venerdì, Settembre 13, 2024

Cuccioli di ghepardo: dalla savana alle ville degli sceicchi

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PREOCCUPANO I NUOVI DATI SUL GHEPARDO DIVULGATI NEL CORSO DELL’EVENTO SVOLTOSI AL PARCO NATURA VIVA DI BUSSOLENGO. GLI ESEMPLARI SONO MOLTO RIDOTTI E I CUCCIOLI FINISCONO DALLA SAVANA ALLE VILLE DI LUSSO DELL’ÉLITE ARABA, UN TRAFFICO ILLEGALE CHE STA PORTANDO LA SPECIE ALL’ESTINZIONE

Dalla savana alle auto di lusso dello sceicco, attraversando il Somaliland. È questa la porta di uscita dall’Africa dei traffici illegali dei cuccioli di ghepardo, destinati a diventare gli animali domestici delle élite dei Paesi arabi.

Una rotta della morte che sta conducendo verso l’estinzione il mammifero più veloce della Terra, rimasto in natura a sopravvivere con circa 6700 esemplari.

Itinerari e numeri della prima minaccia a carico del ghepardo sono stati presentati al Parco Natura Viva di Bussolengo dal Cheetah Conservation Fund in occasione della Giornata Internazionale dedicata a questa specie. Durante l’evento, è stata annunciata anche la costruzione di una nuova riserva-rifugio di 800 ettari in Somaliland.

Questa ospiterà gli esemplari intercettati dalle autorità prima dell’attraversamento del Golfo di Aden. Dall’Italia è stato inviato un contributo importante sotto forma di attrezzature veterinarie e un tavolo operatorio.

La rotta del traffico illegale

In media sono due al giorno i cuccioli che vengono strappati alla madre uccisa in Etiopia, Kenya o Sudan. Anche dopo due-tre settimane di vita, vengono rinchiusi in una scatola e trasportati per giorni, in condizioni molto spesso fatali, fino alla costa del Somaliland. Qui sono imbarcati alla volta dello Yemen, porta d’accesso della penisola arabica, per giungere poi in Arabia Saudita, Qatar e Kuwait.

I compratori sono disposti a pagare anche 10mila dollari. Il ghepardo, tra feste al guinzaglio e aperitivi, riesce a resistere in media un anno prima di morire spesso a causa di infezioni gastriche.

«Dal 2017 – spiega Elisabetta von Hoenning, presidente del Cheetah Conservation Fund Italia –  i dati sono quelli di una strage. Si sono contati circa 4mila esemplari oggetto di commercio illegale, la maggior parte dei quali nella penisola arabica non sono nemmeno riusciti ad arrivarci».

Un presidio per salvare i cuccioli di ghepardi

Il governo del Somaliland ha affidato al Cheetah Conservation Fund di Laurie Marker, famosa come “la donna che sussurra ai ghepardi”, 800 ettari di terra.

A partire da febbraio prossimo, questi terreni costituiranno un vero e proprio rifugio per tutti i cuccioli strappati ai viaggi della morte. «Finora – dice Katia Dell’Aira, responsabile del settore educativo del Parco Natura Viva – le autorità affidavano i sequestri al centro veterinario di Hargheisa. Non esisteva un luogo adatto a riabilitare e ospitare i cuccioli che si riescono a salvare».

Tra pochi mesi, anche grazie all’Italia, questo sarà realtà. Un presidio che può rendere dura la vita dei trafficanti e salvare il ghepardo dall’estinzione.

Cuccioli Ghepardo

I ghepardi al Parco Natura Viva di Bussolengo

Mookane e Nero sono i due ghepardi ospitati al Parco Natura Viva che vivono in un reparto di 6.250 metri quadrati. Dodici anni l’uno e otto l’altro, più saggio l’uno e più intraprendente l’altro, attendono l’arrivo di Aaron e Achill per coalizzarsi tra maschi, caratteristica della specie.

A quel punto, il Parco Natura Viva ospiterà quattro dei 406 esemplari presenti in tutte le strutture zoologiche dell’associazione Europea degli Zoo e degli Acquari. Importante è il loro patrimonio genetico, visto che si tratta dello stesso numero di esemplari oggetto di traffico illegale ogni anno tra Africa e Asia. «Ci vorrà del tempo per la socializzazione con i nuovi arrivati. Le coalizioni tra maschi sono una caratteristica peculiare di questa specie» spiega Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione.

Numero verde ONA

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