunale di Torre Annunziata, dr. Rosa Molè, che “invero, quando un danno di cui si chiede il risarcimento è determinato da più soggetti, ciascuno dei quali con la propria condotta contribuisce alla produzione dell’evento dannoso, si configura una responsabilità solidale ai sensi dell’articolo 1294 c.c., fra tutti costoro…”

Fincantieri, quindi, deve ora risarcire i familiari, assistiti dal presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, avv. Ezio Bonanni, per un importo di circa 1 milione di euro.

Numero verde ONA

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