CRESCO6: contrastare la pandemia grazie alla tecnologia
I medici e le istituzioni sono in prima linea nella battaglia contro il Covid-19. Tra gli alleati c’è anche un supercomputer: CRESCO6.
Sono oltre 450mila le ore di calcolo e 3.600 le simulazioni numeriche svolte durante le analisi e le misure di contrasto alla pandemia da CRESCO6, il supercomputer ENEA. Gli obiettivi sono:
- individuare molecole per nuovi farmaci contro il virus SARS-CoV-2;
- studiare la propagazione del virus in ambienti chiusi;
- realizzare barriere fisiche contro il contagio.
Questo emerge dal report “ENEA CRESCO in the fight against COVID-19”, a cura della Divisione ENEA di Sviluppo di sistemi per l’informatica e l’ICT.
«Il supercomputer può dare un contributo vitale in questo momento così cruciale per il nostro Paese per la ricerca di farmaci, vaccini e l’elaborazione di dati – ha dichiarato il presidente dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, Federico Testa -. È in grado di aiutare la ricerca su farmaci e vaccini mirati contro il nuovo coronavirus, fornendo in poche ore una previsione affidabile della loro efficacia, sulla base di simulazioni eseguite su migliaia di processori in parallelo».
I settori d’impiego del supercomputer dell’ENEA
CRESCO6 si configura come una risorsa di calcolo di assoluto rilievo nel panorama della ricerca scientifica italiana, in grado di soddisfare esigenze di elevata scalabilità nell’esecuzione di codici paralleli.
Tale risorsa è di supporto alle attività di Ricerca e Sviluppo nei settori istituzionali dell’Agenzia, ma anche nelle collaborazioni con altri enti nazionali e internazionali, oltre che con il sistema produttivo del Paese.
Attualmente CRESCO6 si utilizza al 30% in collaborazione con istituzioni di ricerca esterne per contrastare il Covid-19. Il restante 70% delle risorse, invece, è impegnato nel campo ambientale e dell’energia.
Inoltre, grazie a questo strumento, si sta cercando di elaborare modelli previsionali sui cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico, e di studiare nuovi materiali per la produzione e lo stoccaggio delle fonti di energia rinnovabili.
Infine il supercomputer si occupa di simulazioni per la sicurezza delle infrastrutture critiche, biotecnologie, chimica computazionale, fluidodinamica per il settore aerospaziale, e di sviluppare codici per la fusione nucleare.
CRESCO6 è tra i computer più potenti al mondo
CRESCO6 si trova nel Centro Ricerche di Portici, a Napoli, ed è in grado di realizzare 1,4milioni di miliardi di operazioni matematiche al secondo (1.4 petaFLOPS). Proprio questa sua qualità ha fatto sì che entrasse, nel 2018, nella prestigiosa TOP500 delle infrastrutture di calcolo più potenti al mondo.
Infatti il supercomputer ENEA è al secondo posto in Italia per capacità di calcolo nel campo della ricerca pubblica. Mentre è al 420° posto nella classifica delle infrastrutture di calcolo più potenti al mondo.
Il progetto TOP500 è una lista sempre aggiornata dei cinquecento più potenti supercomputer non distribuiti del pianeta. La classifica è decisa da un team di ricercatori ed esperti: Jack Dongarra dell’Università del Tennessee, Erich Strohmaier e Horst Simon del NERSC (Lawrence Berkeley National Laboratory). Anche Hans Meuer dell’Università di Mannheim ha contribuito al progetto fino alla sua morte nel 2014.
«Il raggiungimento di questo obiettivo – ha affermato Silvio Migliori, responsabile della divisione ENEA per lo Sviluppo di sistemi per l’informatica e l’ICT – garantisce all’ENEA una posizione di primissimo piano nell’ecosistema nazionale di calcolo ad elevate prestazioni HPC».
Chi sono i primi classificati nella TOP500?
Ma chi si trova sul podio di questo esclusivo riconoscimento? Attualmente al primo posto c’è il supercomputer giapponese Fugaku, un sistema sviluppato in codice da Riken e Fujitsu. È il più veloce al mondo con 442 petaFLOPS.
Questa è l’unità di misura che esprime la potenza di calcolo dei computer. Un petaFLOP equivale a mille trilioni di calcoli al secondo, dove “peta” indica il valore di 10 alla 15, mentre “flops” sta per FLoating point Operations Per Second, cioè il numero di operazioni in virgola mobile eseguite in un secondo.
Il secondo posto, invece, è degli Stati Uniti con il Summit o OLCF-4, sviluppato da IBM per lo Oak Ridge National Laboratory, con 200 petaFLOPS. Inoltre il Summit è anche il quinto al mondo per miglior efficienza energetica. Anche il terzo supercomputer è di proprietà dell’IBM, Sierra. La Cina, quest’anno, è solo al quarto posto con il Sunway TaihuLight.
Infine, nel complesso della classifica, a dominare è, però, la tecnologia cinese, con ben duecentoventisei supercomputer nella TOP500. A seguire ci sono gli Stati Uniti, con centotredici. L’Italia è al decimo posto, con ben sette supercomputer nella lista internazionale.
Oltre a CRESCO6, la lista TOP500 comprende anche l’HPC5, al primo posto in Italia tra i supercomputer. È ospitato all’interno del Green Data Center di Eni e ha una potenza di picco di oltre 50 petaFLOPS. Nella classifica internazionale è al sesto posto, mentre è il più potente in Europa e fra i computer non governativi. Inoltre, l’HPC5 è fra i primi supercomputer più green del mondo, con un minor consumo di energia elettrica per ciascun petaFLOPS.