venerdì, Marzo 29, 2024

Convenzione di Parigi, cinquant’anni di tutela del patrimonio culturale

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CINQUANT’ANNI FA FU FIRMATA LA “CONVENZIONE DI PARIGI PER LA PROTEZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE MONDIALE”. LA CARTA INCORAGGIA I PAESI MEMBRI A IDENTIFICARE E TUTELARE I PROPRI BENI ANCHE SE NON SONO ISCRITTI NELLA LISTA DEL PATRIMONIO MONDIALE E A INTEGRARE I PROGRAMMI DI TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE E NATURALE NEGLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE. ITALIA NOSTRA HA ORGANIZZATO PER L’OCCASIONE UNA GIORNATA DI STUDI

Il 16 novembre 1972, a Parigi venne siglata la Convenzione per la protezione del Patrimonio Culturale Mondiale”, approvata dalla Conferenza generale dell’Unesco.

La Convenzione fu il punto di arrivo delle discussioni che seguirono il caso dei siti archeologici di Abu Simbel e Philae. Entrambi furono minacciati, nel 1959, dalle acque del Nilo a seguito della costruzione della diga di Assuan (vedi il filmato).

La mobilitazione internazionale produsse negli anni la consapevolezza della necessità di una “Carta” a tutela del Patrimonio mondiale. Nacque così un documento che ha avuto particolare importanza per la salvaguardia, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali e naturali a livello planetario.

Cosa stabilisce la Convenzione di Parigi

La Convenzione di Parigi – UNESCO definisce le diverse tipologie di sito (culturale e naturale) da iscrivere nella Lista del Patrimonio Mondiale. Stabilisce così i doveri dei Paesi membri nell’individuazione dei siti e il loro ruolo nella salvaguardia e conservazione degli stessi.

Gli Stati vengono incoraggiati a integrare i programmi di tutela del patrimonio culturale e naturale negli strumenti di pianificazione. Devono anche assicurare sufficiente personale e idonei servizi all’interno dei siti, intraprendere ricerche scientifiche e tecniche per la loro conservazione.

Scopo della Convenzione è quello di tutelare i beni culturali durante una guerra o un conflitto armato, per preservarli da distruzione, furto o saccheggio. Sono definiti “beni culturali” i “beni mobili o immobili di grande importanza per il patrimonio culturale dei popoli”.

Le polemiche

L’UNESCO e la Convenzione sono stati al centro di polemiche. Molte le accuse di eurocentrismo e le battaglie tra i Paesi membri per la selezione dei loro siti. L’Italia ha assunto un ruolo di primissimo piano.

È diventata un grande contributore e allo stesso tempo il Paese con il maggior numero di siti sul proprio territorio. Il riconoscimento UNESCO ha prodotto spesso effetti positivi. Ma, come sottolineato da Italia Nostra, in alcuni casi la Carta non riesce a contrastare i rischi al patrimonio derivanti dal turismo di massa.

Il caso di Venezia e della sua Laguna è emblematico, anche se sono numerose le città d’arte italiane che soffrono degli effetti distorsivi dell’overturism.

Per ricordare il Cinquantenario della Convenzione di Parigi, Italia Nostra ha organizzato l’11 novembre scorso una Giornata di Studi.

Numero verde ONA

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