lunedì, Ottobre 7, 2024

Dall’UE vietare i neonicotinoidi

Ultime News

Uno studio pubblicato su Science dimostra che tre quarti del miele mondiale risulta contaminato da almeno uno dei pesticidi della classe neonicotinoidi: il clothianidin, l’imidacloprid e il thiamethoxam.

Agricoltura: pesticidi ed inquinamento ambientale

Studi sempre più dettagliati, mettono in relazione questi anticrittogamici ormai utilizzati in agricoltura in maniera molto diffusa, simili alla nicotina, prodotti da Bayer e Syngentha, con la moria delle api e di altri impollinatori.

Api domestiche e selvatiche ma anche vespe, farfalle, falene, coleotteri, uccelli, pipistrelli e altri vertebrati sono tutti a rischio. Affermazione ribadita a marzo scorso dall‘EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) dopo un’attenta revisione di circa seicento ricerche scientifiche sul tema, avviata nel 2015.

I tre pesticidi, erano già soggetti a restrizioni in Europa dal 2013: molti campioni fatti arrivare all’Università di Neuchâtel, in Svizzera, da ogni continente escluso l’Antartide, hanno fatto registrare dosi di neonicotinoidi superiori alla soglia neuroattiva considerata pericolosa per gli insetti impollinatori ma entro la soglia considerata sicura per il consumo umano.

UE e i divieti di utilizzo di questi  pesticidi

Nei giorni scorsi, infine, quasi tutti i Paesi membri dell’UE – con esclusione di Romania, Repubblica Ceca, Ungheria e Danimarca, che hanno votato contro – hanno approvato la proposta della Commissione di introdurre il divieto di utilizzo di questi tre pesticidi, che hanno un utilizzo che si definisce sistemico. Cioè oltre a essere irrorati sui campi, soprattutto di mais, colza e girasoli, il clothianidin, l’imidacloprid e il thiamethoxam sono usati anche per trattare i semi prima della semina, in modo che le molecole dei pesticidi siano sempre presenti sulle piante per l’intero periodo della crescita.

Il documento della Commissione Europea è un primo e importante passo avanti per la protezione delle api e degli altri impollinatori, sottolinea il WWF – che nelle scorse settimane aveva promosso la Campagna BeeSafe -, tuttavia la decisione riduce i rischi ma non li elimina. «È necessario continuare la battaglia affinché si arrivi al bando totale di queste sostanze», pronunciano gli ambientalisti, convinti che produzioni in serra e sanzioni adeguate per chi non dovesse rispettare il divieto di utilizzo in campo aperto escluderebbero il rischio di contaminazione dell’ambiente esterno ma anche l’utilizzo illecito delle sostanze nocive.

L’impollinazione è uno dei servizi ecosistemici più importanti per il nostro benessere e per la nostra economia, afferma il WWF . Quasi il 90% di tutte le piante selvatiche con fiore dipende dall’impollinazione animale. L’80 % di 1.400 piante che nel mondo producono cibo e prodotti dell’industria richiede l’impollinazione.

Numero verde ONA

spot_img
spot_img
spot_img

Consulenza gratuita

    Articoli simili