domenica, Settembre 15, 2024

Crisi idrica, il governo deve agire, prima degli eventi

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«LE CRISI AMBIENTALI, SANITARIA, ECONOMICHE E SOCIALI IN TEMA DI RISORSA IDRICA NON SI POSSONO AFFRONTARE STAGIONE PER STAGIONE, CRISI IDRICA DOPO CRISI IDRICA». BISOGNA AGIRE PER TEMPO E CON DETERMINAZIONE. GOVERNO E PARLAMENTO DEVONO ATTIVARSI PERCHÉ IL LORO IMPEGNO POLITICO VADA OLTRE IL MANDATO ELETTORALE

«Contenere le sofferenze delle crisi idriche, un obiettivo comune», afferma Antonello Fiore presidente nazionale di Società Italiana Geologia Ambientale. Ma «le crisi idriche che viviamo e vivremo negli anni a venire non possono essere affrontate chiedendo solo ai cittadini di chiudere il rubinetto quando si lavano i denti o prevedendo la realizzazione di nuove grandi dighe».

Così commenta il presidente di SIGEA, la notizia di un tavolo istituzionale che si è riunito il 1º marzo scorso per affrontare la questione idrica a fronte della siccità in corso.

La Cabina di regia interministeriale sulla crisi idrica

A presiedere la riunione la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La Cabina di regia interministeriale sulla crisi idrica, si legge nella nota, ha deciso di affrontare la questione idrica come segue:

  • Istituendo a Palazzo Chigi una Cabina di regia tra tutti i ministeri interessati per definire un piano idrico straordinario nazionale d’intesa con le Regioni e gli Enti territoriali per individuare le priorità di intervento e la loro adeguata programmazione, anche utilizzando nuove tecnologie;
  • lavorando a un provvedimento normativo urgente che contenga le necessarie semplificazioni e deroghe e accelerando i lavori essenziali per fronteggiare la siccità;
  • avviando una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile della risorsa idrica;
  • individuando un Commissario straordinario con poteri esecutivi rispetto a quanto programmato dalla Cabina di regia.

Nel corso del summit sul problema dell’acqua il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, ha assunto il compito di concepire un decreto legge ad hoc.

Questo, dovrà tenere conto delle aree di intervento e deve considerare tutto quanto necessario per accelerare procedure e lavori per contenere la siccità.

Una Task force dovrà gestire, secondo il ministro Lollobrigida, le risorse economiche nazionali e i fondi del PNRR e fare in fretta per avviare la realizzazione di nuovi invasi e gestire le perdite negli acquedotti che, oggi, ammontano al 30% – 40% del totale dell’acqua nelle condotte.

La Cabina di regia sulla crisi idrica

Hanno preso parte alla Task force il vice presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci, il Vice Ministro Vannia Gava, i sottosegretari Alfredo Mantovano e Alessandro Morelli. 

Le azioni da compiere devono tenere conto del territorio

«Le azioni da compiere devono essere prima analizzate nei contesti territoriali, pianificate e progettate, queste non possono essere uniche su tutto il territorio nazionale ma devono differenziarsi tenendo conto delle caratteristiche territoriali, sociali ed economiche – ha commentato il geologo -. Riteniamo prioritario che il nostro Paese nel prossimo futuro debba agire nelle azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici previste anche dalla Strategia Nazionale di Adattamento al Clima (SNAC)».

Quindi, per fronteggiare e contenere gli effetti delle future crisi idriche sulla popolazione e sull’economia, agricola e industriale, è necessario completare e potenziare quei lavori che sono stati solo avviati nel Paese.

Pertanto, secondo SIGEA, gli interventi da compiere sono:

recupero acque reflue depurate per uso irriguo e industriale;  compatibilità degli impianti agricoli e zootecnici con le disponibilità idriche; uso in agricoltura di sistemi d’irrigazione innovativi volti al risparmio idrico; ricerca applicata alla desalinizzazione delle acque, meglio salmastre che salate; studio delle sorgenti costiere al fine della loro captazione prima che le acque finiscano in mare;  programma di ampliamento, riparazione e sostituzione delle reti acquedottistiche a supporto degli usi umani e produttivi;  ricarica degli acquiferi sotterranei;  realizzazione di invasi di piccole dimensioni (laghetti collinari) a scopi irrigui;  realizzazione di invasi a scopi misti;  attuazione della norma sulle reti duali;  mappature e controllo delle utenze che usano le acque sotterranee al fine di una programmazione idrogeologica del prelievo;  mappature e controllo delle sorgenti al fine di una programmazione idrogeologica del loro utilizzo; campagne di sensibilizzazione e educazione ambientale all’uso razionale della risorsa.

Ma abbiamo «pochissimo tempo per contenere i danni di questa e delle future siccità», conclude Antonello Fiore.

Numero verde ONA

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