A DUBAI, NEGLI EMIRATI ARABI UNITI, È IN CORSO LA COP28, IL VERTICE MONDIALE SULL’AZIONE PER IL CLIMA, OSSIA LA 28ª CONFERENZA DELLE NAZIONI UNITE SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI. LA POSIZIONE DELL’UNIONE EUROPEA
È in corso a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, la COP28, la 28ª conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Dal 30 novembre al 12 dicembre, il vertice mondiale sull’azione per il clima riunisce i partecipanti alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), inclusa l’Unione Europea (UE) e tutti i suoi Stati membri.
Ogni anno, la “Conferenza delle Parti” si riunisce per stabilire obiettivi e responsabilità che riguardano l’azione per il clima, oltre a identificare e valutare misure concrete.
Quest’anno, la presidenza della COP 28 è toccata agli Emirati Arabi Uniti, nonostante siano tra i maggiori produttori ed esportatori di petrolio al mondo.
Molti osservatori ritengono che il discusso doppio ruolo di Sultan Ahmed Al-Jaber, presidente della COP 28 a Dubai, possa compromettere le prospettive di conseguire progressi sufficientemente ambiziosi riguardo al clima durante l’evento.
Il piano d’azione della presidenza UE
Il piano d’azione della presidenza UE, finalizzato a realizzare i pilastri dell’accordo di Parigi, si focalizza su quattro settori specifici. Riguardo alla posizione dell’UE per la COP 28, il Consiglio ha approvato le relative conclusioni il 16 ottobre 2023.
Nelle suddette conclusioni, il Consiglio ha enfatizzato le opportunità offerte da un’azione ambiziosa per il clima – evidenzia il comunicato – a favore del pianeta, dell’economia globale e delle persone. Ha sottolineato l’importanza di garantire una transizione giusta verso economie e società sostenibili, resilienti ai cambiamenti climatici e climaticamente neutre, senza lasciare nessuno indietro.
Obiettivo: limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C
Il Consiglio ha espresso la necessità di aumentare significativamente l’ambizione globale per mantenere raggiungibile l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C.
Quindi ha chiesto:
- il rafforzamento collettivo dei contributi determinati a livello nazionale (NDC)
- una graduale eliminazione a livello mondiale dei combustibili fossili non soggetti ad abbattimento e il raggiungimento di un picco nel loro consumo in questo decennio
- un sistema energetico mondiale completamente o prevalentemente decarbonizzato negli anni 2030
- l’eliminazione graduale, il prima possibile, delle sovvenzioni ai combustibili fossili che non affrontano le questioni della povertà energetica o di una transizione giusta
- un’azione globale al fine di triplicare la capacità di energia rinnovabile installata e raddoppiare il tasso del miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030
- maggiori sforzi di tutte le parti per integrare l’adattamento ai cambiamenti climatici e la resilienza agli stessi nelle politiche e nei programmi esistenti in tutti i settori opportuni
- un’intensificazione degli sforzi da parte di tutti i paesi per mobilitare finanziamenti a sostegno dell’azione per il clima
L’UE è altresì impegnata a collaborare con tutte le parti per promuovere l’attuazione del quadro di riferimento rafforzato per la trasparenza, favorire una discussione inclusiva sul futuro dell’UNFCCC, avanzare nel programma di lavoro di Glasgow per l’azione per la consapevolezza sul clima, affrontare la dimensione di genere e discutere dell’attuazione dell’azione per il clima nel settore agricolo e della sicurezza alimentare.
Sostenere i Paesi in via di sviluppo
Il 17 ottobre, il Consiglio ha adottato conclusioni sui finanziamenti per il clima, sottolineando l’impegno dell’UE a mobilitare 100miliardi di dollari all’anno entro il 2025 per sostenere i Paesi in via di sviluppo nell’affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici, prevedendo di raggiungere tale obiettivo nel 2023 per la prima volta.